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Alessandro Borghi contro Viagogo: “Non comprate da loro, pagherete 10 volte tanto: sono parassiti”

Alessandro Borghi ha rivelato di aver acquistato su Viagogo dei biglietti per un concerto a Londra e di aver pagato circa 200 euro per ogni singolo tagliando. Quando i biglietti sono arrivati a casa, ha scoperto che il prezzo reale di quei posti era di appena 22 sterline. Da qui la denuncia: “Non comprate da loro”.
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Alessandro Borghi ha scoperto il secondary ticketing. L'attore di "Sulla mia pelle" e "Suburra" ha pubblicato un lungo sfogo su Instagram in cui racconta della sua disavventura con il popolare sito di reselling, Viagogo, che da anni si occupa della rivendita di biglietti di concerti, eventi sportivi, a prezzi maggiorati. L'attore attacca e spiega che il loro modus non è chiaramente specificato, ma già nella home del loro sito si legge con estrema chiarezza: "Siamo la più grande piattaforma di rivendita di biglietti per eventi live. I prezzi sono decisi dai venditori e possono essere superiori o inferiori al loro valore nominale". Una grana vecchia, insomma, alla quale però Alessandro Borghi è caduto solo di recente. Aveva acquistato dei biglietti per un concerto importante a Londra, si è reso quindi conto di aver speso 200 euro a biglietto per qualcosa che valeva molto meno, appena 22 sterline: "Quello che fa questo sito è un'operazione di reselling. Vuol dire che loro prendono i biglietti di qualcuno, li mettono su questa piattaforma e il rivendono. Il problema è che lo fanno senza specificarlo a chi compra".

Lo sfogo di Alessandro Borghi

Alessandro Borghi ha raccontato, in un video lungo cinque minuti, tutto quello che è successo: "Nel mio caso, ho comprato i biglietti per un concerto e ho pagato una somma abbastanza alta. Era un concerto a Londra, in un posto abbastanza importante, e quindi dico vabbè, il prezzo può essere alto. Ho preso dei posti, credevo che fossero dei posti vicini al cantante". Però, quando i biglietti arrivano a destinazione, Borghi si rende conto dell'inghippo:

Quando sono arrivati i biglietti, li ho pagati 200 euro l'uno, quando ho visto il prezzo sui biglietti c'era scritto che costavano 22 sterline l'uno. Ho avuto tante reazioni, la prima è che mi sono sentito un deficiente. Subito dopo, mi sono arrabbiato. Per il fatto che l'ho trovata una cosa molto svelta, furba. A me i furbi non mi sò mai piaciuti. Ho chiamato, mandato molte mail, sapendo da subito che sarebbe stato difficile avere un contatto. Hanno cercato di dissimulare, gli ho detto: avete un sito dove non c'è scritto che io pago una cosa che vale dieci volte meno di quella che voi mi fate pagare.

Alessandro Borghi dichiara battaglia a Viagogo

Spiega di aver contattato anche Niccolò De Vitis de "Le Iene" e di essere consapevole del fatto che la vicenda "Viagogo" non è di facile risoluzione. Così, decide in un video sui social di provare a creare un po' di problemi alla piattaforma: "Viagogo vaffanculo! Parassiti, si può dire?".

A noi ci stanno tutti dietro, invece questa gente opera in maniera completamente libera. Ho parlato con Niccolò De Vitis de Le Iene, mi ha detto che la situazione è molto più complessa di quella che sembra e non è di facile risoluzione. Allora io dico, a tutti quelli che mi seguono, di stare lontani da questo sito. Non comprate niente da questo sito. Se state cercando disperatamente un concerto di un biglietto e siete disposti a pagare 30 volte in più di quello che vale, allora andate. Ma questa cosa la saprete solo dopo, perché loro non ve lo diranno. Io farò tutto quello che è in mio potere per rompere le scatole a ste persone. Non repostate il video, ma fate un passaparola.

La legge sul biglietto nominale

Dal 1° luglio 2019 è entrato in vigore in Italia l’obbligo dei biglietti nominali per tutti in concerti di musica che prevedono una capienza superiore ai 5000 spettatori: la decisione ha creato non poche problematiche e polemiche, ma vuole combattere proprio il secondary ticketing. Nel caso di Alessandro Borghi, i biglietti erano per un concerto all'estero.

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