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Alanis Morissette denuncia di aver subito abusi sessuali a 15 anni: “Nessuno mi ha ascoltata”

Alanis Morissette ha ammesso di aver subito più volte molestie sessuali quando era minorenne. Lo dice nel documentario “Jagged” che ripercorre la sua carriera, dall’esplosione, appena 15enne, in Canada fino al successo mondiale: “L’ho detto ad alcune persone e la cosa è caduta nel vuoto” ha denunciato la cantante.
A cura di Redazione Music
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Alanis Morissette (ph Rich Fury/Getty Images for Billboard)
Alanis Morissette (ph Rich Fury/Getty Images for Billboard)

Alanis Morissette ha ammesso di aver subito più volte molestie sessuali quando era minorenne. Lo dice nel documentario "Jagged" che ripercorre la sua carriera, dall'esplosione, appena 15enne, in Canada fino al successo mondiale. Girato dalla regista Alison Klayman, il documentario – che il Washington Post ha visto e da cui nascono le indiscrezioni sul contenuto – è stato creato partendo da una lunga e intensa intervista dell'autrice di Jagged Little Pill che però negli ultimi giorni ha fatto marcia indietro, togliendo la propria disponibilità a promuoverlo, senza che sia chiaro il motivo. Nessuno, né dalla parte della cantante, né da parte della regista – che spiega di non voler speculare sui sentimenti della cantante – ha però voluto spiegare cosa sia successo.

Il film parte dai primi passi di Morissette, quando era una baby star in Canada e ripercorre le tappe che l'hanno portata a essere uno dei simboli musicali degli anni 90, grazie soprattutto all'album "Jagged Little Pill", appunto a cui seguì un tour di 18 mesi, fino alla spiegazione del perché – continua il quotidiano americano – il suo successo sia stato un ariete nel mondo della discografia per le popstar venute dopo di lei, da Taylor Swift a Beyoncé. Verso la fine, però, Alanis Morissette si lascia andare a una confessione riguardo gli abusi sessuali subiti quando era appena adolescente, durante i primi anni dell'esplosione della sua popolarità: "Avrò bisogno di aiuto perché non ne parlo mai" dice alla regista prima di cominciare a parlare.

"Mi ci sono voluti anni in terapia anche solo per ammettere che c'era stato qualche tipo di vittimizzazione da parte mia. Dicevo sempre che ero consenziente, e poi mi veniva ricordato come ‘Ehi, avevi 15 anni, non sei consenziente a 15.' Ora sono tipo, ‘Oh sì, sono tutti pedofili. È tutto stupro per legge'" ha spiegato l'artista. All'epoca dei fatti lei aveva 14 anni e l'età del consenso, in Canada, era di 16 anni. La cantante preferisce non fare nomi ma ha detto di aver lanciato grida di aiuto senza essere ascoltata: "L'ho detto ad alcune persone e la cosa è caduta nel vuoto, sebbene solitamente sarebbe un momento di presa di coscienza".

È la prima volta che parla degli abusi sessuali subiti in prima persona, ma non è la prima volta, però, che ne parla, lo scorso anno, in un'intervista al Sunday Times disse che "quasi ogni donna nell'industria musicale è stata aggredita, molestata, violentata. È onnipresente, anche più nella musica che nei film". Il motivo per cui non ne ha parlato in precedenza è perché, spiega, voleva proteggere la propria famiglia, "i miei genitori, proteggere i miei fratelli, proteggere i futuri partner". Morissette, quindi, rientra in un numero sempre maggiore di artiste che in questi ultimi anni ha parlato chiaramente degli abusi subiti mentre erano nel mondo dello Spettacolo, da Lady Gaga a Keisha. "Sapete che molte persone dicono ‘perché quella donna ha aspettato 30 anni? E io sono tipo ‘ma cosa ca**o dite?'. Non aspettano 30 anni. Nessuno le ha ascoltate o sia il loro sostentamento che la loro famiglia sono state minacciata (…). Le donne non aspettano. La nostra cultura non ascolta".

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