13 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Al via l’Arezzo Wave, il Presidente Valenti: “In Italia manca la curiosità”

Comincia oggi la XXVIII edizione dell’Arezzo Wave Love Festival che vedrà sul palco, tra gli altri, artisti del calibro di Avion Travel, Levante, Elio e le Storie Tese e Joseph Arthur. Abbiamo fatto qualche domanda al Presidente Mauro Valenti.
A cura di Francesco Raiola
13 CONDIVISIONI
Immagine

Oggi, 17 luglio, comincia la XXVIII edizione dell'Arezzo Wave Love Festival, uno dei festival storici del Belpaese, che negli anni ha ospitato importanti artisti nazionali e internazionali. Diventato per qualche anno Italia Wave, cambiamento susseguente al girovagare per altre città (Firenze, Livorno e Lecce), da un paio d'anni è tornato a casa. Anche quest'anno il Festival spazierà tra vari generi ospitando sul palco aretino ospiti come Avion Travel, Emis Killa, Levante, Elio e le Storie Tese e Joseph Arthur. Quest'anno l'Arezzo Wave, poi, ha deciso di dedicare una giornata intera allo Ius Soli e alla mancanza di una legislazione italiana sull'argomento. Abbiamo fatto qualche domanda al Presidente Mauro Valenti.

Secondo anno dal ritorno ad Arezzo. Possiamo dire che è stata la scelta giusta?

Speriamo di sì, siamo legati a questa terra anche se non ci fa paura girare il mondo. Siamo stati a fare concerti in tutti gli angoli del mondo e anche in Italia abbiamo girato più volte. È chiaro che i 20 anni e passa di Arezzo Wave ci danno una passione particolare.

Come è nato il cast di quest'anno? Ce n'è per tutti i gusti…

Quest'anno è nato per cercare di essere un po' spiazzanti. Per cercare di sottolineare quanto la curiosità è fondamentale nella crescita di ogni individuo, quindi cercare di portare i nuovi artisti italiani e anche internazionali – perché quelli che portiamo li abbiamo visti in giro per il mondo e li abbiamo seguiti più volte per poterli scegliere -. Per quanto riguarda gli headliner italiani, poi, volevamo dare proprio uno spaccato di tante proposte, proprio le più disparate che toccassero l'hip hop, la canzone rock etc e quindi sì ce n'è per tutti i gusti.

C'è qualcuno che avreste voluto portare e non ci siete riusciti?

Quando si fa la programmazione si dice sempre quello che abbiamo e non quello che ci è mancato. Siamo molto contenti di quello che abbiamo fatto.

Come mai avete voluto dedicare un progetto specifico proprio allo Ius Soli? E di cosa si tratta? 

Arezzo Wave è sempre stato un momento di riflessione non solo musicale. Abbiamo fatto due sale operatorie con i fondi raccolto nel 2004 con Emergency, abbiamo fatto tante iniziative che in qualche modo si allontanano dalla semplice canzone o musichetta pop. Ius soli è un messaggio che vogliamo mandare provocatoriamente per cercare di dire quanto è ridicolo che  un bambino straniero che nasce in Italia, ha i costumi italiani, studia in una scuola italiana, poi arriva a 18 anni e può correre il rischio di essere mandato in un paese che non conosce con una lingua che non parla. In America, in Canada esiste il diritto di cittadinanza per chi nasce in quel territorio e vorremmo tanto che come nella musica non c'è problema se con un artista italiano suona un artista non italiano, anche nel mondo di tutti i giorni, la normalità dovrebbe essere appunto riconoscere ai giovani nati nel nostro paese lo ius soli.

Fare festival in Italia diventa sempre più una cosa per pochi coraggiosi. Cosa manca all'Italia per avere un vero e proprio festival europeo (sull'onda di Primavera e Glastonbury). 

Manca quello che manca all'Italia per essere fuori dalle beghe in Europa: una programmazione e la curiosità. Se vai ai festival musicali in Francia, che ha alcuni dei più grandi festival a livello internazionale, o se vai all'Eurosonic a Groninger, i locali sono strapieni di gente che è curiosa di vedere il nuovo. Da noi la gente non è curioso. Io credo che più si è curiosi più si resta giovani, mentre meno lo si è più si invecchia. Spesso e volentieri, chi fa i grandi numeri sono i grandi nomi che anche la mamma conosce, insomma in Italia manca la voglia di guardare a cose nuove. Manca un coinvolgimento da parte della cultura che possa considerare questi momenti come punti d'incontro e punti di crescita e comunicazione per i giovani.

Ultimamente si discute molto della ritrosia degli italiani per gli eventi musicali a pagamento. Quali sono il pregio e il difetto maggiore del pubblico italiano?

Il pubblico italiano è stato condizionato dalla mancanza di curiosità che, ad esempio, spinge a fischiare all'Heineken chi suona prima di Vasco Rossi e a tirargli cose addosso. Ci dovrebbe essere più interesse per quello che non conosci, invece che fidelizzazione su quelli che sono riti quasi religiosi e che ti portano solo da quello che conosci.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views