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Adrian, Francesco Baccini contro Adriano Celentano: “È meglio se canti”

A Francesco Baccini non è piaciuto Adrian, il nuovo progetto televisivo di Adriano Celentano e lo ha scritto sui suoi social postando una sua vecchia canzone che aveva come titolo il nome e cognome del Molleggiato. Una critica uscita nel 1992 e contenuta nel suo album di denuncia “Nomi e cognomi”.
A cura di Francesco Raiola
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"Adrian" è senza dubbio l'argomento del giorno, e in effetti lo è stato anche dei giorni scorsi, grazie a una serie di mosse di marketing che hanno spostato l'attenzione sul programma televisivo di Adriano Celentano andati in onda su Canale 5 lunedì per la prima di 9 puntate che vedrà il Molleggiato protagonista, un po' in carne ed ossa e soprattutto in versione animata grazie al cartoon che racconta di un orologiaio supereroe, in un futuro distopico, che cercherà di liberare un popolo oppresso e omologato (al progetto, che ha una genesi lunga e frastagliata, hanno partecipato, tra gli altri, anche Nicola Piovani, Milo Manara e Vicnenzo Cerami).

Questa mattina tra quelli che lo difendono e quelli che lo criticano si infila anche Francesco Baccini, il cantante che nel 1992 fece nomi e cognomi, criticando una serie di personaggi (reali e non) nel suo terzo album che aveva una tracklist composta proprio di nomi, appunto. Una di queste canzoni era dedicata proprio al Molleggiato nazionale, già allora preso di mira per una serie di cose per cui sarebbe rimasto nel mirino (ma anche amato) anche in futuro, come dimostrano questi giorni e anche le polemiche che da sempre accompagnano le presenze televisive del cantante.

Con un tweet, infatti, il cantante genovese ha scritto: "Adriano te lo cantai nel 92 … E' meglio che canti" postando proprio la canzone omonima presente nell'album uscito nel 1992 in cui, tra i titoli ci sono "Renato Curcio", "Giulio Andreotti", "Diego Armando Maradona", "Antonello Venditti", "Radio Marias" e lo stesso Baccini. La canzone è una critica al Celentano che va a parlare in tv (da Enzo Biagi, in Rai): "Stasera venti e trenta programma eccezionale, in diretta nazionale un re ci parlerà, è il re degli ignoranti" comincia così la canzone, che nel testo contiene anche un'accusa ben precisa: "Adriano ma perche ti lamenti Ma che ne sai degli operai perai perai perai perai Tu re degli ignoranti Adesso non sei più Quello che noi vogliamo Cioè ragazzo della via Gluk Adriano, a vendere i dischi Adriano, non basta solo la rai la rai la rai la rai Adriano quindi è meglio che canti Per tutti noi figli degli operai perai perai perai perai"

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