Adele, 10 milioni di richieste per 350 mila biglietti: i fan si scatenano sul web
Dieci milioni (sic) di richieste per 750 mila (sic) biglietti messi a disposizione per il tour negli Usa. Sono i numeri, gli ennesimi, di Adele che hanno creato discussione e critiche nelle scorse ore. Sui vari social, infatti, si sono scatenati una serie di commenti di fan delusi che non erano riusciti a comprare nessuno dei 750 mila biglietti disponibili e non poche critiche sono ricadute anche sull'azienda che li ha venduti, la Ticketmaster che, secondo alcuni, sarebbe andata in tilt quasi subito. Un'accusa a cui la stessa azienda ha risposto su Billboard, spiegando che non c'è stato alcun malfunzionamento da parte della piattaforma
Il sito non ha subito alcun crash e ha avuto un ottimo funzionamento, rispetto alla richiesta senza precedenti.
I dati reali sui biglietti in vendita
Insomma la normale reazione all'impossibilità per la maggior parte delle persone di poter acquistare biglietti attesi per anni e che in pochissimi minuti sono terminati o finiti sui siti di Secondary Ticketing, quelli che li vendono a prezzi maggiorati. Billboard, però, spiega anche che quella somma di biglietti non è reale. Tra omaggi, pass, accrediti etc, quel numero si riduce addirittura di due terzi, portando la stima di biglietti realmente acquistabile dai fan a 350 mila per i 50 concerti previsti negli Usa. Una differenza tra domanda e offerta esagerata, anche semplicemente stando a quanto dichiarato, sempre alla rivista americana da un insider che ha spiegato che per i sei concerti previsti al Madison Square Garden di New York, c'erano 4 milioni virtualmente in fila, e Ticketmaster li ha venduti tutti in meno di un'ora.
L'ironia sul web
Billboard ha anche spiegato che l'azienda ha bloccato il tentativo di acquisto di 500 mila biglietti contemporaneamente: una cosa possibile solo grazie ad alcuni bot, una sorta di acquirente automatico che utilizza codici per saltare la fila virtuale e tentare l'acquisto continuamente. Tutte queste spiegazioni non sono servite, però, a fermare il nervosismo e l'ironia dei delusi che hanno invaso, ad esempio, Twitter di commenti e battute: