Addio a Martin Sharp, artista pop e icona psichedelica

Domenica sera, nella sua casa di Sidney, è morto a causa di un enfisema contro cui combatteva da tempo, Martin Sharp, una delle leggende della cultura pop degli anni '60 e '70. Filmaker, pittore, designer, Sharp fu molto attivo tra Sydney e Londra durante gli anni psichedelici e raggiunse la fama fondando, assieme agli amici Richard Neville e Richard Walsh, la rivista satirica "Oz" che gli portò un bel po' di problemi anche a causa di quelle che erano considerate provocazioni, che gli costarono anche varie denunce per oscenità. Fece molto scalpore, ad esempio, la copertina in cui si vedono tre ragazzi urinare nella fontana dello scrittore Tom Bass.
Ma Sharp fu molto vicino anche ai musicisti dell'epoca che videro in lui un artista capace di rappresentare quella che era per loro la musica. L'artista, infatti, fu molto vicino ai Cream, fu anche coinquilino di Eric Clapton – col quale scrisse "Tales of Brave Ulysses" – il quale gli chiese di disegnare le copertine dei due album simbolo della band, ovvero "Disraeli Greal" e "Wheels of Fire", ma disegnò anche poster psichedelici per alcuni musicisti, come Hendrix e Dylan, che stimava anche perché, disse: "Sta cantando di cose di cui solitamente la gente non canta, sai, di moralità e problemi razziali".
Gli ultimi anni della propria vita Sharp li visse in Australia dove continuò a disegnare, con due argomenti come fissazioni, ovvero il Luna Park di Sydney e il cantante e suonatore di ukulele Tiny Tim.