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Addio a Bobby ‘Blue’ Bland, voce storica dell’R&B mondiale

Tra i pionieri del blues mondiale c’era anche un artista chiamato Bobby ‘Blue’ Bland che ne ha scritto alcune delle pagine più belle. Pur non raggiungendo la fama di alcuni suoi contemporanei, ha avuto l’onore di finire nella Hall of Fame. Bland, purtroppo, è morto domenica all’età di 83 anni.
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È morto, domenica, Bobby ‘Blue' Bland storica voce dell'R&B mondiale. Il musicista si è spento all'età di 83 anni in seguito a delle complicazioni sopravvenute a una malattia che l'aveva colpito tempo fa. Bland, soprannominato "il Sinatra del blues", è stata una delle voci più cristalline del blues mondiale, scrivendo capolavori quali "Turn on Your Love Light" e "Further On Up the Road", ma nonostante ciò non ha mai raggiunto la fama di suoi contemporanei come Otis Redding e B.B.King pur avendo lasciato la sua impronta in artisti fondamentali della musica contemporanea come Otis Redding e Wilson Pickett. Nel 2001 anche il rapper Jay-Z gli fece omaggio utilizzando nell'album "The blueprint" il sampler di “Ain’t No Love in the Heart of the City”, singolo del 1974 (ma tra coloro che ripresero Bland ci sono stati anche Van Morrison, i Grateful Dead e The Band).

Inserito nella Hall of Fame nel 1992, Bobby ‘Blue' Bland è stato di ispirazione anche alle giovani generazioni di rocker anche grazie al mix di blues, jazz, pop, gospel e country music di cui si caratterizzava la sua musica. Prodotto da Sam Philips – uno che nella sua vita ha contribuito al successo di Elvis Presley e Johnny Cash – ha raggiunto la vetta delle classifiche nel 1957 con il brano "Further On Up the Road". In quello stesso periodo nacque il suo soprannome che deriva dal brano "Little Boy Blue" dovuto al suo repertorio amoroso. Bland esordì nei primi anni '60 con "I'll take care of you" e da quel momento piazzò una dozzina di hit di seguito. Tra i suoi successi "Call on Me" e "That's the Way Love Is" entrambe uscite nel 1963, "Ain't Nothing You Can Do" nel 1964 ma anche “It’s My Life, Baby” e “Farther Up the Road” ormai classici del panorama R&B.

Cruciale nella sua evoluzione, ricorda il New York Times fu il trobettista e arrangiatore Joe Scott che per anni seguì Bland dandogli alcuni dei suoi timbri. L'unione tra i due porto tra il 1958 e il 1968 a 30 singoli nella top 20 del blues.

"Mi piacerebbe essere ricordato come un ‘good old country boy' che ha fatto del suo meglio per dare qualcosa da ascoltare e aiutare nei momenti tristi, ma anche in quelli allegri", come dichiarò nel 2009 in un'intervista a “House of Blues Radio Hour".

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