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Achille Lauro: “Ero un minorenne turbolento, correvo rischi. Scrivere musica è stata la mia terapia”

Achille Lauro al Corriere parla del suo nuovo singolo, del suo passato segnato “da una situazione familiare complessa e dalla periferia violenta” e del suo percorso artistico: “Se vedo un ragazzo che si esprime come me, vuol dire che ho fatto un gran percorso”.
A cura di Gaia Martino
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Achille Lauro in una lunga intervista al Corriere ha parlato del suo nuovo capitolo artistico, Stupidi ragazzi. Il nuovo singolo punta sull'elettronica e si rifà a sonorità londinesi e berlinesi: "Il pezzo fa una riflessione su esperienze autobiografiche" ha raccontato il cantante. "È una ballad intima che ha una visione dell’amore cinica e personale. Ciò non vuol dire che io non creda nell’amore e non lo idealizzi, ma è difficile, ci vuole molto impegno".

Le parole di Achille Lauro

Achille Lauro crede "nell'amore maturo", ha dichiarato al Corriere: "L’amore non è l’attrazione iniziale che può capitare tutti i giorni, ma sono due persone che vogliono costruire qualcosa. Stare insieme non è semplice: si cresce, si cambia e non è detto che se stai 10 anni con una persona rimanga la stessa che hai conosciuto". Oggi si sente maturato rispetto a "quel che sono stato": Achille Lauro nel corso dell'intervista si è dichiarato "libero":

Mi sono dedicato alla musica, ho viaggiato, mi piacerebbe anche andare a stare un po’ a New York, e sento che posso fare quello che mi va, anche la cosa più fuori moda possibile. Ho fatto un percorso pazzesco. Ogni disco è una fase diversa, ho fatto 5 Sanremo, un tour con orchestra. A 33 anni ho difficoltà a trovare quel che non ho fatto.

Un'identità abbastanza unica, così come si definisce, dalla quale i ragazzi prendono spunto: "Se vedo un ragazzo che si esprime come me, vuol dire che ho fatto un gran percorso. Ma al di là di Rosa (Chemical, ndr), penso ci sia stata un’onda partita da quel che ho fatto. Anche a Sanremo, non voglio essere presuntuoso, ma quello del 2019 non era come oggi. Prima i ragazzi stavano nelle gabbie, inquadrati, ora cercano di essere se stessi". Non tornerà a Sanremo, almeno per ora. Achille Lauro al Corriere ha confessato che in questi anni ha già dato tanto al Festival, "siamo cresciuti insieme": "Magari lasciamo spazio ad altri". Sull‘Eurovision 2022 al quale partecipò come rappresentante di San Marino: "Per la mia musica colgo le occasioni che ci sono. Ho cercato di portarla a un panorama internazionale e sono andato lì con la mia visione".

La violenza sulle donne e la sanità mentale

Achille Lauro parteciperà a Una nessuna centomila, il concerto di iniziativa benefica volto a denunciare la violenza di genere: "Mi sta a cuore il tema della violenza in generale, cerco di prendere parte alle cause giuste. L’anno scorso ho realizzato un progetto stupendo andando a parlare nelle scuole e concludendo con un discorso all’Onu. Ma faccio anche cose che nessuno sa nel sociale, è il mio modo di dare" ha dichiarato al Corriere prima di parlare del bonus psicologico per cui si sta battendo Fedez.

Tante persone crescono sole, confrontarsi è importante. Una volta chi aveva bisogno dello psicologo era malvisto, invece è determinante, specie per i giovani dopo la pandemia. Io sono stato fortunato perché scrivere è anche conoscersi e curarsi. Se non avessi scritto non so che farei oggi, c’era qualunque rischio.

Il cantante ha raccontato una breve parentesi del suo passato: "Vengo da una situazione familiare complessa, dalla periferia violenta. Ero un turbolento minorenne e scrivere è stata una specie di terapia". Oggi non cerca comprensione dalle persone, ha dichiarato, "ma cerco di essere un po' più avanti e spero che questo crei dibattito". 

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