A tutto De Andrè, oggi come 13 anni fa
13 anni orsono, il mondo dell'arte subiva una grandissima perdita: se ne andava Fabrizio De André, cantautore, scrittore, intellettuale, artista straordinario. "È scomparso un poeta", dicevano le radio in quella fredda mattina dell'11 gennaio del 1999, mentre le sue canzoni venivano trasmesse senza sosta. La ballata dell'amore cieco, Creuza de ma, Amore che vieni amore che vai, Via del campo, Il testamento di Tito, Don Raffaè, Bocca di rosa, La guerra di Piero, La Canzone di Marinella, Geordie, Girotondo. Sono solo alcuni dei poemi messi in musica da Faber, soprannome che gli fu dato da Paolo Villaggio, vecchio amico d'infanzia e autore di alcuni dei suoi brani, come Carlo Martello. Brani che, al tempo della pubblicazione, erano considerati quasi scandalosi e spesso venivano censurati, forse perché i personaggi principali delle sue ballate erano gli emarginati, gli esiliati e i derelitti della società del dopoguerra. Oggi, come 13 anni fa, i suoi fan sono sempre lì a riascoltarlo. Un pubblico che comprende, anche giovanissimi fan catturati dalle sue poesie. Vogliamo ricordarlo proprio con quelle canzoni che hanno scritto il suo nome del firmamento della musica italiana, attraverso rivisitazione e duetti con i maggiori cantautori del nostro Paese e non, ma soprattutto attraverso la voce di suo figlio Cristiano.
Cose Che Dimentico – duetto tra Cristiano (figlio) e Fabrizio (padre)
Ci sembra giusto cominciare dall'emozionante duetto realizzato in famiglia, ovvero "Cose che dimentico" , brano scritto da Cristiano De André (musica) e da suo padre Fabrizio (testo) e presentato al Festival di Sanremo del 1994:
Amore che vieni amore che vai – Franco Battiato
Un poeta che si commuove per l'opera di un altro poeta. E' l'interpretazione dal vivo di Amore che vieni amore che vai di Franco Battiato, in occasione del concerto "Faber amico fragile" per ricordare Fabrizio De André a Genova il 12 Marzo del 2000. Le lacrime del Maestro parlano da sé:
Don Raffaé – Massimo Ranieri
Non poteva essere che Massimo Ranieri a re-interpretare – in maniera assai teatrale – Don Raffaé, il brano che racconta la critica situazione delle carceri italiane in stile tutto partenopeo. L'occasione è il concerto al Anfiteatro romano di Cagliari del 10 luglio 2005, a cui presero parte molti artisti famosi:
Il Pescatore – Piero Pelù
In occasione dei dieci anni dalla morte di Faber nel 2009, Fabio Fazio organizzò un concerto su Rai3 nell'ambito della sua trasmissione Che Tempo Che Fa. Tra le esibizioni più convincenti sicuramente Il Pescatore rivista da Piero Pelù:
Il suonatore Jones – Jovanotti
In occasione dello stesso speciale a Che Tempo Che Fa del 11.01.09, Jovanotti si collegò dal cimitero di Spoon River per cantare Il suonatore Jones, brano incluso nell'album del 1971 "Non al denaro, non all'amore nè al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River del poeta americano Edgar Lee Masters:
La città vecchia – Vinicio Capossela
Come ricordato, non sono pochi i brani censurati nel corso della carriera di Faber. Uno di questi è La città vecchia, edulcorata per la pubblicazione nel 1971. «Quella che di giorno chiami con disprezzo specie di troia quella che di notte stabilisce il prezzo della tua gioia» è la strofa condannata. Sempre allo speciale Che Tempo Che Fa del 2009 la ascoltiamo nella sua versione originale riproposta da Vinicio Capossela:
La canzone di Marinella – Joan Baez
1984, Blitz di Gianni Minà. Anche un artista internazionale per ricordare Fabrizio De André. Anche se nel caso di Joan Baez forse è il caso di parlare di icona mondiale. A distanza di tanti anni da quella interpretazione non possiamo che parlare di un tributo magnifico al cantautore genovese: