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20 anni di Mei tra chiusura, polemiche e voglia di rinnovamento

Domani e fino a domenica parte la ventesima edizione del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti). Dopo l’annuncio di chiusura e bisogno di rinnovamento del Presidente Sangiorgi si è scatenato in rete un dibattito attorno a uno degli eventi principali della musica indipendente italiano.
A cura di Francesco Raiola
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Il MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti) compie 20 anni e per festeggiare da il la a una polemica che si dipana sui social a seguito di una battuta (poi corretta) del Presidente Giordano Sangiorgi, in occasione della conferenza stampa romana: "Quest'anno festeggeremo i 20 anni del Meeting delle etichette indipendenti ma questa sarà anche l'ultima edizione. Riteniamo si sia chiuso un ciclo e che sia necessaria una nuova iniziativa più aperta al mondo". Insomma, dopo 20 anni e diversi spostamenti geografici e di rotta, il MEI chiuderebbe e via a titoli di giornali, lanci di agenzie e dibattiti in rete: il mondo indipendente è in crisi, come uscirne?, chi ha ragione? Finché Sangiorgi, abbastanza attivo nei commenti di alcuni siti di settore non interviene per correggere la rotta e specificare/ribadire meglio il suo pensiero. Tra i commenti ad Ondarock, dichiara: "Finiamo un ciclo. E lavoriamo con altri a riaprirne un altro, un nuovo cantiere. Al settore servono meno eventi e meno autoreferenzialita' e aprirsi di piu' al grande pubblico che merita di sentire le grandi produzioni di tanti artisti indies ai quali non riesce ad accedere. Serve di pui' un lavoro che tolga le risorse della musica per investirle nel settore delgi indipendenti e degli emergenti ai grandi della multinazionali della telefonia, dei social e del pc, ai grandi ripartitori dei diritti e ai grandi media. E che tali risorse e tali spazi si investano sugli indipendenti e gli emergenti per dare un futuro alla musica originale, inedita e innovativa del nostro paese. Vi aspettiamo tutti a Faenza questo fine settimana sara' divertentissimo e dibattutissimo! vedi su: www.meiweb.it E poi dopo: verso il #nuovomei2015! :-)".

Insomma, il Mei non chiude, ma dice, deve rigenerarsi, aprire un nuovo ciclo. Intanto, però, la frittata e fatta e in molti addetti hanno già preso posizione e non sempre favorevolmente al Meeting. Se Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti dichiara che "il MEI è un appuntamento importante che ha seguito negli anni la crescita della musica indipendente italiana, che mai come oggi trova il suo spazio nel mercato musicale" c'è, di contro, chi ne parla come di un'esperienza ormai finita da tempo, sottolineando come molte etichette non partecipano più e ne contestano le uscite del direttore vedendole più come un mezzo per far parlare di sé (riuscendoci, come visto). Non è d'accordo Sangiorgi che sottolinea come la manifestazione abbia "valorizzato il concetto di indipendente come colui che riesce a proporre validi percorsi artistici alternativi arrivando comunque a una più o meno ampia fetta di pubblico". Ad alimentare le critiche non è passata inosservata neanche la battuta di Sangiorgi sul rap visto come una delle cause del declino sconvolgendo "il mondo della musica sperimentale italiano". Il rap, però, è stata spesso una manna per il cosiddetto indie, visto che ha venduto molto, soprattutto nel 2013, con artisti ed etichette lontani dal mondo mainstream, ma in genere soffre il peccato originale di essere visto, da alcuni, come qualcosa di lontano dal mondo indipendente che farebbe riferimento solo a generi come rock, pop ed elettronica.

Quali sono le condizioni della musica indipendente italiana, però, è uno di quegli argomenti che torna in voga periodicamente. Sappiamo che tutto il comparto vendite è in crisi, e lo dicono i numeri, ma sappiamo anche che in questi ultimi anni non pochi progetti indipendenti sono riusciti a ritagliarsi una buona fetta di pubblico, riuscendo talvolta a entrare in classifica e fare il passaggio con la major (che non per forza un migliorare, ovviamente). I numeri ci dicono anche che lo scorso anno il comparto live ha riscosso ottimi numeri grazie soprattutto a quelli che la SIAE definisce concertini, ovvero gli eventi più piccoli e ovviamente è quello il settore che permette a una band di guadagnare, più che le vendite degli album che, siano fisiche o digitali, continuano nella loro discesa continua a favore di un sistema, quello dello streaming, che non ha ancora trovato la quadratura del cerchio permettendo guadagni interessanti anche a chi non fa milioni di stream. Insomma, il mercato è in cambiamento continuo, a seconda di chi ascoltiate è in una situazione pessima oppure continua a tenere e terrà, cambiando il proprio business.

Domani, intanto, riparte il Mei che continua a tenersi a Faenza e sarà dedicato a Roberto "Freak" Antoni, leader degli Skiantos, morto pochi mesi fa. Live, workshop didattici, convegni e premiazioni come da tradizione vedranno protagonisti decine di gruppi del mondo indipendente. Tra i premiati che saliranno sul palco in questi 3 giorni ci saranno Mannarino (Artista Indipendente dell’Anno, vincitore del Premio speciale PIMI),  Rezophonic (vincitori del Premio MEI speciale solidarietà), Mario Venuti, che riceverà un premio per i suoi 20 anni di carriera solista, Sud Sound System (vincitori del Premio speciale PIVI per il Miglior Clip Indie), Pierpaolo Capovilla (vincitore del Premio come operatore culturale dell’anno), Skiantos, Ylenia Lucisano, che presenterà alcuni brani del suo disco d’esordio “Piccolo Universo”, Riky Anelli (vincitore del Premio Anacapri Bruno Lauzi), Valentina Parisse, Capibara (vincitore del Premio speciale PIMI sezione Giovani), Gazebo Penguins (vincitori del Premio speciale PIVI sezione Giovani), Morgan (vincitore del Premio per il miglior videoclip indie dei 20 anni) e Manuel Agnelli degli Afterhours (vincitore del premio per il miglior album indie dei 20 anni). Il programma completo è sul sito ufficiale della manifestazione.

Se è cosa nota l'importanza che il Mei ha avuto per la diffusione della musica indipendente italiana nel corso di un ventennio – e come ogni cosa che dura tanto ha momenti buoni e altri di stanca – non si sa ancora cosa bisognerà aspettarsi dal MEI 2015, l'unica cosa chiara è che per ora esistono un paio d'hashtag – utilizzati proprio da Sangiorgi per discutere in rete – e poco altro e aspettiamo di capire ion cosa si concretizzeranno le buone intenzioni di Sangiorgi: "Per ora non c’è ancora un’idea concreta su come cambiare, ci stiamo lavorando e vorremmo farlo mettendo insieme le menti migliori del settore".

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