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Russia: Madonna e Lady Gaga sotto accusa per aver infranto le regole sui visti

Le due popstar sono accusate di aver violato le regole sui visti per aver svolto attività commerciali quando non avrebbero potuto. Ma l’accusa sembra essere una ritorsione contro le artiste per la loro difesa dei diritti gay in Russia.
A cura di Francesco Raiola
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Se siete personaggi pubblici e decidete di parlare a difesa dei diritti (degli omosessuali, nel particolare) nella Russia di Putin rischiate di incorrere in qualche guaio. È quello che sta succedendo a due artiste di calibro mondiali quali Madonna e Lady Gaga. Le due cantanti, infatti, sono state accusate di violazione dei termini del loro visto d'ingresso; il procuratore generale russo, infatti, ha confermato che nessuna delle due cantanti (Madonna che si era esibita nell'agosto scorso e LG a dicembre) avesse le carte in regola per poter entrare in Russia.

Il loro visto di scambio culturale, infatti – dice il Guardian che riporta la notizia -, non sarebbe stato valido visto che "non concede ai suoi possessori di praticare alcuna attività commerciale", mettendo così, automaticamente, le due artiste in una posizione di colpa.

Ma come è stato possibile che la giustizia russa si sia accorta solo ora dell'evidente falla? La risposta è semplice, ovvero c'è stata una denuncia da parte di un uomo che non ha ottima considerazione delle due. Vitaly Milonov, l'accusatore, infatti, è l'estensore della legge anti gay "Propaganda" di cui si è molto parlato in queste ultime settimane grazie anche alla firma al provvedimento da parte del Premier russo Vladimir Putin. La legge prevede una multa per chiunque divulghi informazioni dirette ai minori "al fine di formare idee sessuali non tradizionali" o che possano causare "la comprensione distorta" che le relazioni gay e quelle etero siano "socialmente equivalenti".

Una legge contro la quale si sono scagliate numerose associazioni per i diritti degli omosessuali oltre a vari artisti tra cui le due popstar contro cui Milonov si era già scagliato, cercando di perseguirle legalmente – e invano – per aver "promosso la sodomia, il lesbismo, la bisessualità e il transgenderismo tra i minori". La paura – sostiene sempre il quotidiano inglese – è che ora sarà sempre più difficoltoso per i promoter locali e internazionali portare artisti di fama mondiale a suonare sotto il Cremplino.

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