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La svolta dei Campetty

Una nuova band, un primo disco che raccoglie consensi, il secondo di una serie di video all’insegna dell’estro e dell’autoironia: per la carriera dei fratelli Campetti è un momento decisivo.
A cura di Federico Guglielmi
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Secondo una teoria ardua da confutare, i nuovi gruppi hanno quasi sempre nomi di atroce bruttezza perché quelli belli sono (stati) tutti usati. In questo senso a Fabio e Michele Campetti, fratelli di Brescia, è andata assai bene con la prima esperienza (gli Edwood) e piuttosto male con la seconda (gli Intercity): la terza l’hanno invece battezzata con il loro cognome, ma con la “y” al posto della “i” finale. Una scelta autoironica come quella di dare un titolo da antologia – “La raccolta dei singoli” – a un esordio discografico che di “singoli”, nel senso di brani trainanti, ne allinea parecchi. Quello cosiddetto apripista, diffuso a fine maggio con il relativo videoclip filmato in un ascensore, è “Nuoto dorsale”, mentre “The Muffa Forest” circola sul web da venerdì scorso e coglie i ragazzi e i loro strumenti sott’acqua in una piscina, come in una famosa session fotografica dei Nirvana di “Nevermind”. Chissà cosa inventeranno per il prossimo, che non si farà aspettare a lungo – il bassista Paolo “Mellory” Comini è grafico e videomaker – e contribuirà di sicuro ad affermare ulteriormente un album che nel giro indie sta facendo parlare non poco: merito anche della decisione di renderlo scaricabile gratis, come i tre lavori degli Edwood e i due degli Intercity, presso il sito www.campetty.it. Per i cultori del formato fisico esiste in ogni caso il CD, etichetta Orso polare, acquistabile dalla band, magari a una tappa del tour che partirà nel prossimo autunno.

Cosa suonano i Campetty? Semplificando, un pop-rock screziato di trame elettroniche incisive ma non preponderanti che si sviluppa avvolgente e ipnotico – ma con ritmi anche serrati – fra echi di post-punk e shoegaze, non mancando di riservare belle sorprese come gli inserti di wurlitzer e trombone. Particolare importanza rivestono poi i testi, in italiano, per lo più interpretati in modo piacevolmente onirico: un fiorire di immagini che compongono storie evocative e spesso un po’ surreali, disseminando giocose citazioni ora molto esplicite (in “The Muffa Forest” ce n’è una eclatante del Vasco Rossi d’antan, rimarcata oltretutto nel video) e ora più nascoste. Uno stile che rivela una propria specifica personalità pur ricordando a seconda dei casi varie altre esperienze: si tratta però di riferimenti sfumati se non addirittura di semplici suggestioni, che è inutile menzionare. Fa piacere, invece, porre in evidenza la notevole performance canora di Sara Mazo, già a fianco di Paolo Benvegnù negli indimenticati Scisma, che monopolizza il microfono nell’eterea, estatica “Mariposa gru” e aggiunge colori nella più compatta e maestosa “Il parco dei principi”.

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Il ricco schieramento di potenziali hit non rende però “La raccolta dei singoli” un disco prettamente estivo: le sue melodie sono accattivanti e i suoi versi non deprimono, questo senz’altro sì, ma nelle sue atmosfere velate di una malinconia quasi esistenzialista si rispecchiano semmai i primi giorni d’autunno, i rimpianti per quello che si è lasciato alle spalle, le consapevolezze cantate dai Righeira (“sto diventando grande / lo sai che non mi va”) così come – per ricorrere a un esempio più alto – da Francesco Guccini (“Settembre è il mese del ripensamento / sugli anni e sull’età / dopo l’estate porti il dono usato della perplessità”). Non si può esagerare con i superlativi, perché nonostante le numerose, felici intuizioni che li vivacizzano i dodici brani denotano qualche rigidità in termini di dinamiche espressive, ma i Campetti/y sembrano perfettamente in grado di risolvere il problema. Nel frattempo ci hanno regalato uno dei debutti italiani più intriganti del 2013 e questo, indipendentemente dalle stagioni, è un fatto da non sottovalutare.

THE MUFFA FOREST

NUOTO DORSALE

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Federico Guglielmi si occupa professionalmente di rock (e dintorni) dal 1979, con una particolare attenzione alla musica italiana. In curriculum, fra le altre cose, articoli per alcune decine di riviste specializzate e non, la conduzione di molti programmi radiofonici delle varie reti RAI e più di una ventina di libri, fra i quali le biografie ufficiali di Litfiba e Carmen Consoli. È stato fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", nonché caposervizio musica del "Mucchio Selvaggio". Attualmente coordina la sezione musica di AudioReview, scrive per "Blow Up" e "Classic Rock", lavora come autore/conduttore a Radio Rai e ha un blog su Wordpress, L’ultima Thule.
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