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Zucchero malato di depressione: “Amo la vita grazie ai farmaci”

L’artista racconta della forte depressione vissuta nei primi anni ’90. Solo grazie a farmaci antidepressivi e all’aiuto di un luminare della psichiatria, Fornaciari ha superato il momento più duro.
A cura di Laura Balbi
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Una confessione inattesa quella di Zucchero Fornaciari che racconta in un'intervista a "Ok salute e benessere" di aver vissuto un periodo di forte depressione. Il momento "no" vissuto da uno degli autori delle canzoni più gioiose della musica italiana, anche i suoi capolavori più apprezzati come "Miserere" sonno stati scritti proprio nel periodo buio. Dopo dopo quattro anni Zucchero ha deciso di affidarsi a degli esperti, e spiega:

Ho sofferto di depressione, una depressione profonda, quattro anni di disperazione. Se oggi amo di nuovo la vita è per merito della psichiatria e dei farmaci. Tra il 1989 e il 1993, nel periodo in cui ho scritto non a caso l'album Miserere, ero messo piuttosto male. Mi ero separato, avevo problemi personali, mi sentivo senza riferimenti. Più l'umore andava giù e più mi isolavo. Sono andato a vivere in una casetta sul mare, non sapevo più con chi stare, non mi interessava più niente, addirittura non volevo più suonare. Io non volevo nemmeno uscire di casa e loro mi invogliavano: "Dai, andiamo a prendere un gelato, bisogna solo attraversare la strada". Ma io niente. Avevo il terrore di uscire.

L'artista però non ha voluto cancellare il tour in quegli anni, e per rispettare i suoi impegni si rivolse a uno psichiatra:

Sono andato da un luminare di Pisa. Lui si è preso cura di me e un giorno mi ha detto: "Zucchero, se non vai in tournée ti devi ricoverare al reparto psichiatrico e dimostrare ai periti che non puoi muoverti da qui". Se mi fossi rotto una gamba sarebbe stato facile, ma con la depressione?

Il recupero è arrivato pian piano ed a fatica, anche grazie a una donna che lo ha sostenuto nel momento più difficile:

Devo molto a una donna, Laura, un angelo caduto in terra. Si occupava di me, tutte le sere mi preparava il bicchier d'acqua con la pasticca antidepressiva perché non riuscivo più a dormire. Non sono uscito di casa per sei mesi tanto stavo male. Era una bella donna, ma non ero in grado di innamorarmi, l'ho fatta soffrire molto.

La sua depressione però ha giovato alla sua arte, in quel periodo così tormentato Zucchero ha scritto le sue canzoni più belle; non solo quelle struggenti come "Senza una donna", ma anche "Diavolo" e "Per colpa di chi" che raccontavano in toni ironici il suo male di vivere. Fornaciari però ha affrontato tutto grazie allo psichiatra e ai farmaci, senza nascondere il bisogno che aveva di curarsi:

Per me i farmaci sono stati provvidenziali per ristabilire gli equilibri chimici dentro il mio cervello.

Zucchero è salvo grazie ai farmaci antidepressivi, una realtà che non nasconde a se stesso. La sua vita oggi è serena anche se ogni volta che è sul palco, come durante la Sesion Cubana all'Arena di Verona, torna il timore degli attacchi di panico. Concludendo la sua intervista Sugar da la sua opinione sull'argomento, dicendo:

Qui in Italia la depressione non è considerata una malattia. "Sei un po' esaurito", ti dicono, "beh, sei giù di corda". E tu ribatti: "Non sono giù, ho la depressione!". Ma nessuno ti capisce.

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