X Factor, ad Anastasio (forse) piace Salvini: e perché non dovrebbe piacervi più la sua musica?
"Ma Anastasio è un provocatore!" ci spiega una persona molto vicina al cantante napoletano che in queste ore è al centro del dibattito giornalistico e social non solo per essere il favorito della finale di questa sera di X Factor 12, ma anche per le sue presunte simpatie politiche che il podcast Ingranaggi ha scovato cercando nel profilo privato del rapper di Meta di Sorrento. Post ambigui, senza dubbio, condivisioni di post di pagine di destra, altri di Diego Fusaro, filosofo che piace molto agli ambienti sovranisti e di destra, appunto, like alle pagine di Matteo Salvini e Donald Trump e post che sono chiaramente il risultato di pensieri di un cantante che non aveva ancora la fama di adesso e non immaginava di poter diventare uno dei più discussi del Paese.
Qual è la colpa di Anastasio?
La colpa di Anastasio, insomma, sarebbe quello di essere di destra e lo stupore di alcuni sui social (su Twitter, per esempio) deriva dall'idea che il suo essere visto da alcuni come autore "impegnato" cozzi un po' con le idee che esprime sui social. Nei mesi scorsi la commistione musica/politica ha portato a polemiche più o meno ampie che avevano proprio il Vicepremier Salvini come obiettivo: è successo, ad esempio sia con Gemitaiz che con Salmo, due dei rapper più famosi d'Italia che si meravigliavano di come fosse possibile che parte del loro pubblico – gente che ascoltava le loro parole, quindi – potesse essere fan del Segretario della Lega. Si è anche parlato se fosse giusto o meno che gli artisti intervenissero per commentare questioni che vanno al di là della musica e il fronte, da sempre, in realtà, è ampio, tra coloro che vedono l'impegno come parte integrante dell'essere artista e quelli che, invece, vedono l'arte e la Politica come due argomenti a sé stanti.
Quali sono i post incriminati
Anastasio – o chi per lui – è stato comunicativamente ingenuo, vista la popolarità raggiunta, infatti, probabilmente avrebbe potuto gestire meglio alcuni post del suo profilo personale, più per evitare quello che è puntualmente accaduto che per una sorta di autocensura. Oggi la sua risposta viene proprio da uno di quei post personali che gli si sono ritorti contro e così dalla sua pagina ufficiale ha postato uno screenshot di un suo vecchio post in cui dichiarava: "Tra le cose che ho da dire metà sono banali, metà sono bugie, taccio per non essere bugiardo, mento per non essere banale". Una frase che, a questo punto, però, ha ben poco da dire perché è evidente che forse erano banali, sicuramente non erano bugie: è vero anche che a scavare in quel marasma che è il profilo personale di un ventenne si trova di tutto, oltre ai post a cui abbiamo già accennato, ce ne sono altri che prendono in giro la polemica di Forza Nuova contro un libro per bambini che aveva come protagonisti due pinguini gay, o quello in cui si criticava Trump per la chiusura delle frontiere col Messico che portò alla separazione di alcune famiglie fino al commento a corredo dell'ormai famigerata foto di Salvini sul canale veneziano in cui il cantante parlava di "meme vivente".
L'influenza della Politica sulla Musica
La domanda, però, sorge spontanea ed è, appunto, atavica: quanto e in che modo la fede politica di un cantante incide sul piacere che la sua musica ha portato ad alcune persone. Se fino a ieri, insomma, la versione di "Generale", che ha avuto una eco enorme, e l'inedito "La fine del mondo" erano piaciute così tanto, in che modo oggi quell'amore può essere minato dalla scoperta che un ventenne, che fino a un paio di mesi fa aspirava a fare musica ma non era famoso, ha delle idee (confuse) politiche diverse dalle nostre? Quanto quella che in molti definivano "Poesia" può essere minata dai post "politici" di una pagina privata? La domanda, ovviamente, continuerà a restare inevasa, ma da questa oggi, non c'è dubbio, Anastasio ha cominciato ad apprendere cosa voglia dire essere popolare e quanto può pesare ogni virgola di quello che dirà.