Vinicio Capossela presenta il libro “Tefteri”: “Siamo in debito con la Grecia” (VIDEO)
Tefteri, ovvero libro dei conti, così s’intitola il terzo libro di Vinicio Capossela, uscito il 16 maggio per Il Saggiatore. Dopo la presentazione a Torino, Tefteri arriva anche a Milano (residenza del cantautore) in una festa di musiche, danze e letture, organizzata a Macao, il centro occupato dagli operatori della cultura più di un anno fa.
Per l’occasione, Capossela è comparso come maestro “d’orchestra”, di danza e anche tecnico dell’audio, senza privare i tanti giovani accorsi all’evento di “piccole incursioni letterarie”, più che reading veri e propri. Un libro che non si presenta, dunque, ma si festeggia all’insegna del rebetiko, la musica degli emarginati, dei poveri, che – come scrive Capossela in Tefteri – «ha la carica eversiva del punk senza dover scimmiottare i Sex Pistols».
Ad aprire le danze, infatti, sono stati gli Evì Evàn Rebetiko, la band considerata il riferimento in Italia di questo genere. Solo a notte fonda Capossela è sbucato per leggere alcuni brani del libro, accompagnato da bouzouki, baglamas, fisarmonica, e altri strumenti tipici. “Il re della cantina” non si è presentato da solo, ma è arrivato con Psarantonis, pseudonimo di Antonis Xylouris, il famoso suonatore di lira, chiamato Zeus per le sue somiglianze col dio della mitologia, che ha scaldato la nottata con le sue melodie elleniche, ancestrali, evocative, in sintonia con Tefteri, il libro dei conti in sospeso.
Nato in Grecia, come taccuino di viaggio, questo libro è cresciuto nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, negli anni del tracollo finanziario, catturando visioni, personaggi e anche molta musica, come il rebetiko, che è una musica «nata da una catastrofe, da una grande crisi e da una colossale migrazione e ha dentro di sé il cromosoma della ribellione e della rivolta individuale» – ha spiegato.
È la terza volta che Capossela si confronta con l’universo ellenico. Già gli album Marinai, Profeti e Balene del 2011 e Rebetiko Gymnastas del 2012 erano lavori che prendevano le mosse dalla Grecia, come a voler veramente pagare quel riscatto che il mondo Occidentale deve al paese di Omero, di cui ha parlato ai microfoni di Fanpage, affermando: «siamo tutti in debito con la Grecia».