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Vijay Iyer e Iaia Forte sul palco del Roma Jazz Festival

Il compositore, fisico e matematico newyorchese porterà sul palco della manifestazione romana il suo stile eclettico. Lì dove ci sarà anche Iaia Forte, impegnata a leggere racconti dello scrittore nipponico Murakami.
A cura di Andrea Parrella
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Il Roma Jazz Festival si tinge di una nota di imprevedibilità questa sera, 22 ottobre, alle 21, quando sul palco dell'auditoriumdove ieri sono saliti Peppe Servillo, Mangalavite e Girotto (hanno parlato ai nostri microfoni di "Futbol", spettacolo a cavallo tra musica e letteratura), ci sarà uno dei più eccentrici pianisti emersi sulla scena internazionale nelle stagioni recenti: si tratta di Vijay Iyer, compositore dotato di di sfumature elettroniche pur imperniate su uno stabile equilibrio nella prassi della composizione. Di origini newyorkesi, dal 2014 sarà professore di musica all'università di Harvard. Il che per altro rivela anche la tradizione accademica dalla quale proviene, avendo un passato da studente di fisica e matematica a Yale, prima  che divenisse compositore.

Non è necessaria una raffinatezza d'orecchio particolarmente acuta per intuire che questo humus "geometrico" traspare quasi a primo ascolto, come se Vijay fosse la dimostrazione concreta di un percorso che non ha abbandonato, l'abbraccio definitivo tra la scienza e l'arte avvenuto sotto le stelle del jazz: la matematica della musica non è confine, limite, ma semmai trampolino per superarlo. I risultati della sua produzione hanno risvolti enigmatici, che qualche volta penalizzano l'aspetto strettamente melodico ma fanno di una sessione live uno spettacolo pressoché imperdibile.

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La "messinscena" è completata dalla presenza sullo stesso palco di Iaia Forte, che leggerà gli scritti di uno dei più noti letterati nipponici del nostro tempo, Haruki Murakami, dalla sua opera "Ritratti in Jazz". Un testo articolato sulla base delle vicende di vita di un proprietario di jazz club originario di Tokyo. Sono storie, le sue, nate per raccontare altre storie, senza correre mai il rischio di perdere il nesso e le consequenzialità logiche della narrazione, ma sempre alterando la realtà descritta, impreziosendola di una note di imprevedibilità che è la cifra caratteristica della scrittura di Muramaki. L'attrice romana, la cui descrizione è pleonastica, regalerà al pubblico del Roma Jazz una delicata interpretazione di questi racconti.

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