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Vallanzaska: ascolta in esclusiva “TheGenerazione”, il loro ultimo album

Sono arrivati al settimo album in poco più di vent’anni i Vallanzaska, uno dei gruppi fondamentali del panorama ska nazionale. L’album si chiama “TheGenerazione” e vanta diverse collaborazion (Tonino Carotone, Gherardo Colombo…). Da oggi potete ascoltarlo in esclusiva per Fanpage che ha intervistato anche il cantante Las Dava.
A cura di Francesco Raiola
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Il nuovo album dei Vallanzaska: Thegenerazione

A 4 anni da "iPorn" e a 3 dalla raccolta "The Best Spaghetti Ska 1991 – 2011" che ne celebra i 20 anni di carriera i Vallanzaska escono con un nuovo album "TheGenerazione" – titolo che coglie l'ironia che da sempre contraddistingue una delle band di riferimento del panorama ska nazionale – nato "dall'esigenza di suonare dal vivo con qualcosa di nuovo" come ci racconta il cantante della band La Dava. Vent'anni in cui la band ha segnato un percorso fondamentale per chiunque, in Italia, voglia approcciarsi al genere anche perché "nello ska continuiamo ad essere i più fighi d’Italia. Parola di Ska-p" continua il cantante, il quale ci spiega anche come sono nate alcune collaborazioni – come quella con Tonino Carotone e con l'ex PM di Mani Pulite Gherardo Colombo – ("Il casino non è scegliere gli ospiti ma averli") e la cover di "L'emozione non ha voce" di Adriano Celentano: "Da anni, ad ogni concerto, per provare la mia voce e l’impianto, canto questa canzone. Mano a mano anche gli altri Vallanza hanno cominciato a venirmi dietro. Questa canzone provoca sempre grandi sorrisi e occhi a cuore in chi l’ascolta (bariste, buttafuori, tecnici) mentre facciamo le nostre prove del suono".

Da oggi potete ascoltare in esclusiva, per Fanpage, il loro nuovo album e leggere l'intervista completa che abbiamo fatto a La Dava.

Buon ascolto e buona lettura

“TheGenerazione”. Ecco, partiamo dal titolo: viene prima il significato generazionale o quello degenerativo?

Vanno a braccetto: è una generazione degenerata. Il titolo del disco, come spesso accade nei dischi dei Vallanzaska, viene da una canzone contenuta nell’album. In questo caso da “Generazione di fenomeni”, canzone che apre l’album e che nel ritornello recita: “generazione di fenomeni, generazione tutti anonimi: degenerazione”. Ma è solo un bel titolo per un disco, l’album parla un po’ di tutto.

Come nasce questo vostro settimo lavoro?

Soprattutto dall’esigenza di suonare dal vivo con qualcosa di nuovo. Siamo un gruppo piuttosto pigro, in 23 anni abbiamo fatto 7 dischi, uno ogni 3 anni dal 1994, e per  “Thegenerazione” abbiamo sbracato finendo a 4 anni dal precedente. Però i nostri sono dischi longevi, ci fanno girare tanto per cui solo quando la spia della benzina si accende capiamo che dobbiamo tornare in sala prove e poi in studio. E pensare che andare in studio di registrazione, creare, lavorare assieme su qualcosa di nuovo è la cosa che ci piace di più. Siamo pigri.

L'ironia è una matrice importante dei vostri testi. Non ci resta che quella per affrontare “la crisi”?

Noi possiamo raccontarla a modo nostro anche perché ci siamo in mezzo. Al resto ci hanno rassicurato che ci pensa lui, Matteo.

L'altra volta fu Renato Vallanzasca, questa volta Tonino Carotone, Gherardo Colombo, Ruggero de I Timidi, tra gli altri. Come decidete le collaborazioni?

Le collaborazioni le decidiamo una volta composta la canzone. Alcuni esempi: Carotone è ospite in “Bicchiere”, canzone d’amore dove l’oggetto del desiderio è il bicchiere per sbronzarsi. Gherardo Colombo (ex PM di Mani Pulite, scopritore insieme al giudice Turone delle liste della P2) è presente in “Se telefonando”, brano che parla di intercettazioni telefoniche. E via così. Il casino non è scegliere gli ospiti ma averli.

C'è anche Celentano in questo album. Come mai avete scelto di fare una cover di “L'emozione non ha voce”?

Il motivo è curioso e non paraculo. Tutto parte dai nostri soundcheck. Da anni, ad ogni concerto, per provare la mia voce e l’impianto, canto questa canzone. Mano a mano anche gli altri Vallanza hanno cominciato a venirmi dietro. Questa canzone provoca sempre grandi sorrisi e occhi a cuore in chi l’ascolta (bariste, buttafuori, tecnici) mentre facciamo le nostre prove del suono. Non siamo nuovi a fare le cover, abbiamo così deciso di registrarla stravolgendone completamente l’arrangiamento e di inserirla in “Thegenerazione”.

Siete uno dei gruppi fondamentali della scena ska italiana. Qual è lo stato delle cose, oggi?

Nello ska continuiamo ad essere i più fighi d’Italia. Parola degli Ska-p. Il fiato sul collo lo sentiamo dalle brave “nuove” leve: Le Teste, gli Uniposka, i Collywobbles. E noi gentilmente diamo loro delle mentine.

Il nuovo spettacolo sarà “ricco di colpi di scena e ospiti improvvisi”. Potete anticiparci qualcosa?

No, se no che sorpresa sarebbe? Venite ai concerti e lo vedrete. Posso solo anticipare una cosa ovvia: faremo anche le nostre canzoni più popolari ma solo e unicamente per non trovarci le persone al bancone del bar dopo il concerto che ci chiedono perché non abbiamo fatto “Si si si No no no”.

Per il vostro Best Of avete chiesto aiuto ai vostri fan sui social. Qual è il vostro rapporto con le nuove tecnologie e coi social in particolare?

Siamo in 7 (come i Madness) e ognuno di noi ha il suo rapporto con i social. Come Vallanzaska siamo molto attivi sulla pagina facebook, però fino ad un certo punto. Lì noi non commentiamo fatti politici, sportivi o d’attualità, sono cose che se mai trattiamo nelle canzoni. Però, anche con “Thegenerazione”, abbiamo utilizzato la tecnologia e i social creando un gruppo di beta tester per aiutarci a comprendere meglio che cazzo stavamo facendo con il disco nuovo. Siamo stati contenti del risultato.

Madness e The Specials sono i vostri fari. Ma se doveste guardarvi attorno oggi, quali nomi fareste?

Alcuni nomi di giovani gruppi te li ho già segnalati (sono i gruppi con cui suoniamo di più e appunto per questo conosciamo ed apprezziamo di più). Però non si parla certo dei nuovi Madness o nuovi Specials. Insomma, anche noi cerchiamo nuovi fari? Può essere, ma suoniamo da tanto tempo e sempre di più abbiamo un nostro stile riconoscibile. Tra l’altro la luce dei gruppi che hai nominato fa ancora un sacco di luce. Parlando di fari internazionali non capisco come mai i nuovi gruppi ska italiani non guardino agli Ska-p per ispirarsi e poi creare. Io fossi in loro lo farei.

Avete cominciato più di 20 anni fa? Come si resiste tutto questo tempo assieme?

Se la Mussolini ha perdonato il marito puttaniere che va con le baby prostitute, come pensate che qualche scazzo sul furgone per una birra possa farci qualcosa? Il nostro è un matrimonio serio.

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