Vale Lambo presenta “Come il mare”: “Non riuscivo più a scrivere, poi ho visto il mare a Mergellina”
Vale Lambo ritorna con "Come il mare", l'ultimo progetto che segue dopo due anni "Angelo", il suo disco d'esordio. Un album molto intimo per l'artista campano, che ha tracciato nuove strade musicali per il suo futuro, rendendo il lavoro pubblicato camaleontico, quanto ben articolato. Il disco, uscito lo scorso 25 settembre, è composto da 16 tracce con 8 collaborazioni: un prodotto che ha aspirazioni di ascolto nazionale, anche se mantiene in alcuni brani il dialetto, un tratto distintivo che tende però a rinforzare i concetti. Alle produzioni le due certezze di casa, con Niko Beatz e Yung Snapp, che hanno disegnato per Lambo melodie dallo stampo europeo, riprendendo anche le passioni musicali del rapper, influenzato dalla grime Uk e dal cloud francese dei PNL. Un disco che potrebbe essere, da una parte la consacrazione di Vale Lambo nella scena nazionale come uno dei migliori liricisti, dall'altra potrebbe essere l'occasione per il rapper di varcare i confini del genere musicale, come fatto in "Neve". Le sonorità indie, ritrovate nel brano con Carl Brave, sembrano adattarsi alla scrittura e al tono melodico di Lambo, che però adesso programma una nuova pubblicazione, questa volta con la "SLF".
“Come il mare” è un disco che arriva dopo due anni di “Angelo”, un progetto che alcune volte magari si legava anche troppo musicalmente al tuo passato, alle Scimmie per intenderci. Quanto ha vissuto Vale Lambo in questi due anni e quando ha scritto questo disco?
Nasce due anni fa, dopo "Angelo". Praticamente avevo bisogno di vivere e fare cose nuove. Non riuscivo a scrivere, ma un giorno andai a Mergellina, a fare un giro con gli amici. Mentre vedevo il mare, mi sono venute in mente le mie storie e il mio passato. Da lì è partito tutto. Volevo chiamarlo "Il mare", poi durante questi due anni, quando vedevo il mare agitato, mi sentivo come lui. E da qui è nato "Come il mare"
Ciò che si può notare dalle produzioni di questo disco è una voglia di allargare il proprio ascolto, con influenze che vanno dai PNL nel brano “Come il mare” (riferimento al singolo dei francesi, "Blanka") al grime inglese nei brani “Gotti” e “Valentino”. Come ti ha influenzato questa musica, e se potessi scegliere un artista straniero con cui collaborare, chi sceglieresti a parte French Montana?
Mi ha influenzato in modo viscerale. Quando me ne andai da Napoli, perché non c'era lavoro e mi trasferì a Londra. Lì cominciai a scrivere "Angelo" e finimmo l'ultimo album con Le Scimmie con Lele Blade. Lì si respirava rap per strada, partendo dai ragazzi che andavano al college. Ascoltavano grime dalle cuffiette, e a me piaceva questa cosa, mi incuriosiva. Gli chiedevo cosa stessero ascoltando e da lì mi attaccai con il genere. Poi ci fu Pop Smoke, e volevo fare qualcosa con Geolier che omaggiasse quella cultura e per questo è nata "Valentino" con lui. Per quanto riguarda il cloud francese, lo portiamo da sempre a Napoli io e Lele Blade con Le Scimmie, quindi se devo scegliere un feat straniero con French Montana, sceglierei i Pnl.
C'era da aspettarselo, in effetti…
È impressionante il loro modo di ragionare, hanno rifiutato un feat con Rihanna e da quello che ho capito forse lo rifiuteranno anche a Drake. Loro collaborano solo con la cerchia di amici, con la loro crew.
Uno dei brani che mi ha stupito di più è stato quello con Franco Ricciardi. Nel primo brano canti l’amore perduto dalla prospettiva di una donna, qualcosa di insolito per il panorama hip hop nazionale. Come sei arrivato alla scrittura di questa canzone?
La canzone con Franco nasce perché volevo una voce simbolica di Napoli, quindi chi più di Franco. È nata perché io volevo dare forza alle donne, nel rap se ne parla poco, e alcune artiste vengono discriminate, come Anna. Adesso a Napoli ci sono queste due ragazze, Vale Lp e Lil Jolie. Non mi piace il machismo nel rap italiano, cosa che non succede in America. L'ho trasformata in una storia d'amore, dalle storie che ascoltavo dalle mie amiche, dalle ragazze in strada che parlavano del dolore di una perdita. Mi sono messo io nei panni di una donna che raccontava il proprio dolore, così è nata.
La traccia “Solo piano” sembra suggerire una tua apertura verso melodie completamente nuove, non solo nella strumentale ma anche nella tua gamma vocale? Anche questa, da dove nasce?
Invece "Solo Piano", che è anche la mia canzone preferita, mi sono messo a nudo e ho raccontato tutte le volte che mi sono sentito a disagio. Questo è il vero Vale Lambo.
Nel brano “Statt Zitt” parli di una successione, magari quella tra i Co’Sang e le Scimmie. È giusto dire che dal 2012, anno di scioglimento dei Co’Sang, le Scimmie hanno preso il loro posto per raccontare la periferia di Napoli, cambiando il linguaggio e lo slang?
Il loro posto mai, perché per me sono dei dell'Olimpo, li ascolto ancora oggi. Penso, però, che l'unico posto sul podio dopo i Co'Sang, sia delle Scimmie. Ma non per vantarsi, siamo riusciti ad evolvere quel sound troppo crudo, per renderlo più gioioso, più party.
Come evolve nel frattempo il tuo ascolto musicale?
Ascoltando musica diversa dalla mia, del tipo i Queen, i Beatles, gli M83, ma anche Ennio Morricone. Sull'aspetto melodico mi dà la possibilità di riuscire ad interagire anche con i miei beatmaker, lavorando assieme a delle nuove linee melodiche per i miei brani.
È difficile non parlare della collaborazione avuta nel disco di Gigi D’Alessio. Com’è nata la cosa? Che tipo di scambio c'è stato, cosa avete dato voi a Gigi?
Mia madre mi faceva ascoltare sempre Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo, quindi il fatto che si sia messo in gioco, ci ha onorati. A lui abbiamo dato qualcosa che gli mancava, nel senso che oggi si ascolta la musica rap e la gente si ispira a noi. Quindi aveva un perché la fusione dei due stili, ma non credo che porterà a un'evoluzione del nuovo genere.
Alcune tracce dell’album sono innegabilmente delle hit da club, in un periodo in cui l’idea di partecipare a un concerto, anche all’aperto, sembra terrorizzare tutti. Quanto è difficile per un artista sopravvivere in questo periodo, e quanto ti manca l’esibizione dal vivo?
È difficilissimo, perché il club è l'unica fonte di guadagno per gli artisti. Però nella sfortuna abbiamo avuto la nostra fortuna, quella di avere del tempo per pensare a noi stessi per pensare e scrivere altre cose. Io durante il lockdown ho preso il periodo per pensare a me stesso e scrivere parte dell'album.
In molti pensano che Le Scimmie si siano sciolte. Credi che ci sarà un progetto a breve da soli, o sarà qualcosa relazionato sempre alla SLF (crew con gli altri rapper napoletani)?
Adesso stiamo pensando a Slf, stiamo facendo un progetto che uscirà una bomba, perché ci stiamo divertendo. Non lo stiamo pensando come a un disco ufficiale, stiamo ragionando su un mixtape, ma comunque sarà un progetto molto forte. Per Le Scimmie ti dico "ni", perché ci stiamo ancora pensando.