Uno Maggio, Riondino: “Parliamo di Lavoro e sicurezza a Taranto, cosa che i Sindacati non fanno più”
Ci ha messo pochi anni l'Uno Maggio di Taranto per conquistare un pezzetto di quello spazio che per anni è stato appannaggio del Concertone di Piazza San Giovanni di Roma, organizzato dalle tre sigle sindacali principali. Grazie al lavoro dei direttori artistici Michele Riondino, Roy Paci e Diodato e al Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, infatti, Taranto è diventata una realtà in cui parlare di lavoro e farlo attraverso la musica, usata come strumento e non fine, come spiega Michele Riondino a Fanpage.it presentando questa nuova edizione – presentata da Valentina Petrini, Valentina Correani, Andrea Rivera insieme alla new entry Martina Dell’Ombra – che vedrà salire sul palco artisti come Brunori Sas, Emma, Noemi, Levante, Irene Grandi, Ghemon, Teresa De Sio, Mezzosangue, Colapesce, Francesco Di Bella, tra gli altri.
Riondino, l'Uno Maggio di Taranto torna dopo un anno di stop…
Sì, ci siamo fermati un anno ma non è che abbiamo abbandonato la scialuppa, solo non c'erano le condizioni per farlo l'anno scorso.
C'era quel problema delle elezioni non volevate entrare in campagna elettorale, tra le altre cose, giusto?
Sì, in realtà è solo per quello perché avevamo già la scaletta pronta.
Quindi si riprende quest'anno come se niente fosse successo?
Esatto, ci sono delle grandi novità per la logistica del posto, abbiamo cambiato il palco che adesso è molto più grande, anche se c'è questo protocollo del Decreto Gabrielli (la Direttiva sulle manifestazioni pubbliche, ndr) che ci sta facendo diventare scemi, perché ci stanno controllando tutto, ce la stanno mettendo tutta per metterci in difficoltà.
Mi fai capire bene la questione?
Beh per questo protocollo dobbiamo rispettare parametri al limite dell'assurdo, perché è lo stesso Decreto che spesso è in contraddizione con se stesso, ti faccio un esempio: dato che i mezzi non possono entrare nell'area dove si terrà la manifestazione, non possiamo svuotare i bagni pubblici, quindi quando se ne riempie uno questo va chiuso, non potendo essere svuotato.
E come la state affrontando questa cosa, quindi?
Beh, l'affrontiamo rispettando questo protocollo e cercando di farci dare tutti i permessi, però è veramente estenuante. Io so solo una cosa, che in 5 anni che abbiamo organizzato il primo Maggio Taranto non abbiamo mai avuto problemi, mai.
C'entra qualcosa anche la situazione politica cambiata lo scorso anno?
No, qua il punto è del Prefetto. Poi bisogna vedere come vengono rispettati i punti del protocollo, infatti mi chiedo come Roma stia rispettando lo stesso tipo di percorso: delimitazione dell'area, conta persone, perché a noi ci stanno mandando al manicomio. Poi sono tutte cose che dobbiamo pagare di tasca nostra, perché devono farlo gli organizzatori, quindi per esempio dobbiamo mettere sotto contratto più di 100 steward che controllino l'area etc.
Economicamente, quindi, riuscirete a coprire tutto, vista l'autofinanziamento della manifestazione?
Non è che oggi siamo in grado di coprire tutte le spese, è che dobbiamo continuare a fare quello che facciamo e all'interno dell'area forse l'unica nota positiva è che forse, e sottolineo forse, quest'anno non dovremmo, sulla carta, avere problemi di abusivi: noi facciamo totale affidamento sui nostri bar che poi ci permetteranno di coprire tutte le spese, e quest'anno forse, visto che l'area è delimitata e controllata dalle Forze dell'Ordine – che prima non c'erano -, dovremmo riuscire a non avere problemi con gli abusivi che ci ostacolano nella raccolta dei soldi necessari. Finora abbiamo delle risorse che provengono da piccoli sponsor etici locali, del territorio, dalla raccolta fondi, da Canale 85 che è la tv che manderà in diretta l'evento, queste piccole forme di finanziamento qua.
Tornando alla musica, quest'anno avete una line up che si è allargata a nomi più ‘mainstream' che potrebbe portare anche un pubblico più ampio, diverso…
Guarda, questa è sempre stata la nostra volontà, non è una novità di quest'anno, abbiamo sempre cercato di variegare la line up proprio per soddisfare quanti più generi e target maggiore di persone. Ma rientra nella logica dell'evento, la musica da noi serve per far veicolare dei messaggi, quindi è inevitabile che si abbraccino diversi generi, proprio perché dobbiamo far arrivare sotto il nostro palco quanta più gente possibile perché devono passare certi messaggi.
Una line up che qualcuno ha definito "senza contenuti", scatenando anche l'ira e la risposta piccata e pubblica di Roy Paci, tra l'altro.
Stiamo parlando di Rolling Stone: innanzitutto vorrei che qualcuno me lo spiegasse quell'articolo, perché non ho capito di cosa parla, quale era il messaggio. Di cosa stiamo parlando? Io trovo quell'articolo offensivo nei confronti degli artisti che vengono a suonare a Taranto, che cosa vuol dire, che Vinicio Capossela, Brunori Sas, Emma, Irene Grandi, levante, Bud Spencer Blues Explosion, Ghemon, Mezzosangue, Piotta e tutti gli altri non hanno la dimensione etica e morale per suonare a un evento dedicato ai lavoratori? A un evento come il nostro in cui la musica è soltanto co-protagonista di alcuni messaggi politici? Poi sono curioso di capire a Roma di cosa parleranno, quali sono i messaggi? La sicurezza sul lavoro? Beh, io invito le sigle sindacali a rispondere di questa cosa qui a Taranto dove si muore ancora per mancanze nella sicurezza: lo dicano alla famiglia di Alessandro Morricella, morto in un altoforno perché investito da un getto di ghisa bollente, la Magistratura aveva dichiarato fuorilegge quell'altoforno e il Governo è stato pronto a fare subito un decreto per rimetterlo a norma, nel silenzio dei Sindacati. Quindi quando bisogna parlare di sicurezza solo il primo maggio?
A proposito di contenuti, ho visto che voi quest'anno puntate su vari temi, dai giovani alle donne, quale è il messaggio da veicolare?
Noi affronteremo diversi temi partendo dalla nostra idea di accordo di programma che possa prevedere la chiusura programmata dell'Ilva e che quindi possa dare a Taranto un'alternativa al monopolio dell'acciaio che condiziona l'economia di questa città in maniera prepotente da oltre 40 anni; proponiamo alcuni temi fondamentali, le donne, ad esempio, sono molto importanti e affronteremo il tema della chiusura paragonando la nostra esperienza di quella dell'Ilva di Genova che nel 2005 attraverso le donne di Cornigliano, che ospiteremo sul palco, ha visto sul tavolo un accordo che ha permesso all'acciaieria di Genova di chiudere i battenti ed essere trasferita a Taranto. Ci siamo illusi di poter dare voce a tutte quelle realtà che non trovano spazio negli organi di stampa: la musica da noi è co-protagonista e, ribadisco, gli artistico he vengono da noi lo fanno per dare seguito ai nostri messaggi e spesso lo fanno a spese loro perché si sono artisti che ci mettono loro i soldi e io non smetterò mai di ringraziarli ed ecco perché l'articolo di RS è offensivo.
A che punto siamo di questo percorso, ormai? Quali sono i risultati più importanti che avete raggiunto, quelli non per forza tangibili, ma anche di incidenza del messaggio rispetto a quello che vi eravate posti all'inizio di questo percorso?
Innanzitutto da 5 anni a questa parte abbiamo nazionalizzato il nostro problema, ormai possiamo dire che occupare la festa dei Lavoratori fisicamente, togliere dalle braccia e dalle mani delle sigle sindacali una festa che aveva perso completamente i contenuti essenziali per definirla festa del lavoro e dei lavoratori, è stata una scelta saggia che oggi possiamo dire abbiamo saputo sfruttare perché le abbiamo restituito quei contenuti che le erano stati sottratti. A noi ovviamente non basta, vorremmo smuovere le coscienze, in particolare quelle dei tarantini, perché vorremmo che capissero che l'1 maggio è alla fine un giorno di festa ma per 365 giorni servono ad affrontare i nostri problemi, e questo è già più difficile perché dobbiamo tener conto del ricatto occupazionale che i tarantini subiscono. E io non posso far finta di non aver ascoltato le parole di Landini che accusa me e gli organizzatori di creare la guerra dei poveri: non esiste più il Landini di sinistra perché quello di un tempo non avrebbe mai detto queste cose, fa molto male sentire queste parole da parte di un sindacato che ha l'Eni come sponsor sul proprio palco. Eni che qui a Taranto è parte integrante del problema.
Essendo quello del Lavoro un problema comune a tutti, se volessimo provare a capire come possono convivere in maniera serena questi due festival importanti, come potremmo fare? Arriverà un momento in cui potranno coesistere pacificamente?
Guarda, io non ho niente in contrario allo spettacolo e al concerto: io rispetto il lavoro di Bonelli [organizzatore del concertone di Roma, ndr] e tutti gli artisti che ci vanno, lo spettacolo, l'arte, la musica va rispettata. Il discorso è che noi non potremmo mai e poi mai avere una collaborazione, ma solo perché quello è un palco organizzato dalle tre sigle sindacali che qui a Taranto si è disinteressato del nostro problema. Ma vi pare normale che nella festa dei Lavoratori questi sindacati non vengano a Taranto? Il caos Ilva è scoppiato perché non ci sono mai stati i Sindacati a prendere le giuste distanze dall'ambiente e a rappresentare i lavoratori e i cittadini: noi non siamo contro l'idea di Sindacato, sia chiaro, ma contro quello che oggi è diventato il sindacato di rappresentanza. Tornando alla domanda, ribadisco, io non ho nulla contro Bonelli, con Massimo ci sentiamo, poco, ma ci confrontiamo, e lui è sempre carino nel voler trovare un modo per collaborare, sarebbe bello: c'è stato un anno in cui mi chiese di fare qualcosa assieme, io gli dissi chiaramente che avrei potuto dire sì, facciamolo, e usare quel palco per lanciare i miei messaggi contro quel sindacato che organizzava il suo evento, sfruttando così la tua gentilezza, ma io non voglio fare il gioco sporco. Insomma, parliamo di due spettacoli musicali bellissimi, ma fondamentalmente la nostra è una manifestazione politica, e per politica intendo libertaria, dove ci sono messaggi e dove non c'è censura.