U2 primi in classifica in Italia con Songs of Surrender: le canzoni non sono immobili, ma materia viva
Gli U2 hanno debuttato in testa alla classifica FIMI di vendita degli album italiani con il loro ultimo "Songs of Surrender", il giorno prima che Bono annunciasse due date italiane (al Teatro San Carlo di Napoli il 12 e 13 maggio) per presentare il libro a cui questo lavoro si lega a doppio filo. Quaranta canzoni sono un'immensità se immerse nel contesto contemporaneo della fruizione musicale. Gli U2 lo sanno bene, ma se ne fregano, e così il giorno di san Patrizio hanno deciso di far uscire queste "Songs of Surrender", le canzoni di una resa. Sebbene questa sia a tutti gli effetti una raccolta sembra quasi, per certi versi, un album di inediti. Gli U2, infatti, hanno deciso di re-incidere e ri-registrare 40 canzoni che pescano nella loro immensa carriera, unendo grandi classici a pezzi meno noti, molti inclusi in quel "Songs of Innocence" che fu mezzo boicottato dopo un'operazione di marketing quasi suicida. È stato The Edge ad avere l'idea di ripercorrere la storia della band spogliando quasi completamente le canzoni e rivestendole di colori pastello, riducendo al limite le batterie, per esempio, e dando nuova vita a brani che ormai sono parte del bagaglio personale anche di chi non è grandissimo fan della band irlandese.
Nasce così questo lavoro da 40 canzoni, diviso in quattro parti da dieci che parte con "One" e finisce con "40", lasciando a questo gioco il momento didascalico di un lavoro che di didascalico ha ben poco. Anche perché il lavoro sulle canzoni non riguarda solo gli arrangiamenti che spesso le rendono irriconoscibili ma anche i testi. bono è cambiato rispetto al ragazzino che sulla scia dell'amore per il post punk scriveva negli anni '80 un pezzo di storia della musica mondiale. Il tempo passa, le idee si modificano, anche la voce si modifica e la società cambia. È il motivo per cui il cantante ha deciso di riscrivere anche i testi di queste canzoni, aggiustandole un po' o cambiandone, perché no, proprio il significato ("Walk on" per esempio, è passata dalla dedica ad Aung San Suu Kyi all'Ucraina).
L'operazione è interessante, molto più di tante edizioni rimasterizzate, perché l'idea di fondo è che a invecchiare non sono solo gli artisti, ma anche i brani, soprattutto per quanto riguarda la parte testuale. Ma cambia anche la voce, e si sente: c'è un Bono diverso da quello degli anni '80, che si modula molto meglio rispetto a queste canzoni scarnificate:"La musica ti permette di viaggiare nel tempo, e siamo diventati curiosi di scoprire come sarebbe stato portare alcune delle nostre canzoni degli inizi con noi nel presente, dando loro una veste del 21mo secolo – ha detto The Edge -. Quello che è iniziato come un esperimento, mentre molte delle nostre canzoni si vestivano di nuove interpretazioni, si è velocemente trasformato in una personale ossessione. L’intimità prendeva il posto dell’urgenza del post-punk. Nuovi ritmi, nuove tonalità e in alcuni casi sono arrivati nuovi accordi e nuovi testi. È venuto fuori che una grande canzone è qualcosa di indistruttibile. Il processo di selezione delle canzoni da rivisitare è iniziato con una serie di demo. Ho osservato cosa resta di una canzone quando tutti gli elementi, tranne quelli essenziali, vengono tolti".
Un altro dei motivi, continua The Edge per cui hanno deciso di rimettere mano a queste canzoni è perché "L'altro obiettivo principale era trovare modi per portare intimità nelle canzoni, poiché la maggior parte di esse era stata originariamente scritta pensando a concerti dal vivo. Esaminando questi provini con il produttore Bob Ezrin, è stato molto facile vedere quelli che funzionavano subito e quelli che avevano bisogno di più lavoro. Siamo entrati tutti nella mentalità del ‘less is more'. Prima di ‘Achtung baby' ci siamo andati vicini. La sfida di sincronizzare la vita privata con l’andare in tour è dura: lo fai se senti che con una band fai cose che non faresti da solo". Il risultato, ovviamente, è variegato, a volte, soprattutto per le canzoni che nel tempo hanno avuto meno fama, ci si trova davanti a vere e proprie scoperte, mentre altre volte l'operazione sembra un po' forzata. Però non si può dire che gli U2 non riescano ad avere idee anche nell'operazione più banale (quella della raccolta) ma soprattutto dimostrano che le canzoni possono avere più vite e non sono un altarino da osservare in silenzio, ma materia viva da plasmare continuamente.