Trent’anni di pura gioia: gli Afterhours festeggiano con un album antologico
Durante la convention Universal, tra le altre cose, era stata annunciata un'uscita degli Afterhours e oggi abbiamo qualche notizia in più su quello che sarà un disco antologico per una delle band che ha scritto pagine importanti del rock italiano. La band capitanata da Manuel Agnelli, infatti, il prossimo 17 novembre pubblicherà "Foto di Pura Gioia", ovvero una raccolta che è il primo passo del percorso che li porterà al concerto al Forum di Assago di Milano con cui si festeggeranno i 30 anni di carriera di una band ormai storica, protagonista di quel periodo d'oro della musica alternativa italiana che a metà degli anni 90 trasportò un po' di quella musica al grande pubblico (insieme a loro band come CSI, La Crus, Marlene Kuntz, Subsonica etc).
Il concerto di Milano ad aprile
"Ho questa foto di pura gioia, è di un bambino con la sua pistola, che spara dritto davanti a se, a quello che non c'è" cantava Agnelli in "Quello che non c'è" title track dell'album del 2002, il sesto per la band capitanata da Agnelli che conteneva anche canzoni ormai simbolo come "Bye bye Bombay" e "Varanasi Baby". Trent'anni che la band ha cominciato a festeggiare qualche mese fa con il tour Afterhours #30 che vedrà la chiusura proprio a Milano il prossimo 10 aprile, con i biglietti che saranno in vendita su Ticketone a partire dalle ore 10 di giovedì 2 novembre.
Bianca rifatta con Carmen Consoli
Intanto l'operazione – che vedrà la riproposizione di 76 tracce – è stata anticipata dalla rivisitazione in duetto di un'altra delle loro canzoni must, ovvero "Bianca", che ha visto la partecipazione di Carmen Consoli in una versione riarrangiata e risuonata: "Gli Afterhours e Carmen Consoli, negli anni, hanno percorso strade diverse ma parallele, hanno condiviso parte di un'esperienza musicale e una visione comune della musica. Era ora che finalmente si incontrassero sul piano comune della canzone d'autore" ha detto Agnelli per presentarla.
Simbolo del rock italiano
Se è vero che la band è probabilmente quella che maggiormente è riuscita a penetrare l'immaginario di un pubblico in maniera più incisiva rispetto alle altre che si dividevano il palcoscenico in quel periodo e che, nella persona di Agnelli, è stata sempre in prima linea per quel che riguarda l'attività di crescita culturale (come tentato con le esperienze del "Tora! Tora!" o del progetto multiculturale “Hai paura del buio?") è anche vero che erano rimasti relegati a un pubblico più limitato, nonostante l'esperienza sanremese. Oggi, però, il volto di Agnelli è molto noto nel panorama televisivi italiani grazie al suo ruolo di giudice che da due anni ricopre a X Factor. Un ruolo che gli ha portato non poche polemiche da parte dello zoccolo duro dei fan e che ha sempre respinto al mittente, come spiegò in un'intervista che Fanpage.it gli fece in occasione dell'uscita del loro ultimo album "Folfiri o Folfox":
È triste che dopo 30 anni dobbiamo, devo, dimostrare ancora delle cose. È la visibilità la chiave di volta, la capacità di azione, di incidere all'interno di un certo tipo di sistema, che non è tutta la società ma semplicemente la musica, dove dobbiamo cercare di cambiare un sacco di cose e questa cosa mi aiuterà a contribuire nel mio piccolo a un cambiamento. Ai ragazzi porterò la mia visione sulla musica, sul perché farla e come farla, sul come affrontare la parte professionale, la parte di vita: in fondo X Factor rimane una scuola, deve essere una tappa, non un punto d'arrivo, è un'esperienza pazzesca per un musicista alle prime armi.