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Trent’anni di Afterhours, Agnelli: “Esiste una vita anche al di là della televisione”

Si chiama “Foto di pura gioia”, l’album che raccoglie trent’anni di carriera degli Afterhours, la band capitanata da Manuel Agnelli, che uscirà il 17 novembre prossimo.
A cura di Redazione Music
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Manuel Agnelli, leader degli Afterhours (LaPresse)
Manuel Agnelli, leader degli Afterhours (LaPresse)

C'è un'onestà di fondo che muove Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, a fronte di quello che in molti hanno detto quando decise, dopo essere stato uno dei padrini del rock italiano degli ultimi 30 anni, di partecipare come giudice a X Factor, ovvero l'antitesi dell'idea del rock, più vicino al lato più patinato del pop. Un'onestà che, durante la presentazione di "Foto di pura gioia", la raccolta di 76 canzoni – in uscita il 17 novembre, anticipata dalla riproposizione di "Bianca", in coppia con Carmen Consoli – con cui gli Afterhours si guardano alle spalle e guardano alla propria carriera, si esplica in una frase ben precisa: "Mi sono accorto che per la maggior parte del pubblico del programma non ero nessuno, non avevo un passato, non avevo niente, ero un vecchio capellone che non ha riempito Wembley".

Trent'anni di carriera rock

Trent'anni di carriera, palazzetti pieni, concerti in tutta Italia, canzoni diventate veri e propri inni, album che hanno fatto la Storia del rock italiano e improvvisamente decidere di confrontarsi con un pubblico che non ha idea di niente di tutto questo. Gli Afterhours, semplicemente, per un grosso pezzo di pubblico italiano non esistono o, almeno, non esistevano, prima che Agnelli decidesse di mettersi in gioco, dopo la decisione di tentare anche la carta del Festival di Sanremo perché la loro musica arrivasse a un pubblico maggiore, senza, però, mai perdere l'indole indipendente, quella che lo ha portato nel tempo a mettere su esperienze come il Tora! Tora!, la compilation "Il Paese è reale (19 artisti per un paese migliore?)" o il festival "Hai paura del buio?, che prendeva il nome dal loro album più noto.

Il paradosso televisivo

"Lo abbiamo fatto anche per comunicare questa cosa, in questi 30 anni sono successe tante cose non necessariamente in televisione, se non sei in tv oggi non è una esisti, è una distorsione molto pesante, noi siamo riusciti a vivere 30 anni senza televisione, invece esiste una vita fuori di lì che può essere sensata, intensa e grande" ha spiegato Agnelli rispondendo proprio alle domande su X Factor.

Il concerto al Mediolanum Forum

Ma X Factor a parte, restano 30 anni di carriera, costellata di successi; anni in cui sono riusciti sempre a restare sulla cresta dell'onda: "È un po' un mattone in tutti i sensi, perché 30 anni sono un mattone, perché abbiamo fatto qualcosa di concreto e la necessità di razionalizzarlo in un oggetto fisico serviva soprattutto a noi" ha continuato Agnelli, che con i suoi compagni d'avventura, l'estate scorsa, ha cominciato i festeggiamenti, che termineranno il 10 aprile 2018 al Mediolanum Forum di Assago con un concerto unico che, dice, vorrebbe potesse dare le sensazioni che quello di Nick Cave, tenutosi qualche giorno fa, ha dato a lui: "Mi piacerebbe fare quel concerto anche se purtroppo non siamo quella cosa lì, è uno dei più belli che abbia mai visto senza una produzione galattica anzi, volutamente antica c'era un contatto fisico con il pubblico che non si vede più, una libertà interpretativa – ha detto Agnelli – adesso concerti si fanno con i ledwall e tutto al computer, la sua è stata una messa blues. Il pubblico era in religioso silenzio, cosa che in Italia è più unica che rara, era bellissimo sentire il silenzio".

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