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Torna in Italia Sixto Rodriguez, lo Sugarman vincitore di un Oscar

Dopo anni di scarsa notorietà in Europa e Usa, oggi Sixto Rodriguez è una vera e propria star. Il merito è della sua musica, certo, ma anche di un documentario che ne raccontava la vita e che nel 2013 ha vinto l’Oscar.
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La storia di Sixto Rodriguez, ormai, è nota ai più. Raccontata in "Searching For Sugar Man", il documentario diretto da Malik Bendjelloul, il film si è aggiudicato, oltre al Premio della Giuria al Sundance Film Festival, l'Oscar come miglior documentario nel 2013, riportando questo cantautore all'attenzione dei media di tutto il mondo. È una storia strana quella di Rodriguez, che ha navigato per anni nel sottobosco della discografia statunitense prima di raggiungere una fama mondiale che lo ha portato in questi ultimi anni a girare il mondo per portare la sua musica. Il cantautore sarà in Italia a maggio per tre date molto attese dopo l'immediato sold out di quelle dello scorso anno.

I primi album, l'insuccesso e la fama australiana

Il 15 maggio lo Sugarman americano suonerà al Teatro degli Arcimboldi, mentre il 20 sarà al Gran Teatro di Roma e il 23 al teatro Verdi di Firenze (prevendite attive su Ticket One a partire da lunedì 9 febbraio). I biglietti italiani dello scorso anno finirono in poche ore, e non è un caso che lo scorso ottobre i 50 mila biglietti messi a disposizione per gli show australiani siano stati venduti in meno di 4 giorni. Se è vero, infatti, che a seguito dell'Oscar, oggi Rodriguez sia un'icona del cantautorato americano moderno, la sua storia è fatta di rinunce e rilanci improvvisi, con il continente australiano e il Sud Africa come sfondo. Il cantautore di origini messicane, infatti, che ha costruito i suoi inizi discografici a Detroit, dove incise i primi due album ‘Cold Fact' (1969) e ‘Coming From Reality' (1971), deve la sua fama a quei due paesi. Visto che i primi lavori non avevano ricevuto granché visibilità, Rodriguez decise di mollare la musica per darsi alla filosofia (si iscrisse alla Wayne State University), al lavoro nel cantiere edile che gli permetteva di vivere e un inizio di carriera politica (fu candidato, perdente, alla poltrona di Sindaco di Detroit). Il silenzio di pubblico che rimbombava nelle sue orecchie negli States aveva coperto, però, il successo che man mano a sua insaputa stava ricevendo in Nuova Zelanda e Australia dove le radio spingevano i suoi pezzi. Fu in quel momento che Sixto decise di intraprendere un fortunato tour che cominciò a dargli una piccola fama, che crebbe soprattutto in Sud Africa.

Voce dei movimenti anti apartheid sudafricani

A sua insaputa, infatti, il cantautore era diventato, assieme a colleghi come Bob Dylan e Jim Morrison, la voce di una generazione che lottava contro l'apartheid e i suoi testi erano scanditi nelle manifestazioni di protesta che riempivano le strade sudafricane. Fu solo negli anni 90, però, che il cantante poté raggiungere l'Africa per un tour che ne consacrò la grandezza. Ma dovette aspettare il lavoro di Bendjelloul per vedere il proprio nome affiancato a quelli di musicisti che hanno scritto la storia della musica americana.

Il successo internazionale

Oggi Sixto Rodriguez è un punto di riferimento per chiunque si ispiri alla tradizione folk – e musicale, in generale – americana. I suoi due album ‘Cold Fact' e ‘Coming From Reality' sono stati ristampati dalla Light in the Attic (distribuiti in Italia da Goodfellas) e la colonna sonora ‘Searching For Sugar Man' è stata pubblicata dalla Sony Legacy.

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