Tiziano Ferro: “Ho fatto coming out perché solo così potevo stare meglio”
Il 20 giugno Tiziano Ferro partirà con il suo nuovo tour negli Stadi dall'Olimpico di Torino. E proprio il giorno dopo il Papa sarà a Torino, arrivando probabilmente il giorno prima; un'occasione ottima perché il cantante potesse lanciare l'invito a Francesco I. Chissà se il papa accetterà un invito così particolare, da parte di uno dei cantanti più amati d'Italia, che fra qualche settimana porterà in giro per l'Italia i suoi maggiori successi, raccolti nel 2014 nell'album "TZN – The Best of Tiziano Ferro". Oltre ad invitare il Papa, il cantante di Latina ha anche riflettuto sulle difficoltà del discorso sui diritti omosessuali nel nostro Paese. Un dibattito in cui pochi giorni fa proprio Bergoglio è stato protagonista, quando il Vaticano – e lui in persona stando ad alcuni siti ben informati – hanno rifiutato la nomina francese ad ambasciatore Laurent Stefanini, omosessuale dichiarato.
Nonostante ciò Ferro si sente comunque vicino a molte delle sue posizioni:
Quello che mi piace di questo Papa è che ogni tanto mi dà l'impressione di stare dalla stessa parte della barricata in cui mi trovo io, quindi a essere sincero ce lo vedrei bene al concerto, insomma mi piacerebbe invitarlo
ma è la posizione generale del Paese che lo mette a disagio, sottolineando proprio l'approccio molto poco progressista nei confronti dell'argomento:
Il problema è la difficoltà di sentirsi liberi di vivere nel proprio paese, riconosciuti e supportati, questo parte dall'impossibilità di sentirsi famiglia per persone che non hanno un contratto istituzionale, dalla non protezione di un certo lavoro intellettuale e anche quindi dall'essere omosessuali.
Dopo anni di silenzio lo stesso Ferro ha deciso di non far più mistero della sua omosessualità, ma non l'ha fatto solo come esempio per gli altri, quanto più per se stesso e il percorso di accettazione di sé di cui aveva bisogno di star meglio:
La vera ragione era personale, era inevitabile per un solo motivo: il processo di accettazione di me stesso che mi avrebbe portato a stare meglio, doveva per forza passare attraverso una fase in cui la pace doveva esser mia in mezzo alle persone che amo, non più solo accettata o tollerata, ma condivisa, quindi bella