The Dark Side Of The Moon, 40 anni oggi e pare scritto ieri
Fiumi di parole spesi, poche da aggiungere per qualcosa che parla da solo. Oggi c'è da ascoltare e, a distanza di quarant'anni, resta un grande piacere. Purtroppo non esiste nemmeno un canale specifico attraverso il quale si possa dire quale sia la faccia migliore della faccia oscura della luna. E' vero, semmai, che l'ascolto confessa all'uditore quale sia la sua, di faccia.
Oggi The Dark Side Of The Moon compie quarant'anni, esatti, anno bisestile più anno bisestile meno. il primo marzo del 1973 usciva il capolavoro dei Pink Floyd, realizzato a pochi mesi dall'abbandono del gruppo di Syd Barrett, storico paroliere del gruppo. Uno degli album più venduti e più iconograficamente significativi della storia della musica, a fronte (retro) della riconoscibilissima copertina con prisma e il fascio di luce colorato d'arcobaleno. Quella copertina dice tutto del cuore enigmatico di questo album, in grado di accoglierti, abbracciarti per poi stravolgerti. Ti coccola con Breathe, poi ti schiaffeggia e ti chiede scusa nello stesso momento con Time, ti commuove con The Great Gig in The Sky.
La verità è che la portata storica di questo long playing rende tutto più facile. E' un capolavoro per davvero, ma è diventato anche un capolavoro per sentito dire. Dopodiché non si capisce nemmeno più quale sia la realtà dei fatti, dove stia il genio reale dei Pink Floyd, dove la mitizzazione, l'esaltazione mediatica. Sono quisquilie delle quali proprio oggi non ci si vuole preoccupare. Il gioco consigliato resta quello valido per ogni album, famoso o non celebre che sia, bello ugualmente: piazzarsi lì ed ascoltarlo. Anche se si potrebbe quasi scommettere sul fatto che l'operazione è stata già ampiamente portata a termine da molti.
