Tananai, dopo Sanremo è rivelazione social: “Ho trasformato l’ultimo posto in qualcosa di positivo”
Ultimo in classifica all'ultimo Festival di Sanremo con "Sesso occasionale" ma tra i protagonisti dei giorni successivi alla fine della kermesse. Tananai ha saputo giocarsi bene le carte ed è diventato un fenomeno social, con il brano che ha scalato le posizioni e oggi è nella top 10 di Spotify. Numeri, quindi, ma anche attitudine per Alberto Cotta Ramusino che sul palco dell'Ariston ci è andato per divertirsi e per farsi conoscere a un pubblico più ampio (nel frattempo, infatti, ha cambiato le location del tour: lunedì 16 maggio sarà al Fabrique di Milano e mercoledì 18 maggio all'Atlantico di Roma) che aveva nel curriculum già un po' di singoli a suo nome, feat con Jovanotti e Fedez e un progetto elettronico ante Tananai che si chiamava Not for us. Forse uno degli anni migliori per partecipare e classificarsi al secondo posto di Sanremo Giovani, così il cantante è entrato tra i 25 Big del Festival, portando su quel palco qualche imprecisione, un omaggio a Raffaella Carrà e tanta autenticità: "Io ci ero andato veramente per divertirmi, ovviamente c'era un po' d'ansia: mentre ero dietro le quinte pensavo che a un certo punto mi sarebbe venuta meno la voce, poi quando sono salito sul palco di voce me n'è uscita pure troppa".
Però, l'ultimo posto a Sanremo ad alcuni ha portato fortuna…
Mano mano che i giorni passavano ed ero sempre più ultimo ero sereno. Mi sono detto sai cosa? meglio arrivare ultimi, perché così porterò a casa un bagaglio di esperienze e schiaffi in testa che mi faranno crescere, arriverò a casa, non saprò mai cosa vuol dire essere primo, ma il primo non saprà mai cosa vuol dire essere ultimo. È la bellezza di questo mestiere, tutto quello che succede devi essere in grado di trasformarlo in qualcosa di positivo, di creativo e sicuramente tutta questa situazione per me era benzina, sapevo che mi avrebbe dato tanto per crescere sia come artista che come persona.
E ti va dato atto di essere stato bravissimo a unire questo primo impatto con l'uso del mezzo social
Io li ho sempre usati così i social, non mi sentivo di dovermi comportare diversamente perché c'era un pubblico più ampio. Anche perché poi, in realtà, nella mia testa mi dirò che continueranno a seguirmi le persone che mi seguivano prima, mi sono fatto qualche fan in più poi non è che cambia molto. Di base avevo già un rapporto bello solido con la mia fanbase anche se, ovviamente, eravamo di meno, ma io ho sempre cercato di essere sempre me stesso nelle storie, non riesco proprio a costruirmi un personaggio, forse è un mio limite. Sono felice che arrivi una percezione di verità, è stata anche la mia fortuna, anche se ammiro chi riesce a crearsi un personaggio: David Bowie per me è veramente un eroe, semplicemente, al momento, quello è un modo di fare musica e comunicare che non mi appartiene.
In Maleducazione cantavi "la mia vecchia discografica non mi ha capito, gli preoccupavan le mie turbe, le paranoie ma allora firma un pappagallo che non ti fa storie”. Oggi ti senti capito, immagino, no?
Assolutamente, sono molto contento della mia situazione discografica e del mio team di lavoro perché li ho sempre visti concentrati sulla musica, e non è una cosa scontata. Mi hanno sempre lasciato molta libertà, che non significa che non mi abbiano detto quando una canzone non gli piaceva.
Quando eri Not for Us avresti mai pensato di poter arrivare a Sanremo?
Ma no, non lo pensavo neanche tre mesi fa, figurati.
E qual era il tuo sogno?
Il mio sogno era ed è quello di suonare il più possibile in giro, è l'unica cosa che dà un senso effettivo a quello che fai. Quando vedi le persone negli occhi, che cantano le tue canzoni, si instaura effettivamente un legame, se no la musica, almeno per me, non ha molto senso.
Si parlava di come quello dell'Ariston fosse l'unico palco su cui poter fare promo e l'effetto è stato che hai dovuto cambiare le location dei tuoi concerti e trovarne di più grandi.
Assolutamente sì, non ci credo ancora, quando mi hanno detto che ci saremmo spostati al Fabrique perché c'era molta richiesta non ci credevo. Sono anche molto realista, però, sono felice della situazione attuale ma non mi sento per nulla arrivato, bisogna continuare a spingere. E la cosa più bella al mondo è spingere nei posti più grandi che puoi fare, perché ci stanno più persone, ti diverti di più, ci piangi di più e quella è la cosa più positiva in termini di risultati, perché i numeri sono numeri ma le persone sono persone.
Una cosa che mi ha divertito molto è vederti tendere omaggio a Raffaella Carrà con Rosa Chemical, portando in quel luogo e a tutte quelle persone un artista come lui. Pensavo a tutti quelli che non avevano mai ascoltato Polka, per esempio.
Il bello era quello, portare quello di Polka a cantare sul palco di Sanremo. Siamo molto simili da quel punto di vista, ci piace fare quello che ci piace e basta. L'idea di portare Rosa è nata naturalmente, ero in studio con gli altri del mio team ascoltando i brani da scegliere per le cover e quando è partita A far l'amore comincia tu ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che non potevamo non portare la Carrà, per omaggiarla. L'abbiamo anche scelta perché ci sembrava bellissimo poter portare l'idea di un festival dell'amore, in fondo ho cantato le gioie e la leggerezza dell'amore senza starci troppo male, cosa che di per sé è anche giustissima. Ho scelto di andarci con Rosa perché è un artista che secondo me sarebbe piaciuto a Raffaella – spero non mi ammazzino – e perché nel suo piccolo porta un messaggio di inclusività, rispetto, anche provocatoriamente, e impermeabilità ai giudizi per quanto concerne le ragioni dell'amore.
Quella cosa dell'Eurovision era una boutade o a un certo punto ci hai veramente pensato come Lauro?
No, era una boutade, il fatto è che noi contavamo fino all'ultimo di vincerlo questo Sanremo (ride, ndr). Comunque sono contento che ci sia l'opportunità per un artista come Lauro di rappresentare San Marino, anche se sappiamo tutti che rappresenta anche lui l'Italia. La musica italiana è diventata importante e riconosciuta all'estero, quindi se c'è un modo in più per far vedere le nostre eccellenze sono contento, anche perché Lauro è un performer, un artista, un cantante, un imprenditore, è un po' tutto ed è un'eccellenza in tutto.
Come nasce la coppia social con Ana Mena, invece?
Ma non ne ho idea, in realtà non so neanche se è nata (ride, ndr). Io sono fan di Ana Mena, l'altra sera stavo facendo una diretta, mangiando una brioche, ho visto che mi ha salutato in chat e ho colto l'occasione. Poi l'altro giorno ci siamo sentiti perché eravamo in zone vicine, siamo andati al karaoke insieme, perché le ho detto che non sarei andato via senza aver cantato Duecentomila ore insieme, l'adoro.
Con Fedez ti sei sentito?
Sì, certo ci siamo sentiti, Federico è stato molto carino, di gran supporto, ricordo che mi aveva mandato un messaggio in cui mi diceva: "Ma che cazzo te ne frega, a ‘sto punto se devi far cacare, fai cacare davvero". È stato veramente gentile. Così come lo è stato Jovanotti che mi ha fatto coraggio.
Ho letto che sei stato sfrattato: quanto tempo ancora resterai a casa dei tuoi genitori?
Non lo so, spero di andare via presto ma più che altro perché, poveri loro, arrivo in orari indecenti, faccio casino, poi non voglio che mettano le mie cose a posto, ma mia madre non riesce a non farlo, quindi sono costretto a mettermi tutto a posto da solo prima che lo faccia lei, anche quando non c'ho voglia e così si crea questa dinamica del cane che si morde la coda e bisogna terminarla. Scherzi a parte sono stato fortunato a tornare a casa perché mi hanno aiutato e poi ho passato un po' di tempo con loro e non lo facevo da un po'.
Futuro discografico, invece?
Discograficamente parlando adesso stiamo facendo cose, lavoriamo a nuova musica, perché di base quello devo fare. Questa esperienza mi sta lasciando così tanto che ho bisogno di prendermi un attimo per fare altra musica. Faremo sicuramente uscire dei nuovi brani ma per quanto riguarda un disco, ti dico che non è in programma anche se è una priorità, ma non abbiamo una data precisa. Quando avrò dei brani che per me compongono l'album ideale, allora uscirà.