Takagi e Ketra: “Quest’estate abbiamo scelto un sound antipatico, altro che tormentone”
Questa estate Takagi e Ketra hanno scelto – in realtà si sono scelti vicendevolmente – tha Supreme e Salmo per non mancare nelle playlist estive. Anche se stavolta la loro Bubble è un brano che sposa sonorità che non si incanalano nelle classiche gabbie della hit da spiaggia, ma prendono dalla techno 90, la mescolano con l'hip hop, si sente l'influenza di tha Supreme e il peso del rapper sardo. Un antitormentone lo hanno definito, spiegando a Fanpage.it come abbiano preferito seguire l'istinto e una session che gli è piaciuta, al punto da pubblicare questa canzone fregandosene delle strutture della canzone radiofonica estiva. Il risultato è anche nel video che accompagna il video, più vicino ai Soundgarden anni '90 che ai capelli al vento in una macchina diretta al mare che ha saturato le ultime estati: "Quest'anno è uscito il nostro lato più dark".
Come nasce Bubble e l'idea di collaborare con tha Supreme e Salmo?
Bubble nasce in maniera molto naturale, avevamo collaborato con Salmo in Kumité, abbiamo consolidato questo rapporto a livello di amicizia. Nei mesi scorsi abbiamo avuto la possibilità di produrre Panico di Lazza e abbiamo conosciuto Slait che è anche il manager di tha Supreme e ha avuto l'idea di far fare a Davide una session da cui in maniera molto naturale è uscita Bubble. Al primo ascolto ci ha gasato tantissimo ed essendo molto fan sia di Davide che di Salmo abbiamo scelto di uscire. In quel momento dell'anno ci siamo trovati con loro in studio, è nato questo pezzo che piaceva a tutti e abbiamo deciso di tirarlo fuori, non c'è stato nulla di programmato e per questo siamo felici, non c'era alcuna aspettativa.
Lo definite addirittura antitormentone…
Negli anni, in Italia, la canzone da spiaggia che è stata definita tormentone, ma non è quello che volevamo fare questa estate. Parliamo di antitormentone perché non è comune uscire d'estate con un brano in cui non c'è armonia, con un sound anche abbastanza antipatico che ha l'opposto di quello che deve avere una canzone estiva, ovvero poche parole cantabili sia dai bambini che dai nonni. Siamo usciti con una canzone che ha centomila parole un testo lungo almeno il doppio di un testo di una canzone da spiaggia, ed essendo noi quelli che sono stati definiti i capostipiti di questo genere, volevamo fare una cosa che fosse diametralmente opposta.
Un modo di uscire da una gabbia?
Esatto, sette anni fa usciva Roma-Bangkok, che può essere definito come il giorno zero della nascita di questo sound, in Italia, quindi dopo tutto questo tempo era normale che avessimo voglia di fare qualcosa di diverso, ma l'abbiamo fatto sempre nel nostro stile. Soprattutto in inverno, infatti, abbiamo sempre fatto questo viaggio nel tempo musicale, gli anni '60, '70 e '80 e quest'anno una canzone techno anni '90 ci sembrava una cosa che faceva tutto il giro.
In un mondo di retromanie e sonorità latin scegliete di andare da un'altra parte. Era un'idea che avevate già o ci avete pensato nella session?
Ti dico come nasce un pezzo di Takagi e Ketra: stiamo tutti i giorni in studio, apriamo i plug in o accendiamo i synth e in base al suono che ci piace in quel momento lì partiamo. Non partiamo mai dicendo "Facciamo un pezzo anni 90", quel giorno abbiamo aperto un plug in che aveva il synth che senti all'inizio, aveva questo sound di un organo un po' acido, che ricordava gli organi delle hit 90 e siamo partiti a suonare, così per divertirci, e sono arrivate tutte le cose che senti nel pezzo. In realtà tutti i pezzi nascono così, pensa a "Da sola/in the night", avevamo appena comprato la Juno che è una tastiera anni 80 e siamo partiti da lì; non apriamo mai con un'idea precisa ma ci lasciamo ispirare, stiamo tutti i giorni in studio e in base a quello che ci propone l'ispirazione partiamo.
L'idea del video come nasce?
L'idea del video nasce dalla voglia di farne uno politicamente scorretto, abbiamo voluto fare qualcosa che seguisse la pazzia che c'è nella canzone. Abbiamo avuto l'idea dei culi che si gonfiano come se fossero posseduti da qualche strano evento à la Stranger Things e da lì si sono attaccate varie cose. Dobbiamo ringraziare Giulio Rosati e la produzione che hanno fatto un ottimo lavoro di casting.
A proposito delle collaborazioni con Lazza e Salmo: quanto voi produttori vi lasciate influenzare e quanto influenzate la scena hip hop che si sta aprendo a nuove sonorità?
Io, come Takagi, provengo dall'hip hop, l'urban è sempre stato il mio linguaggio preferito, quindi quando abbiamo la possibilità di collaborare con artisti urban o rap vado in brodo di giuggiole, perché è la cosa che da quando sono bambino mi gasa di più fare. Quindi è venuto molto naturale perché quella skill l'abbiamo sempre avuta, poi quando hai la fortuna di collaborare con artisti incredibili come Salmo, tha Supreme e Lazza viene fuori una cosa in cui il loro apporto è fondamentale. Sono artisti molto intelligenti che hanno saputo lasciarci fare, non ci hanno chiesto di fargli un beat alla Salmo, per dire, abbiamo comunque fatto Takagi e Ketra e l'esperimento è riuscito perché hanno voluto il nostro apporto nel loro mondo.
Insomma, nessuna forzatura da parte loro e massima libertà vostra…
Sì, non abbiamo fatto l'imitazione dei producer trap, siamo sempre noi stessi ma in veste urban ed è stata l'arma vincente per differenziarsi dalle altre produzioni. Noi siamo sempre noi stessi ma strizzando l'occhio all'urban, quindi sia Panico che Kumité siamo noi ma in veste urban, siamo noi che abbiamo già fatto quella cosa in tanti altri pezzi che non sono stati mai pubblicizzati o da cui non erano mai usciti i nostri nomi: pensa a "Fenomeno" di Fabri Fibra o "In radio" di Marracash. Ovviamente avendo fatto le hit più grandi in estate questi credit vengono un po' offuscati.
L'altra volta, quando parlammo, mi raccontaste come vi piace scoprire una serie di suoni latini, ora verso quale ricerca state andando?
Ketra: Ultimamente sto ascoltando solo dancehall e reggae anni 90, ascolto tutta la roba che andava negli anni 90, quindi roba super dance, contaminata dalla drum'n'bass, da quelle sonorità nordeuropee, sono molto nostalgico in questo periodo.
Takagi: io ascolto tanto rap, anche a me è tornata la scimmia dei 90, quindi le hit di quel periodo, poi ho visto questa serie di sfide che fanno negli Usa, "Verzuz", e quella cosa mi ha fatto tornare una voglia di ascoltare una musica che a un certo punto non sopportavo quasi più, e in cui adesso mi ci ritrovo.
Quest'anno, poi, comunque, la zampata nella hit estiva l'avete messa con Tropicana, no?
Abbiamo comunque tutto un lato molto tamarro che da qualche parte deve sfociare. Diciamo tamarro, ma secondo noi la sirena per quanto sia tamarra è comunque una chicca e un azzardo perché una sirena stonata su un drop estivo non è che prende tutti. Se ascolti Tropicana e senti solo la strumentale – lascia stare la topline – sia sulle strofe che sul drop è molto più scura e cruda dei pezzi dei Boomdabash che siamo abituati ad ascoltare, quindi anche lì c'è stata una ricerca ed è molto anni 90. Se senti il beat dei Boomdabash sulle strofe è proprio la dancehall che andava in quegli anni lì. Delle produzioni di quest'anno siamo super felici, anche quella di Fred De Palma, per dire, che ha una sonorità in minore, non c'è baciata, non ci sono accordi latini ma ha comunque un mood scuro. Siamo andati, come sempre, dove ci andava di andare ed è uscito questo lato più dark che quest'anno ha avuto più spazio per uscire.
Intervista di Francesco Raiola e Vincenzo Nasto.