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“Storia di un bellimbusto”: tanti muscoli e poco cervello secondo Elio e le Storie Tese

Nel video del brano “Storia di un bellimbusto” la band milanese si ripropone con la consueta, graffiante, ironia.
A cura di Paola Ciaramella
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Li conosciamo bene. Loro sono quelli che al Festival di Sanremo del ’96 definivano l’Italia la Terra dei cachi, tra parcheggi abusivi, pizze e appalti truccati. E, adesso che solo tornati, Elio e le Storie Tese si divertono a ironizzare sui bellimbusti, da qualche anno onnipresenti figure del piccolo schermo.

Troppo semplice descrivere questo esemplare un omaccione tutto muscoli e niente materia grigia nella testa: in fondo il protagonista della canzone di Elio & soci ha desideri genuini – “Vorrei vorrei / fare felice la mia nonna / una casettina in periferia / la mogliettina il posto fisso in banca” – ed è “pieno di menate”, che nasconde andando “a zonzo con la mia faccetta rassicurante”.

Nel videoclip si vede la giornata tipica di un bellimbusto il quale, per aver curato troppo la parte del corpo che va dal collo in giù – il busto, appunto –, ha finito per perdere la parte superiore. Un essere completamente rigonfio – sembrerebbe di gomma – si aggira tra attrezzi ginnici e negozi di abbigliamento senza riuscire neppure a muoversi, tanto i suoi movimenti sono sgraziati. E, alla fine, rifiutato anche da una ragazza, si accascia sulla pista da ballo di un locale notturno.

La spietata e canzonatoria Storia di un bellimbusto fa parte di Gattini, il nuovo album della band, uscito oggi per festeggiare i primi vent’anni di carriera.

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