Stevie Wonder: “Il Paese nelle mani di Trump? Sarebbe come farmi guidare la vostra auto”
Questa sera, probabilmente – al netto, cioè di riconteggi etc – si deciderà chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti: sarà uno tra Donald Trump e Hillary Clinton a seguire il doppio mandato di Barack Obama. In questi giorni la musica è stata tra le protagoniste della campagna con i candidati, soprattutto la Clinton, che hanno ricevuto l'appoggio di tantissimi tra i principali artisti americani, da Beyoncé a Lady Gaga, che pr l'occasione ha anche cambiato il nome del suo account di Twitter, fino a Madonna che ha tenuto un concerto a sorpreso, chiedendo agli elettori americani di salvare il Paese non consegnandolo nelle mani di Donald Trump, candidato dei Repubblicani.
Fondamentale per Obama che ha usato musica e artisti per costruire il suo storytelling, con ospitate, concerti alla Casa Bianca, dichiarazioni e playlist estive in cui mostrava i suoi gusti, pare che anche la Clinton stia puntando un pezzo delle proprie risorse per avere la maggiore visibilità possibile. Tra i tanti a schierarsi apertamente per la candidata democratica c'è stato anche Stevie Wonder, che, in realtà, non ha mai nascosto le proprie simpatie, ma che ieri, in un'intervista al sito Philly.com ha rilasciato una dichiarazione che sta facendo molto discutere, soprattutto per l'autoironia.
All'intervistatore, il musicista cieco ha fatto una domanda, cavalcando anche uno dei tanti meme che popolano la rete: "Se ti trovassi in una situazione d'emergenza e avessi bisogno di correre all'Ospedale e dovessi farlo immediatamente, mi lasceresti guidare la tua macchina?" ricevendo un "no, non saresti in cima alla mia lista" come risposta: "Ecco – ha continuato – credo che Hillary invece sia una persona esperta per ciò che riguarda l'amministrazione, passandoci 30 anni con dedizione. Senza contare che i suoi genitori l'hanno cresciuta nel miglior modo possibile, avendo rispetto e amore nei confronti delle persone. È questa la persona che voglio al Governo, per essere il capo di una Nazione".