Stella Maris, parla Umberto Maria Giardini: “Questo è il disco che sognavamo da ragazzi”
Abbiamo aspettato con grande attesa il disco di questo nuovo progetto sin dall'annuncio, ora che "Stella Maris" è finalmente disponibile negli store fisici, digitali e nelle principali piattaforme in streaming, possiamo finalmente rivolgere alcune domande a Umberto Maria Giardini, il frontman di questa vera e propria superband. Con UMG ci sono Ugo Cappadonia, Gianluca Bartolo (Il Pan del Diavolo), Emanuele Alosi (La Banda del Pozzo) e Paolo Narduzzo (Universal Sex Arena).
Il disco
Dieci tracce caratterizzate da un'atmosfera sognante che richiama il meglio della produzione pop-rock degli anni '80. Tra riff di chitarra decisi (si sente tutta la mano di Gianluca Bartolo) che quasi diventano hard rock (come in "Piovono Pietre"), i testi spiazzano e accarezzano chi ascolta con riferimenti ai temi dei "The Smiths", da "Se non sai cosa mangi, come puoi sapere cosa piangi?" a "Rifletti e rimandi" e i singoli "Eleonora no", "Non importa quando" e "L'umanità indotta". La voce di Umberto Maria Giardini conferma quanto l'artista si trovi in uno stato di grazia che, dopo "Futuro Proximo", continua a manifestarsi con coinvolgente passione.
L'intervista a Umberto Maria Giardini
Il disco sembra riportarci alle sonorità degli anni ’80 e sono già tanti i parallelismi, su tutti con i The Smiths. È corretto pensare che vi siete ispirati a quelle sensazioni?
È assolutamente vero. Volevamo fare un disco così come lo sognavamo da quando eravamo ragazzi. Un lavoro molto ispirato ma non per questo copiato o troppo sciommiottante quelle sonorità. Ogni band, ogni cantautore prende spunto da qualcosa, solo chi non conosce la musica nella sua storia e ampiezza non riconosce ciò che là fuori viene prodotto ogni giorno.
Nelle canzoni si parla sempre d’amore. Qui però ci si spinge un po’ oltre e si fa riferimento – senza nessuna sottolineatura forzata – all’amore omosessuale. Stella Maris ti ha concesso qualcosa di più sul piano della sperimentazione testuale, o sono testi che sarebbero nati anche sotto “UMG”?
Sono testi ispirati ad un tema che mi è caro ma che non avevo mai toccato né scritto veramente. L'amore omosessuale ha caratteristiche e dinamiche simili ma non identiche ai rapporti prettamente etero. A volte mi viene da pensare che ci sia più sofferenza, ma al di la di queste mie considerazioni bisognava scrivere un album dedicato interamente alla realtà gay, ai sentimenti visti anche da un angolazione omosessuale. Sono testi che sarebbero tranquillamente potuti essere scritti per la produzione UMG perché no, anche se nel mio progetto generalmente parlo della natura e riferendomi agli esseri umani alle loro difficoltà nella comunicazione.
Su Facebook hai scritto che gli Stella Maris sono nati per gioco. Ce la racconti meglio questa storia?
C'è poco da raccontare. Ci siamo visti e parlati con Cappadonia poche volte, poi coinvolgendo anche Gianluca Bartolo sono bastate poche occasioni per scrivere, capire, suonare realizzare. Se ci fossero i soldi saremmo capacissimi di realizzare almeno due album all'anno. È partito come un gioco, senza scopi alcuni, e lo è ancora adesso. Ci divertiamo tutto qua.
Sei uscito da “internet”, hai chiuso il sito destando clamore. Uscirai anche dai social?
I siti relativi alla musica non servono più a nulla, soprattutto qui in Italia, all'estero probabilmente no. Momentaneamente manterrò Facebook ma solo esclusivamente per i contatti, le brevi comunicazioni, e poco altro. Nel giro di poco tempo decadrà anche questo social, prevedo suicidi di massa (sorride, ndr).
Sotto Moltheni hai fatto Sanremo, era un’epoca diversa. Tu però hai chiuso con quel sistema tanti anni fa. Continui a guardarlo da lontano o sei completamente disinteressato?
Sanremo (non tutti lo sanno) non è assolutamente più come anni fa. La maggior parte delle persone disconoscendo i meccanismi interni al Festival credono che sia necessario inviare un brano, essere rappresentati da una major o un etichetta e sperare di essere prescelti. Assolutamente no, la realtà è ben altra.
In che senso?
Oggi chi partecipa alle serate finali della manifestazione viene contattato molto prima del Festival, e gli si chiede di scrivere addirittura un brano per il Festival. Le famose selezioni sono un bluff, che viene mantenuto per nascondere le nuove modalità di scelta. Quindi non rientrando nelle grazie di quel circuito un progetto come il mio e come molti altri non verranno mai coinvolti. Bonolis, Carlo Conti ecc ecc, sono tutti direttori artistici che hanno imposto i nomi che finiscono nelle serate del Festival.
Il futuro di UMG. Ci sono due tour all’orizzonte, poi un nuovo disco? Con chi? Da solo o con il gruppo?
Il futuro di UMG non riguarda Stella Maris. Sono due cose distinte e separate, non è molto corretto parlare del mio progetto quando si parla di un altro progetto.