Spring Attitude 2014: un caldissimo week-end romano elettronico
Al via anche quest'anno la quinta edizione di Spring Attitude, il festival romano che sta crescendo rapidamente, portando nella capitale alcuni dei più interessanti nomi del panorama elettronico mondiale, ma non solo. Nelle serate di venerdì 23 e sabato 24, i 1000 mq di Spazio Novecento accoglieranno i live di artisti del calibro di Com Truise, Gold Panda, Four Tet, Jon Hopkins, Sun Glitters, Trust e tanti altri dj set. La novità di quest'anno è una sessione diurna (sabato dalle 15), con una line up di tutto rispetto come i live di Popolous e di Planningtorock o il dj set di Actress (programma completo).
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con gli organizzatori Andrea Esu e Claudia Gianvenuti a pochi giorni dal fischio d'inizio.
Nuova primavera, nuovo festival. Spring Attitude sta crescendo velocemente e sappiamo bene che l'Italia non è un terreno facile. Sono molti i festival che hanno dovuto chiudere i battenti. Ma sono molti quelli che crescono vedi Dancity, Club to club, Ypsigrock. Quali sono le maggiori difficoltà e quali le più grandi soddisfazioni di aver messo al mondo un festival vincente?
Le difficoltà sono quelle di dover fare quasi tutto con le proprie risorse. A differenza di molti paesi Europei in Italia non è assolutamente facile reperire fondi e sponsor per manifestazioni come SA. Ci sono pochi brand interessati alla qualità musicale, uno di questi è Red Bull Music Academy che per il terzo anno consecutivo supporta il Festival con grande entusiasmo. Le soddisfazioni sono tantissime, l'entusiasmo del pubblico in primis che ti dà la forza di continuare perché crede nel progetto tanto quanto noi. Non nascondo che se non fosse per questo e per la passione che ci accompagna il Festival non avrebbe modo di esistere; dal punto di vista economico, visti i tanti mesi di lavoro, non ne varrebbe la pena.
I nomi di quest'anno sono molto diversi tra loro… lasciando da parte quelli che non necessitano di presentazioni, quali sono i nomi per i quali vi siete battuti di più e che non vedete l'ora di ascoltare?
Personalmente ho un debole per Cosmo, artista di un talento sopraffino, e poi tutti gli altri italiani che non hanno nulla da invidiare a i grandi nomi internazionali. L'artista per cui ci siamo battuti di più quest'anno è stato Four Tet, erano anni che provavamo a portarlo ad SA senza fortuna; questa finalmente è stata l'occasione giusta!
C'è un'attenzione particolare anche ai nomi di casa nostra come il piacentino Go Dugong e il torinese Cosmo, appunto, ma non solo…
Aggiungerei anche il ritorno di Populous che non fa un live da tanti anni, i bravissimi Platonick Dive, il già citato Cosmo ed ovviamente Go Dugong: in Italia c'è gente veramente in gamba e tutti noi promoter dobbiamo fare il possibile per mostrare al pubblico questi talenti.
La formula di quest'anno prevede anche una "sessione diurna". È un banco di prova per avvicinare sempre più Spring Attitude ai format europei?
Assolutamente sì, tutti noi frequentiamo regolarmente i maggiori Festival Europei. Abbiamo vissuto ad esempio l'atmosfera del Sónar Dia che è forse la cosa più bella di quel Festival. Abbiamo deciso di giocarci questa carta, conoscendo le difficoltà di intraprendere un discorso del genere in Italia ma essendo allo stesso tempo fiduciosi che il pubblico possa apprezzare questa novità.
Fantastichiamo un po'… chi vi piacerebbe portare a Roma? In quali location vi piacerebbe portare il festival?
A Roma le location sono una delle cose più complicate! Paradossalmente una delle città più belle del mondo ha tanti posti incredibilmente belli ma allo stesso tempo “intoccabili”. Ci piacerebbe allargare il Festival a sonorità più indie e rock alternative, ci piacerebbe poter ospitare gente come i Phoenix, gli Arcade Fire, i Primal Scream…
Salutiamoci con un consiglio musicale per i nostri lettori: il disco di questa primavera/estate 2014?
Anche se vecchio di qualche mese trovo “Vapor City” di Machinedrum in assoluto uno dei dischi più belli dell'ultimo periodo, poi ci sentiamo di consigliare anche gli ultimi lavori di The War on Drugs, Real Estate, Stephen Malkmus.