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Slings: “Con il rap vogliamo di comprare casa ai nostri genitori. Il razzismo? Lo viviamo ogni giorno”

Gli Slings, il duo bresciano composto da Ibra The Boy e Prince The Goat, sono una delle formule più riuscite nella discografia italiana nel 2023. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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Slings, foto di Comunicato Stampa
Slings, foto di Comunicato Stampa

Gli Slings, il duo proveniente da Brescia, formato da Ibra The Boy e Prince The Goat, rappresentano le vibrazioni positive del 2023 della trap italiana. Quello che potrebbe sembrare un racconto legato anche alla viralità di brani come ABC, Stylist, ma anche Freaky su TikTok, invece è un insieme di esperimenti che dal 2019 in poi hanno portato il duo ad avere un'identità precisa. Il progetto Traphouse, il loro disco d'esordio pubblicato lo scorso 20 ottobre è una raccolta di hit a cui i due autori hanno voluto apporre uno sfondo di vita personale, con brani come Life e Coraggio. Se la storia di rivalsa sociale sembra non avere in sé quella rabbia, soprattutto narrativa, del rap italiano, è anche per la consapevolezza raggiunta dai due giovani autori su temi come il razzismo, l'indifferenza iniziale in un paese di provincia, ma anche sugli obiettivi a lungo termine, come riuscire a restituire ciò che hanno ricevuto dai loro genitori. E poi chi è che potrebbe negare un certo fascino nell'immaginare Prince The Goat cantante neomelodico napoletano, col dialetto bresciano? Qui l'intervista agli Slings.

Come vi siete conosciuti?

Ibra: Siamo amici dalle elementari, abitavamo in un paesino di provincia e avevamo un amico in comune che è Enock (Balotelli, fratello minore dell'ex attaccante della nazionale italiana Mario, ndr), che adesso è con Prince. Era sia il mio vicino di casa, sia uno degli amici più stretti di Prince. Siamo usciti assieme anche perché frequentavamo l'oratorio e giocavamo assieme a calcio nella squadra del nostro paese. Pian piano ci siamo avvicinati, anche se magari inizialmente uscivo con le persone della mia classe.

C'era qualcosa che vi disturbava dell'altro all'inizio?

Prince: La cosa che più mi rendeva antipatico Ibra, da piccolo, era la sua compagnia di fighettini, tra cui anche lui. Io uscivo con una banda di matti.

E invece come arriva la musica?

Prince: Io sono sempre stato appassionato di musica rap, da 50 cent ad Eminem, poi sono arrivato alle superiori e ho avuto la possibilità di conoscere un ragazzo che si chiama Stevie. A lui devo tutto: inizialmente pensavo facesse cagare il rap italiano.

Slings, foto di Comunicato Stampa
Slings, foto di Comunicato Stampa

E poi?

Prince: Mi ha detto che non conoscevo gente come Jack The Smoker, Noyz Narcos. Mi ha aperto il mondo sulla tecnica dei rapper italiani, degli incastri e delle rime. Da lì ho incominciato a studiare le canzoni e ad avvicinarmi alle mie. Poi avevamo un amico in comune, un producer, e lui sapeva che io facevo musica e Ibra si stava avvicinando così ha incominciato a mandare dei beat e abbiamo provato, solo che all'inizio le canzoni facevano cagare. Poi abbiamo passato qualche canzone ai nostri amici, dopo un po', e ci dicevano che spaccavamo: era il momento di scegliere la nostra strada e lo abbiamo fatto.

Ibra: Affrontare questo percorso in due ci ha dato molto più coraggio all'inizio. È vero che c'è molto ego nel rap, però serve coraggio nel mettersi in gioco. Ammetto che all'inizio, da solo, non sarei riuscito a fare questo passo, anche perché sono una persona molto timida. Prince l'avrebbe fatto lo stesso, però gli mancava la parte razionale che sono io, insieme siamo un mix giusto e ci compensiamo nelle varie scelte.

Prince: Non abbiamo mai avuto la fortuna di stare bene economicamente in passato e affrontare inizialmente le spese di registrazione non erano uno scherzo. Entrambi lavoravamo per 1000 euro al mese e sin dall'inizio abbiamo preso la cosa seriamente: conservavamo una quota fissa mensile per registrare. All'inizio ci hanno anche fregato dei soldi: ti chiedevano 500 euro per mix e master, quando le cifre potevano essere molto più basse, magari 100 euro. Ci ha aiutati molto dividere le spese, anche perché eravamo giovani (le loro prime canzoni sono datate 2018).

Com'è stato affrontare il salto dalla provincia a Milano?

Ibra: Una delle prime volte che avevamo fatto una serata a Milano, dopo Beef, eravamo rimasti quasi abbagliati dal successo. Venendo da un paesino di provincia, le persone all'inizio non erano molto fan, quindi magari quando uscivamo per andare a Milano, ci rendevamo conto di ciò che di buono stavamo facendo. Abbiamo incontrato Ghali e Lazza che ci dicevano che avevamo spaccato, è stato molto bello. Adesso registriamo lì almeno una volta a settimana, ma siamo molto legati a Brescia e quindi continuiamo a fare i pendolari.

Slings, cover di TrapHouse
Slings, cover di TrapHouse

Avete sofferto l'indifferenza iniziale?

Ibra: Inizialmente sì, anche perché magari vedevamo altri artisti di Brescia molto più scarsi di noi esser più riconosciuti, anche perché ogni due per tre, nelle loro canzoni, citavano Brescia. Ci siamo detti che non volevamo essere i migliori di Brescia, ma diventare rilevanti a livello nazionale e che saremmo tornati a Brescia quando saremmo stati grossi. Adesso ci conoscono, ma veniamo trattati con molto rispetto, non ci stanno addosso.

Qual è la canzone che ha cambiato la percezione del vostro successo?

Prince: Penso Thick. Ho notato che durante i live le persone si sentivano male per cantarla, mi ha fatto riflettere. Poi adesso abbiamo ABC che anche i bambini più piccoli cantano.

Come si arriva a un progetto come Traphouse?

Ibra: C'è una cosa che ci distingue dagli altri: ci prendiamo sempre il nostro tempo. Non sempre è utile, anche per i fan, che alcune volte si lamentano che facciamo uscire poche cose, ma lo facciamo solo quando ne siamo sicuri. Quest'album sarebbe dovuto uscire a gennaio, ma l'abbiamo spostato a ottobre perché per noi sarebbe dovuto essere perfetto. Abbiamo scartato tanti pezzi e registrato più volte le tracce fino ad arrivare a questa versione, senza avere rimpianti.

Cosa mancava a gennaio?

Ibra: ABC l'avevamo già dal 2022, come anche il ritornello di Freaky. Secondo me mancavano dei pezzi: l'ultima canzone che abbiamo scritto è stata l'intro (Life). Per noi è molto importante anche perché abbiamo parlato di noi. Poi servivano dei pezzi che legassero anche le hit, perché avevamo in mente il titolo TrapHouse e volevamo essere coerenti con tutto il progetto.

Proprio in Life, mostrate una parte, anche difficile, del vostro passato.

Prince: Quando nella canzone diciamo che fino ai 20 anni non abbiamo mai fatto una vacanza è vero, com'è vero che Ibra alcune volte mi faceva gli auguri per il mio compleanno ma non avevo nemmeno il tempo di pensarci. Credo che a livello economico ci siamo dati un gran bel po' da fare: io prima lavoravo in un'azienda la mattina e la sera in un ristorante. E così anche Ibra. Adesso invece ci stiamo godendo qualcosa a cui prima neanche pensavamo. Non siamo ricchi, ma sicuramente stiamo molto meglio di prima.

Qual è la prima cosa che vorreste fare con i soldi?

Prince: Nella mia vita ho sempre messo davanti i miei genitori. Noi ragazzi di seconda generazione siamo venuti qui in Italia grazie ai nostri genitori che non hanno potuto studiare, perché hanno cercato di fare studiare noi. Adesso cerco di aiutare a casa, voglio che mio padre stia tranquillo, che non abbia pensieri che a me servano soldi. Questa è la mia soddisfazione più grande.

Ibra: Lo stesso per me. A breve spero di riuscire a finire la costruzione della casa in Senegal per i miei genitori. Loro, rispetto ai genitori di un ragazzo italiano normale, che cerca di mettere il figlio "a posto", noi dobbiamo far riposare i nostri genitori quando saranno più vecchi, dopo aver sacrificato tutto venendo qui.

E uno sfizio invece che vi siete tolti?

Ibra: Fino al 2021 non avevo ancora visto Napoli nella mia vita, l'anno dopo sono andato a New York, da solo, anche perché Prince dormiva per prendere i biglietti. Andare lì, in mezzo ai grattacieli, è stato veramente bello.

Da quanto tempo non ritornate in Senegal e in Ghana?

Ibra: Non è semplice come viaggio, non è come andare a Ibiza per una settimana. Quando ero più piccolo, c'ero sempre stato a dicembre, ma adesso la vedo difficile: dicembre è il mese in cui chiudiamo più serate.

Qual è la collaborazione dell'album in cui vi siete maggiormente divertiti?

Prince: Credo quasi sicuramente ABC, perché è nata per caso mentre Ibra stava provando il ritornello in studio. Grazie al nostro producer, abbiamo anche pensato di inserire voci femminili nel ritornello e ci siamo divertiti, ma sapevamo che avevamo bisogno di un artista, di una strofa, altrettanto divertente. Abbiamo subito pensato a Bello Figo.

Com'è stato lavorare di nuovo con lui?

Prince: Lui e Guè sono le persone più professionali. Per la musica e il personaggio non sembra, invece lo è molto. Dopo aver sentito il pezzo, ci ha mandato la strofa in pochi giorni.

Qual è l'errore del passato da non ripetere?

Ibra: Fermarci. In questo momento non ci siamo fermati ancora, stiamo andando in studio ogni settimana come se l'album non fosse uscito. Vogliamo far uscire nuova musica nei primi mesi del 2024, anche perché in passato siamo stati costretti a fermarci o restavamo fermi quasi per 10 mesi dopo l'uscita di un singolo. Poi diventa difficile far ritornare il pubblico, anche perché ci sono artisti che escono ogni giorno. Oggi ascoltano me, domani qualcun altro.

Una competizione che è legata anche alla velocità con cui la musica viaggia su TikTok, una delle piattaforme più utilizzate per la comunicazione musicale. In passato siete stati etichettati come "quelli di TikTok": vi ha infastidito la definizione?

Ibra: Ma guarda, noi qualche video lo facciamo quando esce la canzone. Poi che vada virale ci fa piacere, ma non è che spingiamo più di tanto. Forse dovremmo quando ci viene qualche idea, come quella della corsa.

Prince: Ormai ci conviviamo, anche perché la nostra musica è quella che piace sulla piattaforma. Però ci sono brani come Dog, in cui non esisteva TikTok, però lo stesso è diventata virale e la gente la canta. Adesso per esempio c'è Skatman in tendenza, oppure Zucchero o Blanco. Anche loro sono quelli di TikTok? Poi magari chi dice queste cose sono gli stessi che ascoltano artisti americani che dicono le nostre stesse cose. Nei nostri progetti puoi trovare più cose.

In Coraggio Prince canta: "E, se non piacevo ai tuoi, è perché sono diverso, la tua pelle è chiara mentre la mia pelle è scura". 

Ibra: Il razzismo lo viviamo un po' tutti i giorni, ma ormai la prendiamo con filosofia, prima c'era più sofferenza, adesso siamo consapevole di noi. Poi in provincia c'è molto razzismo, in confronto a una grande città. Siamo sempre stati tutti insieme in un gruppo, noi italiani di seconda generazione, quindi ci facevamo forza gli uni con gli altri, anche per questo non abbiamo subito tanti traumi: insieme eravamo forti. Poi pensa che Prince è stato uno dei primi ad avere la ragazza bianca e quando andavano in giro, le chiedevano che cosa ci facesse con lui.

Prince: Ti voglio raccontare questa. Ieri eravamo al bar e stavo parlando con la cassiera che lavorava in quel bar. Dopo aver preso tutto e averla ringraziata, una signora anziana da dietro mi dice che parlo bene in italiano e mi chiede se fossi nato qui, che cosa facessi nella vita. Pochi secondi dopo, un gruppo di ragazzi mi è venuto a chiedere la foto e la signora è rimasta a bocca aperta. Gli ho detto che facevo il cantante neomelodico napoletano.

Cantante neomelodico napoletano col dialetto bresciano. 

Ibra: Anche nero.

Prince: La signora non riusciva a capire perché tutta quella gente mi chiedesse la foto, era andata proprio in panico. Comunque ritornando anche alla frase della canzone, mi ricordo quando uscivo con la mia ex, vedevo il nonno che non era molto convinto e non l'ho vissuta proprio bene.

E invece chi dei due gioca meglio a calcio?

Prince: Allora, io sono lontano dai campi perché mi sono rotto un tendine. Poi quando giocavamo a 11 c'è stato un mister che mi ha fatto passare la voglia, ero un po' difettato. Quando abbiamo cominciato a giocare a sette, io sono entrato proprio nel mood.

Ibra: Io sono più forte tecnicamente, lui magari è più completo. Ormai però sono un giocatore di basket.

Squadra o campetto?

Ibra: Campetto per divertirmi.

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