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Intervista a Sergio Caputo che rifà “Un Sabato Italiano”, 30 anni dopo (VIDEO)

Il cantautore rivisita il suo disco più celebre e pubblica un libro, dal titolo omonimo, in cui racconta quell’estate del 1983, madida di ottimismo, in cui nacque “Un Sabato Italiano”. E’ cambiato l’album, ma l’Italia, per lui, si è fermata lì.
A cura di Andrea Parrella
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Nell'aprile del 1983 usciva "Un Sabato Italiano" , l'album di uno dei cantautori più eterogenei ed interessanti del panorama italiano degli ultimi decenni: Sergio Caputo. Una piccola perla "sporcata", come ci ha confessato il cantautore in un'intervista e come non ha mai nascosto, da sonorità marcatamente anni '80 che, di fatto, non ne valorizzavano a pieno le peculiarità. A trent'anni esatti da quella operazione discografica, come ogni trentennale che si rispetti, Sergio Caputo rivisita interamente quel cd che l'ha reso celebre, ammodernando e rivalutando in versione totalmente jazz tutte quelle tracce.

A completare il progetto tripode sono un tour, con il quale Caputo toccherà buona parte delle principali città italiane ed un libro, dal quale emergono le sue già note doti di scrittore, che ha nel titolo omonimo la sua sintesi: un racconto fatto i aneddoti e suggestioni di quell'estate anni '80 durante la quale si concretizzò quella vena poetica fatta di levità, leggerezza, ma tanta sostanza. Per citare Carlo Massarini, autore della prefazione:

Un rullino polaroid di un'era, un po' futile ma anche ottimista, nella quale tutto in Italia si stava rimettendo in moto

Cos'è l'Italia di oggi, com'è cambiata, se è cambiata l'estate rispetto a trent'anni fa? L'emigrante Sergio Caputo ci ha detto quante (poche) cose siano diverse, soprattutto ci ha confessato quanto sia scemato quell'ottimismo regnante tre decenni fa.

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