Sara Torraco all’esordio con “Gentilezza/Kindness”: “Sogno di scrivere musica per grandi artisti”
Sara Torraco è una giovane cantautrice lucana al suo esordio discografico ma con un'idea già ben chiara di quello che vorrebbe fosse il suo futuro. Da poco ha pubblicato per Lucania Sound Digital l'album "Gentilezza/Kindness" che già nel titolo descrive le atmosfere che l'ascoltatore ritroverà nei brani. Quello di Torraco è un pop cantautorale che si snoda tra italiano e inglese, ha influenze jazz e soul, poggia su synth che creano tappeti sonori dreamy, ma la cantautrice – che spiega che le sue canzoni nascono principalmente al piano -, evita, come è giusto che sia, le gabbie del genere, e spiega che cerca "il suono giusto che possa rappresentare le emozioni che provo".
Quando è nata la tua passione per la musica?
La passione per la musica ce l’ho fin dalla nascita: ascoltavo già tantissimi album che trovavo per casa e cantavo tutto ciò che mi passava per la testa.
Mi parli di com'è nata Gentilezza/Kindness?
L’album nasce dall’idea di ricominciare da me stessa – cercare e capire la mia identità, le sonorità più vicine a quello che esprimo attraverso i testi e quali sono i valori con cui riesco a connettermi. Grazie a questa continua ricerca è nato il nome Gentilezza/Kindness.
Tra l’altro hai scelto il titolo dell’unica canzone strumentale, immagino per una questione di sensazioni che dà il gioco di piano…
Assolutamente sì. Non volevo imporre agli altri il mio modo di vedere e sentire perciò un brano strumentale lascia spazio all’immaginazione alla creatività.
Qual è stato il primo mattone messo per la costruzione dell’album?
Il brano "Ho bisogno di me", nato a Bologna tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Ukulele in mano, carta e penna, le parole che scorrono fluide insieme alla melodia. Anche se, temporalmente parlando, il brano che ho inserito come bonus track “See you tomorrow” è la più datata e, involontariamente, è stato anche uno dei mattoni che ha terminato/iniziato il progetto.
È evidente la tua passione per il jazz, così come quella per il soul, il pop, mi racconti che idea musicale hai in questo momento?
Non amo definirmi in un genere specifico. Cerco il suono giusto che possa rappresentare le emozioni che provo. Che sia jazz, pop o soul è solo parte di tutti i miei ascolti e di ciò che mi piace realmente.
Si parla molto di cantautorato femminile, mi dici come vedi la scena di oggi?
Vedo una scena piena di autrici, compositrici, cantanti, produttrici sempre poco valorizzate all’interno dell’industria musicale che attribuisce automaticamente questi ruoli ai soli uomini. Parto anche da episodi personali in cui, nella maggior parte dei casi, mi attribuiscono il solo ruolo di cantante chiedendomi l’autore e il compositore dei singoli brani; per non parlare anche di diverse conferenze e dibattiti (Milano music week etc) e libri che parlano di gender gap all’interno dell’industria musicale.
Come nasce una tua canzone?
Al 97% una mia canzone nasce al pianoforte, con un’idea sonora, e in simultanea scrivo melodia, testo e armonia.
Hai mai pensato all’idea di partecipare a un talent? Che idea hai di questa strada?
È una domanda che mi viene richiesta ogni volta. Non mi precludo nulla anche se al momento non ho scelto questa strada. L’intento è di cercare al mio interno la mia personalità – che si riversa, quindi, nella musica – per evitare di farmi attribuire, dall’esterno, qualcosa che potrebbe non appartenermi.
Qual è il tuo sogno?
Il mio sogno è vivere una vita fatta di piccole cose: con la famiglia, a contatto con la natura e piena di musica. Musicalmente parlando continuerò a scrivere canzoni e vorrei poterlo fare per altri grandi artisti.
Hai un*artista con cui vorresti collaborare?
Posso sceglierne due? Se dovessi scegliere ti direi Niccolò Fabi e Davide Shorty; sono artisti che stimo musicalmente e personalmente parlando.