Sara ricorda il padre Pino Daniele: ‘La scomparsa mi ha aiutato a riscoprirne la musica’
Non ama fare interviste Sara Daniele, la figlia maggiore che Pino Daniele ha avuto con Fabiola Sciabbarasi, perché ogni cosa che dice, ogni foto che posta sui social, ci racconta, viene usata contro di lei. Eppure ascoltando le parole di questa ragazza di soli 19 anni niente fa pensare che voglia sfruttare quel padre famoso per qualche interesse personale, anzi. Quando le abbiamo scritto su Facebook chiedendole se le andasse di raccontarci questo 2015 complesso, il suo rapporto con lui e le sue ‘scoperte', ha messo subito le mani avanti finché alla fine ha accettato di fare due chiacchiere da Londra dove oggi studia marketing, mentre si preparava al ritorno in Italia per Capodanno.
‘Non ho ascoltato tutta la discografia di mio padre'
Non è facile vivere un lutto come quello che ha vissuto lei il 4 gennaio del 2015 quando un infarto ha portato via Pino Daniele, forse l'artista napoletano più amato di questi ultimi decenni, cantore di una Napoli che volava al di sopra dei cliché della pizza, del sole e del mandolino, colui che ha portato la fusion in testa alle classifiche, senza mai perdere l'attenzione verso la tradizione della musica della sua città. Ma soprattutto suo padre, perché se per noi il Mascalzone Latino era un artista di cui essere fan e di cui celebrare la musica, per lei era semplicemente suo padre e come tale la costruzione del rapporto con lui, in quanto genitore, ha seguito probabilmente tutte le tappe che questo comporta per chiunque, quindi anche il non stare appresso a tutta la sua opera. Veramente? Sì, veramente e se inizialmente può sorprendere che Sara non avesse mai ascoltato prima di quest'anno ‘Terra mia', album d'esordio di una carriera brillante, col senno di poi risulta pienamente comprensibile. Pensate al vostro rapporto con i vostri genitori e tutto si spiega:
Devo essere sincera, essendo stato mio padre, sai, per il rapporto padre-figlio, per me non era Pino Daniele, era semplicemente il mio papà: non ho sentito tutti i suoi album, per esempio, nel senso che ‘Terra mia' l'ho cominciato ad ascoltare solo quest'anno. Sentendolo, però, ho capito molte cose su di lui e le sue origini. Ho capito tante cose di Napoli attraverso la sua musica solamente quest'anno ed è stata una sfortuna, anche perché essendo cresciuta, maturata mi sarebbe piaciuto fargli io stessa delle domande.
L'amore di Napoli per Pino Daniele
E quest'anno le ha fatto capire anche quanto fosse enorme l'amore di Napoli per lui e quanto anche chi non lo conosceva, se non tramite le sue canzoni, abbia potuto soffrirne la perdita come se fosse stato uno di famiglia. Un abbraccio talmente forte che non le ha permesso di godersi appieno la città quando veniva col padre, visto che per la maggior parte del tempo erano in albergo (‘Al massimo andavo in giro io e mi facevo guidare da lui telefonicamente'):
Mio padre mi ha sempre parlato bene della sua città, era innamorato di Napoli. Ho realizzato appieno, però, l'importanza che lui aveva per quella città dopo la morte: vedere piazza del Plebiscito completamente piena è stato incredibile, vedere tutta quella gente che si stringeva a noi, era bellissimo. Sono tornata anche una settimana fa a Napoli e avevo ancora quel magone. Mi ha fatto impressione andare a San Gregorio Armeno (zona di Napoli nota per i suoi Presepi, ndr) e vedere la gente che si compra le statue che lo raffiguravano, vuol dire proprio che mio padre li ha fatti crescere: è cresciuto con loro e loro sono cresciuti con lui.
‘Il funerale a Napoli dovevamo farlo'
E per questo motivo era impossibile non fare il doppio funerale, a Roma, dove ormai il cantante viveva e a Napoli, a cui era legato in maniera indissolubile:
Alla fine dovevamo farlo il funerale a Napoli. Abbiamo trasportato la salma per un'ora e mezza di viaggio con la distruzione emotiva che ha comportato per me e la mia famiglia, però lo dovevamo fare, ce lo siamo sempre detti, se non l'avessimo portato sarebbe stato un dispetto nei confronti di coloro che l'avevano fatto diventare quello che era. Ed è stato bellissimo, a me è servito per un processo di elaborazione del lutto, sapere che c'è tanta gente con cui condividere un dolore così grande è stato importante per tutti.
La riscoperta del padre
Oggi Sara, quindi, sta riscoprendo anche il lato da fan, riascoltandolo e prendendo coscienza anche del modo in cui gli altri guardano a suo padre. È un po' il meccanismo che abbiamo quando, vivendo in una determinata città ci si rende conto di non averne mai visto luoghi simbolo, presi da quell'inerzia che ci fa dire che prima o poi lo faremo, che tanto ne abbiamo tutto il tempo. Ed è valso anche per lei, che è nata quando la fama del padre era ormai una certezza e non ha ascoltato tutto per ‘pigrizia, perché ce l'avevo a casa', racconta, spiegando anche, però, che quest'anno di riscoperta l'ha aiutata a capirne meglio i gusti, la sua voglia di ricercare e sperimentare.
Di certo c'è che non calcherà le sue orme; qualche mese fa, sul suo profilo Instagram, Sara postò una foto che la ritraeva, bambina, con un microfono in mano, intenta a cantare: ‘Dopo tutto quello che è successo non penso che lo farò, anche perché vivrei sempre nella sua ombra, non credo di poter mai essere alla sua altezza e sarei sempre la figlia di, quindi sto studiando altro, me ne voglio tirare fuori'. Ed è il marketing quello per cui è andata in Inghilterra, lo studio e la voglia di realizzarsi, lasciandosi alle spalle tutti i chiacchiericci. Un campo che le dà, dice, tante possibilità e se proprio musica dovrà essere che sia ‘da dietro' e non sul fronte del palco.
L'amicizia con Gigi D'Alessio
Per ora quindi le canzoni di Mina, Mia Martini, Venditti, Baglioni (che lei chiama, giustamente Antonello e Claudio) si limiterà a cantarle in casa o con gli amici e anche quelle di Beyoncé, Rihanna, Chris Brown e Adele che ama e che cercava di far ascoltare a suo padre: ‘Quando mi piaceva una canzone gliela facevo sentire e lui mi diceva se gli piaceva o meno. Ero io a fargli ascoltare alcune cose nuove' ma non è detto che gli piacessero. A proposito di amici famosi, poi, chiediamo a Sara cosa ne pensa della diatriba, tutta napoletana, che per un certo periodo ha visto in contrapposizione suo padre e Gigi D'Alessio, che intervistato proprio da Fanpage l'anno scorso dichiarò la sua amicizia il cantante:
È sempre stato un contrasto tra i napoletani: Pino Daniele o Gigi D'Alessio, Gigi D'Alessio o Pino Daniele, però in realtà papà e Gigi erano amici e anche mia madre e Anna (Tatangelo, ndr) si sono conosciute e ci vedevamo spesso, siamo amici di famiglia.
Le canzoni di Pino preferite da Sara
A Sara, tra l'altro, è dedicata la canzone omonima contenuta in ‘Medina', album del 2001, che lei adora, ovviamente, assieme ad altre due, che non fanno parte di classici:
Una è ‘I still love you' che chiude ‘La grande madre' ed è eseguita solo voce e chitarra e poi mi piace anche molto ‘Cosa penserai di me' (in ‘Come un gelato all'equatore'), sai, mi piacciono queste canzoni romantiche. E poi, come mi hanno detto molti amici che hanno perso un genitore: ‘Tu hai la fortuna di poterlo ascoltare quando vuoi'
Le aspettative per il 2016? Tranquillità e realizzazione personale
Non perde mai la voce allegra, sia che guardi indietro, sia, soprattutto che guardi avanti, ai progetti e a quello che spera possa essere questo 2016:
Per questo 2016 mi aspetto tranquillità. Ma mi aspetto anche di riuscire a realizzarmi, me ne sono andata di casa, sono andata a studiare fuori, piano piano sto crescendo, mi aspetto di realizzare alcuni miei piccoli sfizi che vorrei fare nel 2016. Io penso sempre al futuro ma vivendo alla giornata: in questi casi quando c'è una perdita del genere c'è un periodo in cui devi pensare ad essere felice, io sono una persona generosa ma quest'anno ho realizzato che prima di dare agli altri devi dare anche un po' a te stessa.
L'eredità che suo padre le ha lasciato
La musica è sicuramente una delle cose a cui lei e i fratelli potranno aggrapparsi per continuare a farlo vivere, ma sono tante le cose che suo padre le ha insegnato e che ora spetta anche a lei tramandare ai fratelli:
Più cresco e più mi rendo conto che ho il carattere uguale al suo, se vogliamo parlare di eredità musicale, ci ha lasciato qualcosa a cui aggrapparci quando ci manca. Come uomo e padre, poi, mi ha insegnato tantissime cose, fortunatamente a differenza dei miei fratelli ho potuto viverle fino ai 18 anni e sto cercando di tramandare le cose che ha insegnato a me anche ai miei fratelli piccoli.