Samurai Jay presenta Respira: “Ho esorcizzato tutte le paranoie del passato”
Il successo nel 2020 di un album come "Lacrime" sembrava avesse messo tutti i mattoncini al posto giusto per Samurai Jay, al secolo Gennaro Amatore, una delle realtà più innovative dell'urban campano. Poi il Covid-19 e la frustrazione per un album che non è riuscito ad avere una sua dimensione live, un successo strozzato e tanti rimpianti per un progetto d'esordio in grado di aprirsi a tanti percorsi musicali. Poi l'arrivo di singoli come "Come fai", ma soprattutto il successo di "Bye Bye", con oltre 14 milioni di streaming, hanno proiettato il rapper campano in una nuova dimensione, soprattutto grazie a un viaggio a LA. L'uscita del nuovo Ep "Respira" è stata solo la sua naturale conseguenza.
Dopo il successo di un album come "Lacrime" e con l’arrivo della pandemia, com’è stato affrontare il processo di produzione di "Respira"?
La produzione di “Respira” è stato molto stimolante, ho lavorato a stretto contatto con Dani, il mio produttore, con cui da sempre c’è forte intesa e così l’EP è uscito in modo naturale. La cosa più difficile è stata trovare una direzione da seguire perché eravamo entrambi confusi, non lavoravamo insieme da un anno e mezzo e ci siamo ritrovati tutti i giorni in studio. È stato fondamentale, per prima cosa, trovare una linea da seguire.
C’è molta Los Angeles nel disco, soprattutto nelle vibes e nelle frequenze funky californiane, come in "Tarantelle e guai". Come ha influenzato anche la produzione di "Respira" il viaggio negli Usa?
Los Angeles è stata la ciliegina sulla torta per la realizzazione dell’EP. È stato il luogo che ci ha ispirato, era da anni che volevamo fare questo viaggio e anche la musica che stavamo scrivendo ci portava oltre oceano; quindi, era inevitabile fare una tappa in California. Los Angeles ci ha aiutato a mettere insieme le mille idee per la concretizzazione dell’EP.
Ti aspettavi il successo di "Bye Bye" e come cambia nella pubblicazione di un disco un successo così importante del primo singolo?
Avere un singolo che ha già fatto successo prima di pubblicare un disco aiuta sicuramente però non l’ho inserito nell’EP per via dei numeri ma perché completa la direzione di “Respira”, è perfetta con i suoni dell’album ed è stato il primo pezzo della nuova direzione musicale che poi abbiamo seguito con il resto dell’EP.
"Respira" è un album che sperimenta, soprattutto nelle produzioni musicali: una scelta precisa o la consapevolezza di nuove direzioni da intraprendere?
Un po’ tutte e due e un po’ nessuna, era solo necessità di fare musica. Abbiamo seguito l’istinto e quella che era la nostra esigenza artistica nell’esprimere sensazioni ed emozioni, dal toccare uno strumento allo scrivere parole fino a cantare delle melodie.
"Ora d’aria" sembra riflettere quella sensazione di alienazione che hai raccontato anche in alcuni post su Instagram, dovuti alla pandemia. Come hai vissuto quel periodo e come ha influenzato il disco?
È un pezzo che sento molto, perché parla di una brutta parte di me che mi porto appresso da tutta la vita ed esce fuori quando mi chiudo in me stesso e inizio a riflettere, a pensare, finché quei pensieri non sovrastano la mia forza di volontà nel fare qualcosa. "Ora d’aria" mi è servita ad esorcizzare tutte le paranoie presenti nella mia testa.
Qual è stato il primo singolo scritto e quale l’ultimo del progetto, e c’è stato un momento in cui hai capito che il disco stava arrivando?
Il primo brano del disco è stato “Come fai”, l’abbiamo scritta nell’aprile 2021 ma senza un motivo preciso perché avevamo ancora pensato all’EP. Abbiamo iniziato a raccogliere tutte le idee all’inizio del 2022 circa ma non c’è stato un momento preciso che ci ha fatto capire che l’EP stava arrivando, a un certo punto ce lo siamo detti e l’abbiamo fatto e tutto ha iniziato a prendere forma.
A chiudere il disco, c’è "Anna". Un brano dance che sembra riprendere le sonorità Drake-PartyNextDoor, ma che invece racconta il rapporto con tua madre.
"Anna" chiude il disco, "Bye Bye" è stata aggiunta come bonus track. Il pezzo è stato quello che ci ha fatto capire che avevamo finito il disco, volevamo inserire un ultimo pezzo ed eravamo in un limbo, "Anna" è stata la svolta. La canzone parla da sé, c’è parte dell’amore che provo per mia madre, non tutto perché sarebbe impossibile inserirlo in una canzone. Con lei ho un rapporto molto particolare, un rapporto sincero, le devo tutto, mi ha concesso di credere in questo sogno e mi ha sempre supportato e appoggiato. Le sarò grato a vita.