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Saccheggiata la tomba di Michele Merlo, la denuncia della madre: “Un gesto ignobile”

È stata saccheggiata la tomba di Michele Merlo, come denuncia la madre del cantante scomparso a causa di una leucemia fulminante.
A cura di Redazione Music
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Camera ardente di Michele Merlo (Foto Guido Calamosca/LaPresse)
Camera ardente di Michele Merlo (Foto Guido Calamosca/LaPresse)

Katia Ferrari, madre di Michele Merlo, il cantante morto nel 2021 a causa di una leucemia fulminante, ha denunciato sui social il furto di alcuni oggetti che erano sulla tomba del figlio. La donna ha denunciato l'accaduto sui suoi social spiegando di essere arrabbiata e delusa per l'atteggiamento ignobile contro la tomba del figlio, conosciuto anche come Mike Bird. A riportarlo è il sito Gossip e Tv che ha intercettato il post su Instagram in cui la donna denuncia: "Sono già arrabbiata con questo mondo, dove purtroppo devo e sto sopravvivendo. Ma ancora di più con chi si permette di prendere (rubano) i regali di Michele".

La madre ha spiegato che dalla tomba non sono scomparsi solo dei fiori, ma anche oggetti di valore. Ma il punto, ribadisce la donna, è il gesto compiuto sulla tomba del figlio, sepolto nel cimitero di Rosà, suo paese d'origine: "Non parliamo dei fiori, ma è sparito un suo anello con una M e oggi mi sono accorta che manca una tazza con un bassotto. Per chi fosse stato: hai fatto un gesto veramente ignobile!". A quel punto la donna si rivolge direttamente a chi ha compiuto questo gesto: "Devi solo vergognarti" ha detto. La famiglia del cantante, che aveva trovato la popolarità nazionale grazie alla partecipazione ad Amici, il talent di Maria De Filippi, è in causa per cercare di fare luce sulla morte del figlio, scomparso per una leucemia fulminante, ma che per due volte non aveva avuto giuste diagnosi.

La madre e il padre del cantante, quindi, vogliono capire – e lo stanno facendo nelle aule dei Tribunali – se una diagnosi tempestiva avesse potuto salvare la vita del figlio. Merlo, infatti, soffriva di un forte mal di testa e aveva dei lividi sul corpo e recatosi dal medico era stato rimandato a casa senza una diagnosi giusta, così come avvenuto anche successivamente quando si era recato al Pronto Soccorso. Solo andando in ospedale a Bologna gli era stato diagnosticata la leucemia, troppo tardi, purtroppo. "Una condotta diligente dell'indagato avrebbe permesso di avviare il trattamento terapeutico previsto e di svilupparne l'efficacia in tempo utile evitando il decesso" ha scritto l'avvocato della famiglia, che ha fatto causa al medico di base spiegando che agendo tempestivamente le possibilità di successo del trattamento sarebbero state del 90-95% soprattutto in un soggetto giovane e senza altre patologie

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