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Rocco Hunt ha ragione: “L’accento si deve sentire”

Rocco Hunt vince Sanremo Giovani e scoppia il caso. Si attacca la retorica del tridente atavico “sole, pizza, mandolino”, quando il rapper è uno di quelli che mangia la strada da quando aveva 11 anni.
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Rocco Hunt vince Sanremo Giovani e scoppia un caso di quelli che ci darà da lavorare per una settimana, o forse due. L'Italia si interroga su questo ragazzino di neanche 20 anni che arriva sul palco del Teatro Ariston, mangiandoselo con la scioltezza di un Mengoni quando omaggia Endrigo, e che sortisce il miracoloso effetto di smuovere il culo dalle sedie degli assopiti presenti. E' quella fame che ha solo chi il talento ce l'ha da vendere.

L'antefatto, per quanti si fossero persi le puntate precedenti, è d'obbligo. Rocco Pagliarulo mangia pane e hip hop da quando aveva 11 anni muovendo i primi passi nei freestyle di quartiere. Il ragazzino di Salerno viene subito notato e comincia presto a frequentare i territori underground del rap ricevendo rapidamente i consensi del pubblico più prezioso di sempre: la strada. L'investitura a predestinato è sancita attraverso diverse collaborazioni (o semplici endorsement in certi casi) con punti di riferimento della scena campana, hip hop e non. Parliamo di artisti come Speaker Cenzou, ‘Nto, Edoardo Bennato (qui proprio con Rocco in un live per Fanpage), Clementino, i 99 Posse. Non servivano investimenti di nessun tipo, "nun c'era bisogno ‘a zingara, p'andivinà Cuncé", per capire che Rocco sarebbe stato uno di quelli che, e se lo dice da solo in uno dei suoi pezzi più belli, oggi o domani ce l'avrebbe sicuramente fatta.

Antefatto concluso: Rocco vince Sanremo Giovani, l'Italia (e anche i "mainstreamer" di casa sua) lo scopre e parte il gioco dei distinguo. Si obietta al ragazzo di aver speculato sulla Terra dei Fuochi per quella strofa

"La strage dei rifiuti / L’aumento dei tumori / Noi siamo la terra del sole /Non la terra dei fuochi"

Lo si accusa di un testo facilone e pieno zeppo di stereotipi, sui social network anche i conterranei a preparargli la sassaiola digitale, sono gli stessi che fino a prima della sua svolta con le major, gli stendevano il tappeto rosso sul marciapiede dell'underground. Si attacca la retorica del tridente atavico "sole, pizza, mandolino", quando Rocco Hunt prima di portare "Nu juorno buono" a Sanremo, è riuscito a conquistarsi quella scena a suon di visualizzazioni "reali" su Youtube (sì reali, perché c'è chi nell'ambiente se le compra). Si accusa il ragazzo di "tradimento" per quel retaggio assurdo che vuole che chi venga dal basso e dalla gavetta, non debba mai permettersi di vivere e bene, della sua arte.

I Sangue Mostro, giganti della scena napoletana, hanno detto di lui a Fanpage Town: "Un esempio della nostra terra, fa parte di una scena mainstream rimanendo fedele ad un'appartenenza più rootz ed original: un esempio di cultura rispetto a quello che è il fenomeno dell'hip-POP". Svolta promossa a pieni voti dai puristi, dunque. Rocco Hunt con la sua arte non farà solo tendenza, ma agirà da sponda per quelli che all'approcciare per la prima volta la materia, vorranno approfondire. E' un'opportunità, per l'ambiente "hip hop/rap" e per il territorio. E invece proprio dal territorio piovono le sassate più pesanti.

Contemporaneamente arriva un attacco satirico dalla Gialappa's che, durante la diretta su Rtl 102.5, commenta la sua richiesta al pubblico di alzare le mani con un secco: "sì così un suo compare arriva a ciulare i portafogli".

Che gli vuoi dire alla Gialappa's? Rispondergli forse come il Jep Gambardella de "La Grande Bellezza" ha fatto con la triste Stefania: "Noi non ribattiamo perché ti vogliamo bene". Hanno aperto ad un genere in Italia, hanno fatto anche loro tendenza, ma oggi la loro forma è ormai così desueta, da esser costretti a vivere di ricordi sulla loro pagina Facebook.

Su Rocco Hunt dunque, ma quale retorica? Ma quale banalità in quel testo? Ma cosa ci si aspetta da un ragazzino di 19 anni? É una verità sacrosanta "Nu juorno buono", un manifesto d'allegria e passione. Certo l'ammiccamento furbo c'è, e quale miglior modo di tirarsi via gli applausi e l'attenzione di un'Italia intera? Hai ragione Rocco quando dici "il mio accento si deve sentire". Quindi che lo sentano tutti, oppure se vuoi glielo diciamo insieme, sei pronto? Ma vafanculo.

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