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Robin Thicke: “Per un anno, dopo ‘Blurred Lines’, ero sempre fatto”

La testimonianza di Robin Thicke e Pharrell Williams nella causa che li vede coinvolti per plagio di una canzone di Marvin Gaye è stata resa pbblica rivelando alcune cose che appannano l’immagine del cantante, che oltre ad aver ammesso di essere dipendente da alcol e Vicodin, ha ammesso di non avere meriti per “Blurred Lines”.
A cura di Francesco Raiola
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Robin-Thicke-Pharrell-Williams
Robin Thicke e Pharrell Williams

"Blurred Lines" è stato uno dei maggiori successi del 2013 e uno dei maggiori di questi ultimi anni. L'autore, Robin Thicke, dopo aver pubblicato 6 album senza riuscire a sfondare, ha raggiunto finalmente il successo, anche grazie alla collaborazione con il Re Mida della produzione Pharrell Williams. Un successo tanto atteso che però gli ha provocato non pochi problemi. Prima di tutto le accuse di misoginia, sia per il testo ("Ragazza, so quello che vuoi"), che per il video che nella versione senza censura vede protagoniste tre ragazze nude. Un'accusa da cui sia Thicke che Pharrell hanno dovuto difendersi per molti mesi (al punto che pare che i video dei nuovi singoli del produttore siano un modo per bilanciare quelle accuse, appunto). Ma la canzone ha creato problemi a Thicke anche con la moglie Paula, soprattutto a causa dell'esibizione con Miley Cyrus durante gli Mtv Video Music Awards del 2013, con l'ormai famigerato twerking della popstar, che non piacque a Paula, la quale, dopo qualche mese, ha lasciato il marito, che per contro le ha dedicato tutto il suo ultimo, e abbastanza fallimentare, album. Ma a creare ancora problemi è stata la causa intentatagli dagli eredi di Marvin Gaye, i quali sostengono che la hit sia un po' troppo simile a ""Got To Give It Up", pezzo a cui in molte interviste il cantante ha detto essersi ispirato.

Intanto i giudici che si stanno occupando del caso hanno deciso nei giorni scorsi di rendere pubbliche le dichiarazioni di Thicke e Pharrell durante il processo, lanciando i due in pasto ai media. Le testimonianze, infatti, raccontano quello che si è nascosto dietro un successo mondiale facendo uscire Thicke (ma anche Williams) con le ossa rotte. È soprattutto Thicke, infatti, a pagare lo scotto del processo, visto che ora sappiamo un po' di cose in più sia sulla sua vita privata che sulla nascita del pezzo, ma anche Pharrell ne esce un po' colpito, soprattutto nella parte in cui si legge di quando, dopo aver dichiarato di saper leggere la musica, si ritrova materialmente in difficoltà quando gli viene chiesto di farlo, dichiarando: "Non mi sento a mio agio".

Thicke, infatti, come riporta Hollywood Reporter, che ha avuto accesso all'intera deposizione, ha dichiarato di essere stato completamente fatto di Vicodin e alcol, sia durante la genesi del pezzo che per tutto l'anno successivo ammettendo di non aver fatto un'intervista da sobrio, neanche quella da Oprah Winfrey, in cui era col figlio e provocando l'ira della moglie. Ma il problema è che nonostante sia accreditato come coautore del brano, di meriti reali non ne ha. Thicke infatti ha solo prestato la voce a un'opera creata per intero da Pharrell, di cui a un certo punto ha provato invidia cercando di prendersi i meriti facendosi, appunto, aggiungere come coautore: "A essere onesto, [la parte in cui è stato creata la ritmica], è l'unica in cui c'ero, anche se ero fatto a Vicodin e alcol quando ho raggiunto lo studio. Quindi la mia memoria arriva quando abbiamo scritto la canzone e ho pensato che volevo – io – essere maggiormente partecipe di quanto lo fossi realmente al tempo; nove mesi dopo divenne una hit e volli un riconoscimento. Così cominciai a cercare di convincermi che l'importanza del mio contributo fosse maggiore di quello che in realtà era. Volevo maggior credito per quella hit. Ma la realtà è che Pharrell ha scritto la maggior parte della canzone". E Williams conferma sottolineando come il merito sia tutto suo, negando che abbia preso spunto da Gaye, e spiegando il perché accettò che Thicke potesse essere riconosciuto come co-autore: "Succede spesso nel nostro mondo. La gente vuole sempre far sembrare che abbia un merito maggiore di quello che in realtà ha", riconoscendo, però che la voce di Thicke è ciò che unisce una canzone che lo stesso cantante pare detestare: "È come il rumore delle unghie sulla lavagna (…) Mozart si rivolterebbe nella tomba".

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