Roberto Vecchioni a Sanremo tra musica, poesia e strumentalizzazioni

Roberto Vecchioni qualche anno fa all'Università di Teramo insegnava "Forme di poesia per la musica". Molte volte poesia e musica sono le due facce di una stessa medaglia. Capita spesso in molte sue canzoni, capita adesso nella sua Chiamami ancora amore, uno dei brani più  belli di questo Festival di Sanremo. Alcune parti della canzone risuonano come veri e propri spaccati poetici cui la musica sembra conferire un'inspiegabile leggerezza:

Perché le idee sono come farfalle che non puoi togliergli le ali; perché le idee sono come le stelle che non le spengono i temporali; perché le idee sono voci di madre che credevano di avere perso e sono come il sorriso di Dio in questo sputo di universo.

Il cantante originario di Carate Brianza, in un'intervista a  Rainews24, si è trincerato dietro un muro di modestia; ai suoi alunni dice di insegnare quello che hanno scritto gli altri, non quello che ha scritto lui:  "Insegno la canzone come è nata e come è importante nella storia italiana perché dà uno spaccato di come viviamo e della società. Non mi permetterei mai di insegnare canzoni mie, quelle le canto".

Vecchioni aggiunge poi di non volere che la sua canzone venga strumentalizzata: "Ho parlato di studenti che sfilano, mica di studenti che tirano le pietre. Ho parlato di soldati che muoiono in un posto che è un porcile. La destra può benissimo strumentalizzarla, ma non mi va nemmeno che sia troppo strumentalizzata dall'altra parte, perché non è una bandiera di qualcosa. E' una bandiera mia, è una difesa delle idee e della cultura dell'umanesimo". Niente strumentazioni, niente politica, niente attivismo: solo musica e poesia.