Roberto De Luca (Live Nation) sul biglietto nominale: “Rischiamo la disaffezione del pubblico”
Cosa succederà agli organizzatori di concerti dall'1 luglio, quando entrerà in vigore l'obbligo del biglietto nominale per molti concerti al di sopra delle cinque mila persone di capienza? Abbiamo chiesto a Roberto De Luca, AD di Live Nation Italia, leader tra le aziende di promoter nel campo della musica e non solo, cosa succederà, quali saranno le problematiche e i vantaggi di questa novità che ha scatenato non poche polemiche. Live Nation, inoltre, organizza i concerti di Ed Sheeran che ha voluto proprio i biglietti nominali per il suo tour, permettendo proprio a Live Nation di cominciare a confrontarsi con questa nuova legge.
Salve De Luca, dall'1 luglio si parte con i biglietti nominali, qual è la posizione di Live Nation sull'argomento?
Intanto voglio sapere se ha un po' di tempo, perché è una cosa che non si può liquidare in pochi minuti: parto da un concetto, ovvero che esiste già un biglietto nominativo che riguarda le partite di calcio, biglietto che è stato introdotto per questioni di ordine pubblico, e nonostante ciò non ha minimamente scalfito il mercato secondario. Se va su qualsiasi sito troverà i biglietti di tutte le partite di calcio e questo è facilmente controllabile. Teniamo presente, poi, che questa nuova legge sul biglietto nominale non esiste in nessuna parte del mondo, ho verificato e non esiste come imposizione di legge e bisognerebbe già tenerne conto. Ora, però sarebbe importante leggere il testo della legge che dice ‘Con lo scopo di contrastare l'elusione e l'evasione fiscale, nonché di assicurare la tutela dei consumatori, garantire l'ordine pubblico' anche se io problemi di ordine pubblico, ai concerti, non ne ho mai sentito parlare e si prosegue dicendo "o, nei casi più gravi, con l'oscuramento del sito internet attraverso il quale la violazione è stata posta in essere" e per me la legge potrebbe finire qui, quindi non esisterebbe il problema del biglietto nominale.
Insomma, c'è la legge e va applicata, dice…
Certo, peraltro questa legge è confusa, perché si dice che "sono esclusi dall’ambito di applicazione le manifestazioni sportive e gli spettacoli di attività lirica, sinfonica e cameristica, prosa, jazz, balletto, 4 danza e circo contemporaneo", ora riguardo la lirica non sono io a dover spiegare che la Turandot o l'Aida chiamano 13 mila persone per concerto, inoltre il Forum di Assago ha una capienza di 10 mila spettatori, spesso, però, lo usiamo anche per capienze ridotte, quindi con capacità di cinque mila, ma il concerto potrebbe andare bene e la capienza viene aumentata e in quel caso cosa succede? Ma Morricone dove lo mettiamo ad esempio? Ma detto questo, è una legge ad hoc per pop e rock.
Certo, come mi è stato confermato anche dall'On. Battelli…
Il nostro mercato vive senza sovvenzioni, vive dei propri mezzi e dà lavoro a migliaia di persone e genera delle ricadute economiche sul territorio importanti, quindi è un mercato solido e in crescita e sarebbe meglio non avere ostacoli particolari. Questa legge provoca un aumento significativo dei costi: abbiamo organizzato il concerto di Ed Sheeran, che ha richiesto i biglietti nominali e qualche giorno prima, per coadiuvare il lavoro delle Forze dell'Ordine, da Questura e Prefettura ci è stato imposto di usare un numero di persone per servizio d'ordine e controllo superiore, quindi abbiamo dovuto prendere una sessantina di persone in più. A questo si aggiunge un costo futuro per quanto riguarda l'allestimento all'interno della struttura, perché dovremmo aprire le porte in anticipo. Al concerto di Sheeran le cose sono andate benino perché eravamo attrezzatissimi, ma il pubblico era giovanissimo, quindi presente da parecchie ore prima ai cancelli.
Però, mi perdoni, si potrebbe obiettare che la priorità dello Stato sono i cittadini, quindi se aumentano i costi ci si adegua. La sua priorità, ci ha spiegato l'On. Battelli, è rendere un vantaggio ai cittadini.
Un vantaggio che si tramuta in uno svantaggio, perché i costi aggiuntivi si ripercuoteranno sul pubblico.
Però le faccio un'altra domanda: Ed Sheeran – vostro artista – ha chiesto il biglietto nominale, a dimostrazione che è un problema sentito anche da alcuni artisti, no?
Ma lui non ha altri strumenti, mentre il Governo ce li ha, basta che rispetti la legge e oscuri i siti. Ed Sheeran e altri pochi artisti non hanno possibilità di oscurare siti, mentre il Governo può farlo.
La risposta è che spesso i server sono all'estero e benché l'obiettivo finale dello Stato è quello di oscurare i siti, nel frattempo però il biglietto nominale è un modo per frenare il secondary ticketing.
Ma non lo è assolutamente, perché il biglietto nominale non ha fermato il secondary ticketing per il concerto proprio di Sheeran i cui biglietti circolavano tranquillamente. E pensi che abbiamo fatto il biglietto nominale in maniera più soft anche con Vasco Rossi, però l'abbiamo organizzato così: una persona poteva acquistare quattro biglietti e su quattro biglietti metteva il proprio nome, questa è una cosa che si può fare cercando di essere anche elastici ai cancelli.
Senta, si parlava di aumento dei costi, mi dice quanto ha inciso il biglietto nominale su Ed Sheeran?
Diciamo che ci sono 60 persone che lavorano in più e facendo i conti sono circa 12 mila euro. Poi, aggiungo, sempre perché si parla di favorire il pubblico, non è così perché parlando con la compagnia di rivendita di biglietti, loro applicheranno una fee per il cambio biglietti…
L'On. Battelli mi diceva un prezzo da 1 a 4 euro…
No, si sbaglia, perché Leonetti (AD di TicketOne, ndr) mi dice che sarà tra i 6 e i 7 euro, che è un costo aggiuntivo, e anziché favorire il pubblico lo si penalizza. Perché bisogna penalizzare un mercato che funziona e crea posti di lavoro?
La legge parla chiaro: bisogna oscurare, ma perché, secondo lei, non viene applicata?
Ma non ne ho idea, credo che non ce ne sia la volontà.
E perché non c'è volontà?
Non glielo so dire, ma se uno scrive una legge, lo fa con cognizione di causa, credo, non è che lo scrive perché non aveva di meglio da fare. C'è una legge ad hoc con la quale io concordo appieno.
Resta, però, questa terra di mezzo per cui da una parte la legge non viene applicata e dall'altra continua la pratica del secondary ticketing e restiamo in questo limbo da cui non si esce.
Abbiamo un esempio importante alle spalle: il biglietto nominale nel calcio non ha funzionato.
Però l'On. Battelli dice che modello di sistema nominale previsto per la musica è meglio di quello per il calcio.
Ma è lo stesso sistema, alla fine.
Comunque ci saranno sei mesi di prova, mesi in cui si testerà…
Una cosa è certa però: l'aumento dei costi è l'unica sicurezza, perché l'ho già vissuta sulla mia pelle. C'è poi un problema anche sugli allestimenti che saremmo costretti a rallentare, e se le produzioni dovessero arrivare al punto in cui necessitassero del giorno in più di allestimento l'Italia diventerebbe un Paese meno appetibile per gli artisti, perché già abbiamo una burocrazia enorme, perdere un giorno in più li scoraggerebbe: non c'è certezza al 100% ma bisogna tenerne conto.
Stiamo parlando con molti ‘se', quindi le chiedo una promessa: ci risentiamo tra qualche mese così mi dirà, con piena onestà, cosa è successo nel frattempo?
Assolutamente sì, pongo queste problematiche perché questo è il lavoro su cui la mia e tante altre società vivono, con i mezzi propri e che è già abbastanza tartassata. Voglio dire un'ultima cosa, per l'introduzione del biglietto nominale negli stadi: loro sono stati obbligati a mettere i tornelli e nessun palazzo dello sport ce li ha…
Questo, però, ci porterebbe a un discorso ampio e interessante sulla mancanza di strutture ad hoc per la musica…
Non esistono se non in casi rarissimi, certo. Il mio timore ed è quello che abbiamo riscontrato nei giorni precedenti al concerto di Ed Sheeran, quando avevamo già comunicato cosa fare, è che tutto questo possa creare una sorta di disaffezione nel pubblico. Noi stiamo vendendo i biglietti del 2020, chissà se qualcuno decide oggi di comprare un biglietto per il 20 luglio 2020.