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Riki torna con Scusa: “Dopo Sanremo ho preso una pausa, ma quella sberla mi ha aiutato”

Due anni di successi enormi e due di difficoltà, oggi Riki torna con “Scusa” e dopo aver metabolizzato l’ultimo posto di Sanremo, oggi si dice più sereno.
A cura di Francesco Raiola
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Il successo enorme dopo il secondo posto generale ad Amici, platini a cascata, tour pieni, folle in visibilio: nel 2017 Riki aveva molto di quello in cui un giovane cantante poteva sperare. Ed è quando voli così in alto che la caduta rischia di essere rovinosa. La situazione non è delle migliori, ci racconta Riki, già prima della partecipazione al Festival del 2020, dove il cantante si presenta con la canzone "Lo sappiamo entrambi", finendo, però ultimo in classifica. Contando che per qualcuno puntava a posizioni molto più alte, quel risultato è una batosta il cui livido fa male pian piano che passa il tempo. Dopo un periodo di difficoltà, però, il cantante prova la risalita, continua a scrivere e cambia produttore ed è proprio Big Fish che produce il suo singolo di ritorno "Scusa", una lettera d'amore all'ex fidanzata.

Ciao Riki, si ricomincia: ti era mancata questa fase di promo?

È una cosa che mi è mancata. Sai, una volta che ce l'hai ti abitui e quando succede dai le cose per scontate ed è un errore. Anzi devo ingranare di più, ma dopo un anno e mezzo di pausa ci sta.

Materialmente che vuol dire abituarsi al successo?

Ci si abitua alle cose quando arrivano in modo veloce, quando riesci a guadagnartele ma non sei ancora caduto veramente o hai preso degli schiaffi. A quel punto, quando tutto sembra facile – per me non è stato facile, ma molto più di tanti altri – che il tuo corpo, a livello mentale, si abitua, almeno a me è successo questo. Non è che snobbassi qualcuno, non mi è mai successo, mi sono sempre dato al massimo coi miei fan, alla fine puoi darti quando vuoi, ma arrivi comunque alla sera che dai per scontate cose che scontate non sono, finché non ti fermi, cominci a rifletterci e ad apprezzare più quello che un domani puoi riconquistare.

Diciamo che il problema principale è che più vai in alto e più senti forte la botta quando vai giù…

Sì, i talent ti danno quel tipo di popolarità, ma è una formula matematica. Poi sta a te riprendere il percorso con la qualità della tua musica e con le scelte, anche perché oggi sono quasi più importanti le scelte che fai dietro le quinte rispetto al pezzo che fai uscire: immagine, hype… dietro a un disco c'è più l'hype e il voler ricondividere la musica che ascolti. Lo vedo con mia sorella e le sue amiche che ricondividono dei dischi senza ascoltarli perché fa figo condividerlo e sebbene questa cosa generi numeri non è sano.

Rinneghi qualcosa?

No, non rinnego nulla di una serie di scelte fatte, alcune anche sbagliate, però ho sempre rifiutato pezzi scritti a tavolino per l'estate, che sarebbero stati molto più comodi, ma non riesco a fingere, se vado sul palco e canto un pezzo solo per vendere non sono io, non ce la faccio.

Questa cosa ti ha mai chiuso porte?  

Innanzitutto ti dico che ho piena fiducia nella mia discografica ed è la prima cosa, nel management, quindi in Francesco (Facchinetti, ndr), ma se poi vogliamo parlare di carriera ho avuto sicuramente questi due anni che non sono stati buoni dopo i primi due che sono stati ottimi. Se guardo a questi quattro anni totali di carriera ti dico che avrei fatto sempre le stesse scelte – magari alcune cose, avendo un'esperienza maggiore, non le farei -, ma andando sul macro sicuramente c'è un danno più che altro di fanbase: le persone che ti hanno seguito e non sono solo innamorate del programma ma di te continuano a farlo, le altre le tieni a galla facendo operazioni più commerciali.

È stato l'ultimo posto a Sanremo a farti prendere una pausa? 

Dopo Sanremo ho preso la mia prima botta grande della mia vita. In precedenza ero sempre stato abbastanza fortunato, nei limiti, ma il post Sanremo non l'ho vissuto bene. Quando sei lì non te ne rendi conto, in realtà uscito da lì e tornato a casa non sono stato bene, non ho attraversato un bel periodo. Ti dirò anche che già non stavo bene prima, Sanremo è stata un'esperienza bellissima, che ti fa crescere, ma ero stanco, eravamo arrivati al limite, abbiamo deciso di farlo però non sono stato bene, anche perché sono uno che è sempre stato abituato a giocarsele le cose: è stata una brutta caduta. Poi è scoppiato il Covid, quindi dopo le prime settimane in cui ho metabolizzato in parte e volevo avere la possibilità di fare qualcosa, ci siamo fermati tutti. A quel punto la mia testa ha cominciato a rimuginare, immagina in quarantena che viaggi mi facevo: "Basta, non ho più voglia, quel mondo è di merda. Io non sono stato pronto, all'altezza", insomma ti fai mille paranoie e domande.

E quando hai capito che era il momento di tornare?

Il tempo guarisce un po' tutto e ho ripreso gli stimoli anche quando mi sono lasciato con il mio produttore e con la mia ex ragazza, quindi avendo chiuso un rapporto con Riccardo (Scirè, ndr) – che poi continua ancora – per rinnovarmi e lo stesso a livello sentimentale ho preferito staccare e a quel punto ti viene più voglia di lavorare. Ora sono più tranquillo, sereno, proprio perché la caduta post Sanremo ti dà una sberla talmente grande che ti fa assaporare di più il momento per risalire. Successivamente, riguardandoti, apprezzi di più quello che hai fatto e che fai perché non lo dai per scontato, tutte le cose che ci sono al mondo, la salute in primis, quando cominci a perderla ti fa capire che nulla è scontato.

L'ultima canzone è una lettera di scuse, cosa non facile, no, soprattutto farlo in una canzone?

Da una parte è più complesso, ma dall'altra parte no: è più complesso perché la fai uscire fuori, è di tutti, quindi è come chiedere scusa in maniera plateale. Quando ho scritto quel pezzo non pensavo a qualcosa di triste, voleva essere uno "scusa se mi manchi ancora" perché comunque abbiamo passato insieme più di tre anni e mezzo, è normale che quando sei solo ti manchi e dall'altra parte, questo pezzo doveva essere la fotografia della mia vita, di quel momento, e invece ci sono tante immagini in cui dico che cambio sneaker per sentirmi sicuro, dei piccoli segnali che dai alla tua vita per cambiare, distrarti: è una via di mezzo, un uptempo, un chiedere scusa per guardare anche il presente e il futuro.

“Prenderò a pugni il cambio e il volante cambio progetti e cambio playlist”: parlaci dei progetti nuovi?

La cosa bella di questa canzone è che è autobiografica, può piacere o meno, ma è capitato che davo pugni al volante mentre ero incazzato, cambiavo playlist perché alcune cose mi facevano pensare a certi momenti e progetti perché dovevo dare una svolta alla mia vita, era il momento giusto.

Quindi che ci aspettiamo?

Sto scrivendo tanto, ho una ballad meravigliosa che ho scritto qualche settimana fa, voglio far uscire più singoli possibile, non fermarmi più, a meno che il Covid non ci rimangi tutti. Far uscire tra due mesi un altro pezzo, poi un altro ancora fino a quando mi ristabilizzo e facciamo uscire un disco, come fanno tutti gli artisti pop. Perché o sei Marracash e dichiari l'uscita il giorno dopo o come Fedez fai una serie di singoli che poi raccogli.

Se dovessi dare un consiglio al Riki che vinse Amici nella categoria canto?

Sii meno impulsivo, tratta bene tutti, devi fare più il paraculo, cosa che io non sono. Per il resto: scrivi quello che ti va di scrivere, molte persone pretendevano, visto il faccino appena uscito dal talent, di aver capito tutto e invece non era così. In realtà sono laureato in design, durante il Covid ho ristrutturato casa, l'ho disegnata io, quando mi sono laureato ho vinto un Compasso Targa Giovani, ho fatto tante cose, adesso sto disegnando una lampada, con un'importante società di design, un percorso in parallelo alla musica dove pure curo tutto nei dettagli per quanto riguarda parole, melodia. Lo feci anche in Popclub anche se quel disco non è andato bene, ma lo sapevo, lo feci uscire perché pensavo fosse giusto farlo uscire nonostante il disastro della quarantena. Però ci sono pezzi come Margot o altri che secondo me sono scritti molto bene e sono il punto di partenza di un nuovo percorso perché c'è un fil rouge che lega tutti dischi.

C'è qualcuno da cui aspetti le scuse?

A livello lavorativo, in passato, ci sono state scelte folli che ho fatto io ma per cui mi hanno assecondato e forse era il caso che nella loro lucidità alcune persone mi dicessero di fermarmi.

Per chi fai il tifo a Sanremo?

Elisa.

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