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Riaprono le indagini sulla morte di Amy Winehouse

La coroner incaricata di indagare sui motivi dietro la morte della cantante non aveva i requisiti legali per condurre l’inchiesta, si riaprono le indagini ma la famiglia è allo stremo.
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La coroner incaricata di indagare sui motivi dietro la morte della cantante non aveva i requisiti legali per condurre l'inchiesta, si riaprono le indagini ma la famiglia è allo stremo.

Quando arriverà la pace per Amy Winehouse? Se lo chiede la stampa, se lo chiedono i fan, se lo chiede anche la famiglia per quello che è un caso sempre più chiacchierato, laddove l'ovvietà di una circostanza triste e tragica viene messa in discussione per un indagine che di risvolti oscuri ne ha ormai ben pochi. Dunque tutto messo in discussione, caso riaperto perché all'epoca dei fatti la coroner incaricata di indagare sui possibili motivi dietro la morte della rocker, non aveva ancora completato i cinque anni di pratica, requisito professionale minimo per questo tipo di specialista. E' dunque un indagine post-mortem non valida, lo si legge sulle colonne del Camden New Journal, il freepress del quartiere di Amy Winehouse.

Suzanne Greenaway, la coroner, era stata incaricata da suo marito Andrew Reid, all'epoca dei fatti responsabile delle autopsie per la zona nord di Londra. Ovviamente sia lui che sua moglie hanno rassegnato le dimissioni, dopo un'inchiesta interna. Il referto dell'autospia stabilì che la cantante era scomparsa per "decesso accidentale", in seguito comunque ad una intossicazione da alcool. La famiglia Winehouse, in una nota rilasciata a mezzo stampa, ha dichiarato di non aspettarsi nulla di diverso dai nuovi risultati, visto che si tratta solo di un errore procedurale.

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