Reinhard Kleist racconta amori e demoni di Nick Cave nella biografia a fumetti “Mercy on me”
Manuel Agnelli degli Afterhours ha detto che vorrebbe che il suo prossimo live possa essere anche solo in parte come quello di Nick Cave ("Uno dei più belli che abbia visto in vita mia" ha detto), che con il suo ultimo tour ha toccato i cuori del suo pubblico in cui rientrano anche tanti artisti italiani. L'artista australiano è una delle icone musicali – vere – del panorama musicale mondiale, uno di quelli che possiamo definire grandi senza correre il rischio che qualcuno alzi il dito per contraddirci. La sua grandezza è data dall'insieme di tanti fattori, dalla sua inconfondibile voce, innanzitutto, dalla sua capacità di scrittura, la sua capacità di vestire svariate sonorità e sempre con la classe di un modello esperto, ma anche quella di pennellare personaggi che sono ben noti alla sua vasta schiera di fan, senza contare il mito attorno alla sua persona, e alla sua vita punk.
I protagonisti delle sue canzoni
Proprio la sua storia e i suoi personaggi sono al centro della biografia a fumetti scritta da Reinhart Kleist e pubblicata in Italia da Bao Publishing. Kleist prende tutto l'abisso di Cave, lo trasforma in bianco e nero (o forse lo riproduce esattamente com'è nell'animo del cantautore) e ne esplora i demoni, attraverso un racconto che ha tanti co-protagonisti, reali e non: "Fin dall’inizio mi era chiaro che non potevo procedere in modo semplice e lineare, raccontare la biografia di Nick Cave semplicemente dalla A alla Z non mi avrebbe permesso di mostrare l’artista che è – ha detto Kleiust a minima&moralia -. Allo stesso Nick non erano piaciuti i miei primi approcci, così ho avuto una strana idea, quella di lasciar raccontare la sua vita dai personaggi che lui ha creato". E infatti sono sono loro, quegli uomini e quelle donne che il musicista ha creato negli anni, a segnare i contorni, a dare il la, con le loro storie, al racconto, a fare da calco in cui immergere la vita tribolata del cantante.
Alla ricerca della voce
"Dicono che sei uno stronzo presuntuoso" dice un giovane Mick Harvey a un coetaneo Nick Cave, facendo partire quella che sarebbe diventata una bellissima avventura musicale che dai Birthday Party avrebbe portato ai Bad Seeds. Preparate a portata di mano la discografia completa del cantante, sedetevi comodi – ma non per forza – e preparatevi alle sue parole, le ballate, le sue storia, ma anche alla morte, che da sempre insegue le vite dell'artista e che lo ha accompagnato anche dopo la storia che Kleist ha raccontato. È con quella che Cave, demiurgo e vittima, deve fare i conti, incarnata soprattutto nei suoi personaggi, dal protagonista di "The Hammer Song", fino al fantasma di Robert Johnson, passando, ovviamente, per l'Elisa di "Where the wild roses grow", che l'accompagnano nella sua crescita, dagli anni punk a quando riesce a trovare la sua voce unica, quella cercata per tanto tempo, tormentandolo per gran parte della sua adolescenza e giovinezza. E oltre.
Amori, dipendenze e musica
Il disegnatore racconta così la sua vita, l'amicizia, l'amore, le dipendenze, il suo peregrinare tra Australia, Londra e la fondamentale Berlino, e soprattutto la sua musica e le sue influenze, l'amore per il punk, i suoi demoni, le sue ossessioni, quella per il successo, ma anche quella per il suo primo romanzo ("E l’asina vide l’angelo"), e per Anita Lane, cantante, compagna e àncora di salvezza nei momenti più bui. Attenzione, però, questo libro provoca dipendenza dalla musica del cantante australiano, quindi se lo conoscete continuerete a tormentarvi con la sua vasta discografia, se non lo conoscete, invece, oltre a una storia di formazione, potreste avere la fortuna di innamorarvi perdutamente.