Quando Pino Daniele 21enne diceva: ‘Voglio cantare una Napoli non folkloristica’
‘Terra mia' sarebbe uscito nel 1977 e avrebbe segnato per sempre la carriera di Pino Daniele – che morì esattamente un anno fa a seguito di un ictus e ricordato dalla figlia Sara su Fanpage.it -, che in futuro sarebbe diventato uno dei maggiori artisti nazionali, in grado di poter parlare alla pari con alcuni tra i maggiori musicisti del mondo. Qualche mese prima dell'uscita dell'album andò a fare promozione a Radio Eurosound, un'emittente in cui un giovanissimo Daniele (aveva 21 anni), oltre a mostrare la propria tecnica, lasciando a bocca aperta il conduttore Franco Mauro, spiegava alcuni brani di quel suo esordio. L'intervista è interessante oltre per il suo carattere storico, anche perché si possono ascoltare alcuni inediti, alcune versioni acustiche e una scaletta che poi non rispecchierà in toto quello finale dell'album. Pino Daniele, ad esempio, ospite assieme al produttore Claudio Poggi, a un certo punto decide di ‘regalare' alla trasmissione una canzone, suonata per la prima volta, che non sarà inclusa in quell'album, dice, intitolata ‘Napul'è' che, come tutti sappiamo, di quell'album sarà l'apertura, diventando, nel tempo, un inno per tutta la città. Un'apertura che nelle intenzioni del Mascalzone Latino avrebbe dovuto essere di ‘Saglie saglie'.
Sul sito di Broadcastitalia.it il conduttore spiegò che ‘Quel venerdì sera non prometteva niente di buono', ma che quando arrivo il cantante successe qualcosa, quasi una magia:
Daniele risultava simpatico, alla mano, e in un attimo pareva magicamente che ci frequentassimo da sempre. Quel che successe poi ha dell'incredibile: Pino iniziò a suonare ancor prima di andare in onda per scaldarsi e provare la chitarra. Sfoggiò una padronanza e una scioltezza incredibile, ma non fu quello a sorprendermi. Quello che in realtà mi colpì profondamente furono le sue canzoni, il suo talento musicale e la poesia dei suoi testi.
Ecco alcuni stralci di quella intervista che raccontano lui e la sua musica:
Un cantautore che racconta Napoli senza cliché
Sono un cantautore napoletano che cerca di portare avanti un discorso di una Napoli completamente diverso da quello che è stata sempre: folkloristica, caratteristica, del sole, del mare. Questo però può essere un fatto negativo perché Napoli è una città che vuole il suo posto fra tutte le altre città e ha delle piaghe enormi, delle miserie grandi. E a certe persone non conviene che questo sia messo in evidenza e c'è gente che pensa che parlare di Napoli sotto un'altra veste la deprezzi, facendola considerare un ghetto, una città violenta, in cui è pericoloso vivere.
Affinità e divergenze con Edoardo Bennato
Bennato tende a dare le stesse cose che voglio dare io, solo che le dà in una forma diversa. Lui canta in italiano, io scendo giù per strada, prendo il dialetto volgare, che è espressione popolare, perché è una forma di sfogo dei napoletani stessi, però di certi tipi di napoletani, quelli che vivono nei bassi, nei ghetti, perché Napoli è tutto un ghetto anche le parti ricche.
Cantare in napoletano
Cantando in napoletano riesco veramente a esprimere quella parte di sentimento, di anima che c'è in me che riesce ad entrare dentro lo spirito napoletano. Riesco veramente a dare tutto.
Il significato di ‘Terra mia'
‘Terra mia' parla di qualcuno che guardando la sua terra nota che alcune cose sono sbagliate, come la paura della morte, del non essere: tutti abbiamo avuto delle crisi esistenziali e hanno pensato di uccidersi, di non voler più vivere in una società che nei nostri confronti è sbagliata, però ha la forza di vedere la propria terra e di credere nella libertà che gli altri ti daranno.
Il significato di ‘Che calore'
Dopo terra mia è la volta di ‘Che calore' che il presentatore sembra voler liquidare come una canzone più facile della prima, ma è lì che Pino daniele spiega l'importanza di quel testo:
Tu non puoi, essendo nessuno e non avendo popolarità, uscire fuori con un pezzo impegnato. ‘Che calore' è importante perché riesce a esprimere quella parte di me ironica, però vista sotto una veste tragica. Parla dei ragazzi che vengono sfruttati nei bar a Napoli, che sotto questo sole, sotto questo caldo, non devono inciampare, perché se rompono qualcosa la devono pagare.
Le jam session del Naples Sound
È Poggi a parlare di come sia importante l'interazione tra musicisti napoletani che si incontrano per ‘jammare' creando cose che varrebbe la pena registrare:
A Napoli non ci sono strutture che permettano ai musicisti di suonare, però ci sono delle caverne dove i musicisti napoletani si riuniscono e fanno session che se fossero registrate. sarebbero fantastiche
Il significato di ‘Saglie Saglie'
In ‘Terra mia' (l'album, ndr) cerco di portare questa realtà napoletana, anche sotto un aspetto musicale, diversa. Non è importante saper scrivere sul pentagramma. Ho iniziato con ‘Saglie saglie', parla di un ragazzo che vende la verdure e sale scale per venderla e l'ho fatto in chiave acustica per dare quel colore napoletano ed è riuscito bene anche grazie a una ragazza che mi ha fatto i cori, Donatella Brighel. L'ho fatto con chitarra acustica, contrabbasso, campanelli, e un fischio: è l'introduzione che dà tutta un'atmosfera quasi teatrale, di rimpianto. Invece ho concluso l'album con lo stesso pezzo in chiave funky, usando strumenti caratteristici del funky americani, con chitarre elettriche e sax.
Il significato di ‘Maronna mia'
La canzone parla di uno al quale hanno fregato il portafoglio e questo grida all'impazzata che si sono fregati i soldi e se la prende con la gente che non lo aiuta. Ma non bisogna guardarla solo da un punto di vista estetico, bisogna vedere le cause di questi effetti. Una base semplicissima di pochi accordi, un po' Rhythm & Blues.
La prima volta di ‘Napul'è'
Per la prima volta Pino Daniele suonò live un pezzo che, disse, non sarebbe apparso su ‘Terra mia' e invece…
Un'anteprima assoluta di un pezzo che non è in questo LP, si chiama Napul'è e penso che possa essere capito, visto che le parole non sono difficili.
Il significato di "O Padrone'
Questo pezzo parla di alcuni operai: ho immaginato una storia che viene fuori da un fatto reale. A Casavatore scoppiò una fabbrica di fuochi artificiali e morirono molti operai e io ho immaginato che andassero in Paradiso e trovassero anche lì il signore che li costringe a lavorare e dice ‘Voi credevate che nella religione ci fosse un aiuto, un rifugio dopo la orte, credevate che la morte rendendo tutti uguale non vi facesse lavorare mentre, invece, lì sono costretti a lavorare'
L'inedito
Poche settimane fa è uscito ‘Tracce di libertà' un box con il meglio del cantautore napoletano, più demo e alcuni inediti. E a proposito di inediti è interessante e divertente vedere come l'inventiva di Pino Daniele portasse anche a un'improvvisazione in grado di lasciare a bocca aperta. Succede, ad esempio, quando il conduttore gli chiede di improvvisare qualcosa con un sound brasiliano e ne esce un piccolo gioiello (che potete ascoltare nel video in testa all'articolo).