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Qual è l’album che suona più ‘rumoroso’: Taylor Swift batte gli AC/DC

“1989” di Taylor Swift suona più forte di “Back in Black” degli AC/DC: lo rileva lo studio di un tecnico del suono che ha comparato alcuni tra gli album più popolari della Storia, scoprendo che spesso la pop music è più ‘rumorosa’ dell’heavy metal.
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Il tecnico del suono Ian Shepherd ha analizzato una serie di canzoni per comparare il livello di "rumore" di alcuni album tra i più popolari della Storia e il risultato che ne è risultato è abbastanza sorprendente. L'esempio più eclatante di quello che è ill frutto di questo studio è ad esempio che un album come "1989", l'ultimo successo di Taylor Swift (che ha un DR3) suona più forte di una pietra miliare dell'hard rock come "Back in Black" degli AC/DC (DR12) o di "The Black Album" dei Metallica (D13), ma la cosa non deve sorprendere perché, come spiega Shepherd capita spesso che la pop music suoni più forte dei classici heavy metal. C'è da dire che nessun album uscito prima del 1996 ha un DR più alto del nono livello.

C'è stato un incremento della forza e della compressione dei suoni che si è sviluppato soprattutto in questi ultimi anni, che ha portato a una vera e propria "Loudness War", un guerra del rumore che non giova, però alla qualità. Il perché di questo andamento lo spiega proprio l'autore della ricerca:

Parlo di questo argomento come di un mito, perché è basato sull'idea, errata, che più forte significhi migliore. Se fai ascoltare a qualcuno due versioni della stessa canzone, è probabile che scelgano la più rumorosa. Ma ciò funziona solo se riesci a continui ad alzarlo all'infinito, ed è impossibile nella realtà"

Comprimere un suono, insomma, significa farlo uscire fuori più forte, ma questa cosa incide sulla qualità

Oltre un certo punto, suona piatto, senza vita, ha meno impatti emotivo – continua Shepherd – e può anche risultare come danneggiato o distorto. Purtroppo un sacco di pop e rock mainstream lo fanno

Shepherd, però, è ottimista per quanto riguarda il futuro, convinto che ci si renderà conto di come questa cosa sia dannosa per chi fa musica e prende ad esempio due album che hanno avuto successo anche con un "dynamic range" (DR) minore, come "Random Access Memories" dei Daft Punk (DR8) e "Lazzaretto" di Jack White (DR10):

Questo prova che non c'è bisogno di ‘rumorosità'. Sono ottimista, ma oggi le cose peggiori suonano peggio di sempre

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