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Produttore francese picchiato dalla Polizia, un video inchioda gli agenti: “Dicevano sporco ne*ro”

Le immagini delle violenze della Polizia sul produttore francese Michel Zecler hanno fatto il giro del mondo. Venti minuti di una violenza incontrollata da parte delle forze dell’ordine contro l’uomo, nero, che dalle immagini non aveva alcuna colpa e che ha accusato gli agenti di averlo insultato con epiteti razzisti.
A cura di Francesco Raiola
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Le immagini delle violenze della Polizia sul produttore francese Michel Zecler hanno fatto il giro del mondo. Venti minuti di una violenza incontrollata da parte delle forze dell'ordine contro l'uomo che dalle immagini non aveva alcuna colpa e che ha accusato gli agenti di averlo insultato con epiteti razzisti. La violenza della Polizia francese, infatti, è stata ripresa da una telecamera – e pubblicata dal sito Loopsider – di sorveglianza all'interno dello studio del produttore e proprio quelle immagini hanno smentito ciò che i poliziotti avevano scritto nel rapporto iniziale, dopo aver portato il musicista e nove artisti che erano nello studio a registrare in carcere. Un video che ha fatto scalpore in Francia, portando alla sospensione degli agenti.

Cosa è successo e cosa di vede nel video

La colpa di Zecler pare essere quella di essere un uomo nero che era uscito fuori la porta del suo studio nel XVII arrondissement, senza maschera. L'uomo in un'intervista ha spiegato che aveva dimenticato la mascherina, era uscito, ma dopo aver visto la pattuglia aveva deciso di rientrare per evitare una multa. I poliziotti, però, se n'erano accorti e sono entrati con la forza nello studio, picchiando per oltre cinque minuti consecutivi l'uomo con calci, pugni, ginocchiate e manganellate. Uno spettacolo violentissimo, come mostrano le immagini della videocamera di cui gli agenti non si erano accorti.

Le accuse smentite della polizia

I poliziotti, infatti, hanno accusato l'uomo di aver tentato di disarmarli, e di avere opposto resistenza, cosa evidentemente mai avvenuta, anzi. Lo stesso Zecler ha spiegato di aver fatto molta attenzione a non fare gesti bruschi e fraintendibili. Lo stesso hanno detto alcuni dei ragazzi che sono intervenuti dopo aver sentito le grida dal piano di sopra. Il loro arrivo ha messo in fuga gli agenti che, appena fuori, hanno chiamato rinforzi e hanno gettato nello studio un gas lacrimogeno costringendo tutti a uscire. Una volta fuori le violenze sono continuate sul marciapiede, almeno finché alcuni agenti non si sono resi conto che dai balconi c'era chi stava registrando tutto.

La sospensione dei poliziotti

E sono proprio quelle immagini, spiega il produttore, che hanno svelato le menzogne della Polizia e soprattutto hanno fatto sì che il suo racconto fosse quello reale: "Senza quelle immagini oggi sarei in prigione e i miei amici, le persone a me care, la mia famiglia avrebbero pensato, come dicevano i poliziotti nel loro rapporto, che avrei voluto prendere le loro armi". Ora Zecler, la sua socia e la sua avvocata chiedono che sia fatta giustizia per quello che pensano sia stata un'aggressione razziale. L'uomo, infatti, ha dichiarato di aver sentito più volte gli agenti rivolgersi nei suoi confronti con parole come "Sporco negro". Per adesso quattro agenti – i tre che hanno commesso l'aggressione e quello che ha gettato il lacrimogeno – sono stati sospesi e il ministro degli Interni Gérald Darmanin ha annunciato la richiesta di licenziamento, accusandoli di aver infangato l'uniforme.

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