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Piotta, la Storia del rap: “Abbiamo avuto il coraggio di credere fino in fondo al nostro sogno”

“Interno 7” è l’ultimo album di Piotta, nome storico del rap italiano, che dopo una trilogia più politica si fa più introspettivo: “È il primo disco in cui mi scavo a fondo, mi metto a nudo” ha raccontato ai microfoni di Fanpage.it spiegando come nasce quest’ultimo lavoro e parlando anche di come è cambiato lui e il genere negli ultimi 20 anni.
A cura di Francesco Raiola
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"Interno 7" è l'ultimo album di Piotta, nome storico del rap italiano. Il cantante romano – che ha appena pubblicato il secondo singolo "Ma la vita" – è un pezzo di storia del genere, da oltre 20 anni crea barre e aiuta a crescere – con al sua esperienza e anche con un'etichetta – una cultura che oggi è esplosa definitivamente anche a livello più mainstream, ma che da anni, ormai, crea piccoli gioielli, anche grazie a quella scuola romana che ha visto emergere artisti come Cor Veleno e Colle der Fomento, tra gli altri. Dopo una trilogia più politica, che guardava alla società in cui si muoveva il cantante, oggi Piotta si fa più introspettivo ma non meno potente e rivendica la propria passione: "Noi ragazzini di allora abbiamo avuto la bravura di crederci fino in fondo, il coraggio di buttarci dentro al nostro sogno e alla fine di vederlo realizzato e farlo diventare una professione importante".

Possiamo dire che Interno 7 sia un vero e proprio romanzo di formazione?

Sì, è un romanzo di formazione in cui la scenografia naturale è l'appartamento in cui sono cresciuto e rimasto fino ai 20 anni. Ero andato via, per vivere da solo, questo trasloco finale non è bello e pieno di sogni come quell'altro, ma molto più drammatico, con due genitori che purtroppo non ci sono e non ci saranno più, quindi quella porta te la lasci alle spalle per sempre e cerchi di salvare il salvabile, i tanti oggetti del cuore che ti porti nel cuore; cerco di omaggiarli in questo disco che è un po' il dietro le quinte di quello che è stato fin qui, compresi gli esordi.

È un album, concettualmente, molto diverso da Nemici

Già dal titolo si vedeva che quell'album era aggressivo, e assieme agli altri due precedenti "S(u)ono diverso", "Odio gli indifferenti", erano rivolti al mondo esterno, lo raccontavano, lo criticavano e lo denunciavano, erano dischi molto sociali e politici. Questa volta la proiezione è rivolta verso l'interno, è il primo disco in cui mi scavo a fondo, mi metto a nudo.

I testi sono spesso molto introspettivi, come sono nati?

Sono nati spontaneamente, tornavo a casa "cappottato" e come sempre la musica è stata la mia miglior medicina ed è stata terapeutica, però racconta il vero me, mostra il lato malinconico, ci sono momenti della vita in cui ho bisogno di stare da solo.

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L'album è diviso in due parti, lato A e lato B. Come mai questa scelta?

È diviso in due perché l'attenzione che si dà alla musica, oggi, è diversa da quella che si dava in precedenza, siamo bombardati di informazione e non riusciamo a entrare dentro a quella che è l'atmosfera di un disco e ho pensato che dividerlo in due parti avrebbe aiutato a entrarci dentro e far entrare lui dentro di te. Nel lato A, inoltre, sono io e basta, mentre il lato B si arricchisce di ospiti scelti.

"Di noi" è una dedica a Primo Brown, sono in molti , oggi, nel rap, a rendere omaggio alla sua memoria.

Sì, sono molto contento di questo, l'hanno fatto Salmo, Nitro, Gemitaiz, Coez, e per me è un doppio omaggio, per l'amico che è stato e per l'artista e sotto entrambi i punti di vista non posso che essere contento di averlo conosciuto perché ci siamo dati tanto dal punto di vista umano e professionale.

Piotta, Cor Veleno, Colle der Fomento… dopo quasi 20 anni la ‘vecchia guardia romana' è ancora parte viva della scena, qual è la sua forza?

Passa il tempo e capisci tante cose del passato e del perché ci siamo ritrovati tutti assieme e abbiamo cominciato: perché quello che ci lega è una passione totale, quasi maniacale, nei confronti della musica, nel viverla proprio come qualcosa di magico, di sacro, come un rito laico se si tratta di un concerto, dove il fine unico è la musica e poter sperare di realizzare qualcosa che duri più di noi, qualcosa di grandioso a livello musicale e sticazzi della Lamborghini, del Rolex…

A proposito di 20 anni, nel tuo album d'esordio cantavi "comunque vada sarà un successo". Com'è stata la carriera di Piotta?

Io sono sempre sicuro che le idee, la passione e l'impegno, lo studio e la creatività ripagano sempre e se il tuo fine ultimo è quello, il tuo miglior alleato è proprio il tempo, perché avrai tutto il tempo, come poi ho avuto io – e spero di averne ancora tanto -, per dimostrare quello che davvero ero, che sono e che sarò. Ero anche molto più timido allora, in questo disco, invece, ho avuto il coraggio di mettere tutto a nudo.

Sei uno di quelli che ha sempre creduto e investito tanto nell'hip hop e oggi sta rinascendo con nomi nuovi…

L'hip hop è esploso, quello stesso hip hop che portavamo addosso in quei vestiti XXL di allora e in tutti i nostri sogni, però molti ci prendevano in giro dicendo che tanto l'hip hop in Italia non funzionerà mai, invece ora è sulla bocca di tutti. Noi ragazzini di allora abbiamo avuto la bravura di crederci fino in fondo, il coraggio di buttarci dentro al nostro sogno e alla fine di vederlo realizzato e farlo diventare una professione importante, perché ci ascoltano tante persone ed è un impegno non indifferente.

Roma Municipio III: oggi come allora in quella zona di Roma nascono nuovi talenti, anche se con diversi ideali…

In quel quadrante, durante quegli anni, c'era la famosa ‘middle class' che adesso va scomparendo e che permetteva a figli come me, di genitori tutto sommato borghesi, un impegnato della SIP e un'impiegata dell'Alitalia, di poter andare al Liceo Classico Giulio Cesare,  di poter andare all'Università, di poter frequentare la biblioteca, cioè ritagliarsi uno spazio di ‘tempo libero' da investire nella cosa più importante, in studio, cultura, cose che vanno sempre più scomparendo, ora quello che è egemonia assoluta è questo PIL, questa rincorsa al denaro a tutti i costi, osannata purtroppo anche in tanti testi dell'hip hop a discapito della grande analisi sociale che l'hip hop faceva nelle canzoni degli anni passati.

Piotta ha annunciato il tour che partirà ad aprile. Ecco tutte le date:

  • sabato 13 aprile – Milano – SPA Leoncavallo
  • venerdì 19 aprile – Torino – CSA Murazzi
  • giovedì 25 aprile – Fornacette (PI) – Festa del 25 aprile
  • mercoledì 1 maggio – Poetto (CA) – Festa del 1 maggio
  • domenica 19 maggio – Bassano del Grappa (VI) – Ama Sea Shepherd Music For The Ocean
  • domenica 2 giugno – Tolentino (MC) – Strike Up Festival
  • sabato 22 giugno – La Spezia – Palco della Musica Giardini Pubblici
  • sabato 29 giugno – Nomi (TN) – Nomi on the Rock
  • domenica 14 luglio – Fiorano Modenese (MO) – Fiorachella Festival
  • giovedì 18 luglio – Inveruno (MI) – Rockantina
  • sabato 24 agosto – Pordenone – Festa in Piassa
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