Pino Daniele: modello immortale per la nuova generazione di artisti napoletani
La Napoli di Pino Daniele continua a vivere nella musica di tantissimi giovani artisti che costituiscono la spina dorsale della musica partenopea contemporanea. Tra citazioni più o meno esplicite, titoli derivati, omaggi, Pino Daniele è una parte fondamentale di questo tessuto. Il dialetto, Napoli, Pulcinella, in un racconto che non è solo oleografia, che rifugge la retorica, pur immergendo le mani nella nostra tradizione. Ci sono gli A67, i Fitness Forever, i Foja, Le Strisce, la Maschera, i Palkoscenico, ovvero gruppi che affondano i suoni nel pop, nel rock nel folk e nel reggae, ma anche i rapper Speaker Cenzou e Pepp-Oh, esponenti di un genere che Pino Daniele aveva abbracciato negli ultimi tempi quando aveva voluto al suo fianco artisti come Rocco Hunt e Clementino.
Abbiamo chiesto ad alcuni di questi artisti un ricordo di Pino Daniele.
Daniele Sanzone (A67)
Le prime note che ho sentito nella mia vita sono quelle di "Terra mia", "Napul'è". per me Pino è la musica. Abbiamo collaborato con tantissimi artisti, ma Pino era un artista incredibile. Prima di "Naples Power" uscì su un giornale un'intervista in cui tra le migliori band partenopee c'erano gli A67, senza parlare di quando ci ha invitato sul palco. Con Pino nasce la canzone popolare moderna, se non ci fosse stato lui saremo rimasti alla canzone classica. prima di Pino c'erano state esperienze importanti come Napoli Centrale, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ma nel senso stretto del termine "popular" è con Pino che la musica napoletana diventa moderna. Il linguaggio iniziato da pino, la fusione della tradizione con tutto quello che veniva da fuori – il rock, il blues – ha influenzato e dettato legge, ha indicato una strada che per noi si è oggettivata in una fusione, in un melting pop e crossover di suoni con base rock. La matrice è la fusione. E per quanto mi riguarda, mi ha influenzato molto nella scrittura dei testi. Quando mi rileggo mi accorgo di quanto ci sia di Pino nelle prime cose che scrivevo. È una tragedia, purtroppo lascerà un vuoto assoluto e incolmabile, perché nessuno potrà eguagliare quello che ha fatto.
Gaetano Scognamiglio (Fitness Forever)
È stato un giorno che non doveva arrivare mai.
C'è un pezzetto di Pino Daniele in tutti noi che siamo nati qui, qualcosa impresso a fuoco dentro di noi che non ci lascerà mai.
Come i grandi musicisti, era curioso e talentuoso, capace di tradurre in linguaggio Pop il Blues, il Funk, il Jazz, la World music.
Io, per motivi anagrafici, l'ho scoperto a metà anni 90; quei lavori, che per tanti sono melensi, per me sono stati la chiave per aprire mondi armonici di cui non immaginavo l'esistenza. "Che Dio ti Benedica" e la colonna sonora del film con Troisi, sono cassette che ho ascoltato per ore in loop nel bus della gita alle medie, mentre i belli della scuola conquistavano le bimbe più carine. A 59 anni aveva ancora tantissimo da insegnare alle nuove generazioni, mai come oggi prive di riferimenti musicali giusti.
Ci lascia nel momento peggiore. Non ci sarà mai più un altro come te e mi mancherai per sempre, riposa in pace Pino!
Dario Sansone (Foja)
Pino Daniele è un sapore.
E' il sapore della mia gente, della mia infanzia, della mia prima chitarra, dei primi accordi, è il sapore di una pizza "a portafoglio" da Lombardi, di un intera città che si riproponeva agli occhi del mondo attraverso la nobiltà dei suoi talenti. E' il sapore di una "saudade" tutta partenopea, di generazioni di musicisti con un sogno in tasca e una canzone da cantare e di una lingua da riscattare. E' il sapore della rivoluzione con i pantaloni stracciati, della terra stretta tra i pugni.
E' difficile voler fare musica a Napoli e non fare i conti con la produzione di "Zio Pino".
E' meraviglioso fare musica a Napoli e ringraziare "Zio Pino" per aver continuato quella linea di sangue che parte da Carosone e arriva fino alle nuove produzioni New-Folk napoletane dei nostri giorni, la musica d'oltreoceano e la nostra tradizione, l'anima nera del blues e l'anima nera dei nostri vicoli.
Pino Daniele è un sapore, e oggi quel sapore è un pò più amaro ma resterà per sempre dolce nei nostri cuori di "Lazzari felici".
Davide Petrella (Le Strisce)
Alcuni dischi di Pino Daniele sono tra le cose più belle mai successe nella musica italiana, meraviglie di una Napoli che mai più ritornerà. Riuscire a fermare il tempo, superare la morte, esistere, per sempre, lasciare un segno profondissimo prima di andarsene.. è roba per pochi.. e quando succede non puoi non sentirti coinvolto. Era come uno di famiglia, come un grande amore.. siamo cresciuti con le sue canzoni, abbiamo cominciato a strimpellare i primi accordi con le sue canzoni, sono sconvolto, non ci sono parole.. quei dischi meravigliosi per noi resteranno per sempre. PER SEMPRE.
Roberto Colella (La Maschera)
Credo che l'importanza dell'opera artistica di Pino Daniele sia difficilmente descrivibile a parole e che sia inevitabile riceverne l'influenza.. è stato un modello, in cui musica, Napoli e poesia spesso si fondevano nella maniera più vera ed armoniosa… pur non avendolo mai conosciuto avvertivo la sua presenza come una sorta di "zio", uno dei figli della nostra città… ed ora, non potendo realizzare il sogno di stringergli la mano, porterò nel cuore e nell'anima la sua musica, le sue parole. Pino rimarrà per sempre, nei cuori, nei vicoli, nella storia.
Speaker Cenzou (Sangue Mostro)
Che brutta botta, abbiamo perso una persona di famiglia. Lui era il Top Player della musica napoletana, l'Hip Hop perde il suo James Brown napoletano, il Flow generatore di tutti noi perde il suo primo Mc.
Pepp-Oh
Le sue parole erano le stesse per tutta la gente, di qualsiasi strato sociale. Parlava per l'intellettuale e per il "puveriello". Napoli ha perso un "Lazzaro felice" e noi con lui un leader carismatico di cui Napoli nella sua storia ha sempre avuto bisogno. Io, in quanto "finto artista", penso di aver perso un punto di riferimento nella stessa maniera in cui quello stesso punto suonerà ancora più forte in quello che faccio. Ci ha lasciato dei momenti, delle poesie, non semplici canzoni. Oggi la bocca è ancora più salata del solito, e anche in periferia se sent'addore ‘e mare.
Lello Tramma (Palkoscenico)
Quello che mi sento di dire è molto semplice.
Insieme al Sacreras mi procurai gli spartiti di nero a metà, quando iniziai a studiare chitarra.
Mi piaceva studiare i suoi brani e imparare le posizioni (accordi), le strutture, ma soprattutto i testi.
Insieme a Viviani, De Filippo, Totò e Troisi, Pino Daniele resterà nella memoria collettiva non solo di Napoli ma di tutta l'Italia.
Oltre a produrre musica eccezionale, da qualche anno produceva vino. Mi piace immaginarlo tra le sue vigne, dove è nato il suo vino. Vino Daniele, potrebbe essere il titolo di un brano a lui dedicato.
The Shak & Spears
L’Alleria. L’ironia. Il sentimento di appartenere a questa terra. Il funk-rock. Sono gli elementi che più ci hanno fatto amare le dolci, e amare, melodie di Pino Daniele. Come tutti i giovani partenopei degli anni 90 Pinuccio è stato un punto di riferimento identitario in grado di aprirci la mente e la conoscenza ad un mondo musicale internazionale utilizzando il codice del blues. L’unico artista napoletano, ancora oggi, in grado di rendere questa maledetta e amata identità culturale napoletana internazionale. “napule è tutto’ nu suonn e asape tutto’ o’ munno, ma nun sann' a verità". Pinuccio ci permette ancora oggi di scoprirci lentamente, in maniera viscerale e intima; quasi nascosti ci concediamo, con gelosia, ai pochi capaci di comprendere uno stato d’animo che non appartiene a tutti ma in molti vorrebbero appropriarsene per essere culturalmente più completi. La foto di Pino Daniele va di diritto al fianco di Troisi, Totò e la famiglia De Filippo, artisti che hanno rifiutato l’immagine oleografica di Partenope, artisti di altro livello.
Dichiarazioni raccolte da Gennaro Marco Duello e Francesco Raiola