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Pete Doherty fischiato in Germania

Pete Doherty apre un concerto in Germania cantando un celebre inno nazista ed è immediatamente fischiato dalla folla.
A cura di Valentina Scionti
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Non finiscono i guai per Pete Doherty, che dopo essere tornato per miracolo tra i vivi ha deciso di farsi cacciare da un concerto in Germania per aver cantato una versione dell'inno tedesco dei tempi di Hitler.

Questo weekend Doherty si trovava al Festival On3 di Monaco di Baviera in Germania, seppur senza esservi stato invitato. Una volta riuscito a salire sul palco, completamente ubriaco, ha iniziato a cantare "Deutschland, Deutschland über alles" (Germani, Germania, la più grande di tutte) ma nella versione in auge nel periodo nazista, non in quella edulcorata dei giorni nostri.

Ovviamente la reazione del pubblico tedesco non si è fatta attendere e Doherty è stato prontamente fischiato. Ma prima di accorgersi dell'errore gli ci sono volute altre cinque canzoni ed è stato poi scortato dietro le quinte dai membri dell'organizzazione dell'evento. Pare che Doherty abbia gettato loro il microfono in faccia e se ne sia andato alquanto infastidito.

Una portavoce del cantante ha poi riferito che in realtà Doherty era completamente all'oscuro di questo malinteso soprattutto dal momento che lui stesso è di origini ebraiche e si è sempre battuto contro ogni forma di razzismo. Con quel brano voleva semplicemente cercare di integrarsi con il popolo tedesco tramite la canzone, solo che il tutto poi non è andato a buon fine.

Il concerto era stato trasmesso anche dalla radio bavarese che ha provveduto a tagliare la diretta non appena i responsabili si sono accorti dell'incidente.

Non è però la prima volta che il cantante dei Babyshambles si ritrova implicato in controversie di carattere nazi-fascista: già l'anno scorso, infatti, in Spagna per scherzare durante un concerto Doherty si era esibito nel tipico saluto fascista, e nel 2004 un brano dei Libertines fu criticato apertamente per il titolo Arbeit Macht Frei (Il lavoro rende liberi), frase riportata all'ingresso dei campi di concentramento.

Valentina

Pete Doherty
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